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La fabbrica delle cattedre, le risposte dei professori

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3. Pubblicizzazione in ogni Ateneo di tutti i corsi, coi nomi dei docenti, le ore di didattica/anno per ogni insegnante e il numero degli studenti per ciascun corso.
3. Istituire ruoli separati tra personale tecnico che gestisce il funzionamento delle strutture, il personale amministrativo e il personale scientifico-didattico. Oggi i professori stanno a capo di tutto occupandosi di tutto comprese le cose che non conoscono per competenza professionale: tetti che perdono, fogne che non funzionano, ascensori da riparare ecc. Dopo lunghi anni trascorsi nelle università Usa ho capito che laggiù ognuno fa quello che sa fare. Ecco che allora il consiglio di amministrazione dovrebbe essere un organo reale di programmazione di un'impresa qual è l'università e quindi avanti con le fondazioni. […]
Prof. Paolo Zatta, Dipartimento di Biologia, Università di Padova


GLI ASSOCIATI RICATTATI
In qualità di Professore Associato andato in pensione da due settimane posso dire alcune cose di come vanno i concorsi per associato e per ricercatore.
Un associato membro di concorso, qualunque sia, spesso è sottoposto a ricatti non troppo velati. «Tu vorrai un giorno diventare ordinario, segui l'onda e non interferire».
Nella mia esperienza dopo avere partecipato nella commissione di associato due volte e di ricercatore una volta posso dire che se la commissione è seria, è successo a in un caso, e l'associato non si lascia intimorire, è possibile dare un parere che viene anche tenuto in considerazione. In altri casi gli ordinari si muovono solo su spinte esogene che niente hanno a vedere con le qualità dei candidati.
Mi sono trovato una volta ad un concorso in una facoltà dell'Italia centrale dove doveva vincere per forza il candidato interno. Tu potevi anche fare mettere a verbale quello che ti pareva giusto ma di fatto gli ordinari rispettavano patti sottoscritti altrove.
Il vero scandalo sono i concorsi per ricercatore. In questo caso la spinta del commissario interno è senza possibilità di tenuta. La prassi è sempre quella che il commissario interno conosce il candidato interno meglio di tutti e di norma si rispetta quasi sempre la sua volontà in attesa di avere un proprio candidato da presentare al concorso. Un ricercatore scadente dall'università non esce più e negli anni sale di ruolo.
Detto questo la nuova riforma non riforma niente, vadano via pure gli associati che sono ricattabili facilmente. Ci vuole un elemento estraneo, cioè un valutatore straniero […].
Paolo Redi


AUMENTI DI FASCIA, NON POSTI IN PIU'
Ho letto con molta attenzione l'articolo che illustra le caratteristiche del decreto urgente sull'università. La lettura poi del testo mi ha convinto ancora di più che si tratta di un enorme pasticcio, farraginoso e, in sostanza, ancor più manovrabile rispetto ai deprecati concorsi precedenti.
Il pezzo riguarda i costi di questa eventuale sanatoria, perché in tal modo viene percepita anche da autorevoli colleghi che si sono spinti a dire che si tratta di posti che non esistono e che andrebbero ad incidere pesantemente sulla già disastrate casse universitarie.
Questo concorso segue il blocco voluto dal ministro Mussi. Ora non credo che per un ricercatore o un associato, sia una colpa aspirare a passare di fascia. Può avvenire che si passi di fascia senza averne titolo e capita spesso, Ma basterebbe consultare i vecchi Bollettini dell'allora ministro della pubblica istruzione per rendersi conto di quanto fossero manovrati i rigorosi concorsi ante 1980. Con ciò non voglio giustificare questi ma mi preme ritornare alla questione dei costi. Tutti i 1800 posti, 3600 per la doppia idoneità, non sono posti aggiuntivi sono soltanto passaggi di fascia. I costi? Zero euro per tre anni, il periodo di straordinariato; in seguito la differenza tra i livelli di docenza che è dell'ordine del 25% dello stipendio, cioè, al netto 5-700 euro mensili. Ovviamente solo i ricercatori inciderebbero per intero.
Non comprendo da dove sia uscita la cifra di 90 mila euro o di 70 mila che è la media che ogni facoltà deve mettere a bilancio per bandire un concorso ma che in realtà rientra nelle casse se il chiamato è il candidato interno. In sostanza si può dire tutto sulle distorsioni concorsuali e, forse, anche di più. Ma non quella di considerare i vincitori come coloro che scardinerebbero i bilanci.
Maurizio Pegrari


RADDOPPI IN UNA UNIVERSITA' GIOVANE
  CONTINUA ...»

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