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EXIT STRATEGY / Tra Berlino e Atene è in gioco l'euro

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29 Aprile 2010

Merkel "distratta" da ragioni elettorali, Ue lenta a decidere, tassi troppo onerosi sul prestito ad Atene. Molte le cause all'origine della crisi greca. Molti anche gli esiti possibili. Su tutto: il paese ellenico farà default? E l'euro? Ecco otto risposte.

Che cosa è successo in Grecia e perché?

Che cosa succederà e cosa bisogna fare adesso?

Lucio Caracciolo
Direttore del mensile Limes

Verso un'eurozona a trazione nordica
Vi sono due cause al fondo di questa crisi. La prima è di ordine politico: l'euro è una moneta senza stato. Manca cioè una istituzione federale che possa legittimamente intervenire in una situazione di difficoltà come questa. La seconda ragione è legata specificamente alla Grecia. Fin dall'indipendenza, Atene è stata finanziariamente sotto tutela, ha già sperimentato diversi default - il più grosso nel 1893 - e dal 1898 fino al 1978, cioè tre anni prima dell'ingresso in Europa, i suoi conti sono stati sottoposti anche formalmente al vaglio dei partner stranieri. La sintesi di questo paese sta nella sua flotta mercantile, emblema della sua economia reale. Gli armatori greci sono leader nel mondo, ma non risiedono fiscalmente in Grecia, le navi non battono la bandiera nazionale, le tasse vengono pagate altrove.

Credo che si farà di tutto per rinviare il fallimento della Grecia. Visto che evitarne il fallimento è nei fatti quasi impossibile, si dovrà scegliere di rinviare quel momento. Come scriviamo nel numero speciale di Limes (Euro senza Europa) in uscita martedì, non è da escludere che si arrivi a una soluzione simile a quella auspicata anni fa da Berlino: una eurozona a trazione nordica, che cioè comprenda Germania, Francia e il vecchio Benelux ed escluda l'area mediterranea. Non dico che sia auspicabile, ma possibile. Ovviamente si tratterà di metter mano ai trattati, fatto di per sé traumatico. Ma ai traumi ci stiamo abituando. Lo provano le parole del governatore della Bce Trichet, che a proposito dell'intervento dell'Fmi in una crisi "europea" ha parlato di «umiliazione».

Luca Paolazzi
Direttore Centro studi Confindustria

Così è a rischio il mercato unico
È stata una miscela esplosiva. Composta da: le molte carenze istituzionali europee, che pure erano note ma sono state esaltate dalla crisi globale (anche nella vigilanza sui conti pubblici); la miopia politica, con la Germania che ha preso le decisioni giuste ma al momento sbagliato, cioè sempre tardi, e il tempismo nei periodi di crisi è vitale; gli errori di gestione, con Atene che poteva risparmiarsi di accendere il nazionalismo tedesco con le richieste di risarcimenti di guerra. Ancora una volta, le responsabilità vanno cercate più nella politica che nei mercati finanziari, i quali invece rispecchiano l'incertezza oltre che l'oggettiva difficoltà dei debiti pubblici in un contesto di bassa crescita come quello europeo (e non solo greco). Gli investitori sono mossi da timori non meno che da calcolo. Spetta alla politica ridare fiducia.

La Grecia ha un'economia e un debito pubblici piccoli, ma è too connected to fail. L'effetto contagio è già sotto gli occhi di tutti e l'esperienza Lehman insegna che soluzioni apparentemente razionali (uscita dall'euro, default parziale) non sono tali perché fanno male i conti non considerando tutte le ricadute. I danni collaterali indiretti sono maggiori di quelli principali diretti. In gioco ci sono il destino dell'euro e del mercato unico. Perciò, al di là degli sbandamenti di queste ore (accentuati dalla decisione greca di andare a vedere il bluff tedesco: un gioco da entrambe le parti pericoloso), l'unica strada è un lungo percorso di risanamento delle finanze pubbliche che per la Grecia è anticipato e più lungo di quello che gli altri paesi dovranno affrontare.

Gregorio De Felice
Servizio studi e ricerche Intesa Sanpaolo

Dannosa la tattica della signora Merkel
Ci sono pochi dubbi sulle cause della situazione della Grecia: la metà delle colpe è di Atene, l'altra metà dell'Unione europea e della Germania. I conti pubblici di Atene che sono completamente fuori controllo e la manipolazione dei dati fatta in passato sono stati letali. Accanto a queste colpe gravi del governo ellenico, ci sono le responsabilità dell'Unione europea e della Germania. In particolare, l'ostilità, l'attendismo di Berlino nel concedere aiuto alla Grecia sta portando a un duro braccio di ferro fra mercati e governi che non fa bene a nessuno. Inoltre, la Germania, che è così concentrata sulle elezioni regionali del 9 maggio, pare non comprendere che senza un passo concreto, reale, l'effetto contagio è dietro l'angolo: si deve intervenire con la massima urgenza per fermate le ondate speculative.

  CONTINUA ...»

29 Aprile 2010
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