Si alzerà venerdì il sipario sulle Olimpiadi invernali di Vancouver: arrivano gli atleti, sale l'entusiamo, ma a tenere in allerta il Comitato olimpico internazionale e il comitato organizzatore sono le condizioni meteorologiche della città canadese. Le temperature, infatti, sono quasi primaverili mentre a Cypress Mountain, a causa della poca neve, si lavora senza sosta per sistemare le piste che ospiteranno le gare di snowboard e di freestyle. La neve viene spostata con camion ed elicotteri per fare in modo che sia tutto pronto per l'assegnazione della prime medaglie nelle gare di sabato.
Le precipitazioni, invece, sono più che una rischiosa ipotesi anche dalle parti di Whistler Mountain, dove si disputeranno le gare di sci. La neve che latita in Canada rischia di diventare il leitmotiv, anzi la barzelletta delle Olimpiadi invernali, malgrado il presidente del Cio Jacques Rogge non mostri - o finga di non mostrare - eccessive preoccupazioni: anche se sottile, la striscia bianca tenuta in vita artificialmente a Cypress Mountain dovrebbe garantire il regolare svolgimento delle gare. «Il riscaldamento globale del pianeta è un fenomeno che può avere ripercussioni anche sui Giochi invernali, e dovremmo tenerne conto in futuro», dice Rogge, secondo cui «quando non c'è tanta neve si rimedia con quella artificiale: magari non ci sarà uno scenario completamente bianco, ma le piste saranno pronte per le gare».
Resta il fatto che il clima mite di una città tutta affacciata sul Pacifico, dove è più frequente la pioggia (costante tutto l'anno) che la neve non dovrebbe essere una scoperta dell'ultima ora. Certo tutti si aspettavano qualche grado in meno sulla colonnina di mercurio, ma ora è più difficile smorzare le preoccupazioni che serpeggiano anche nella grande macchina olimpica.
(M. Do.)
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