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Sotheby’s Milano, sugli scudi Gnoli e Tancredi

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aste d’arte

Sotheby’s Milano, sugli scudi Gnoli e Tancredi

Domenico Gnoli - Sofa - 1968 acrilico e sabbia su tela - cm 131x171 - € 1.500.000 - 2.000.000
Domenico Gnoli - Sofa - 1968 acrilico e sabbia su tela - cm 131x171 - € 1.500.000 - 2.000.000

Palette in alto per Domenico Gnoli. Una serie di rilanci da parte dei collezionisti in collegamento telefonico da diversi Paesi con gli esperti di Sotheby’s hanno fatto salire il prezzo di aggiudicazione del dipinto di Gnoli “Le Sofa” a 2.576.000 euro con le commissioni di acquisto, superando la stima massima preventivata di 2.000.000 di euro. Il dipinto, eseguito nel 1968, raffigurante un divano di colore giallo dalla superficie materica decorata a motivi ornamentali, realizzato con colori acrilici mescolati a sabbia, esposto a New York nel 1969 alla prima mostra dedicata all'artista negli Stati Uniti dal leggendario gallerista Sidney Janis, venne acquistato dall'ultimo proprietario nel 1970, anno in cui l'artista morì, alla Galerie Jan Krugier di Ginevra.

Gnoli. L'esito della vendita era in parte scontato, tenuto conto che l'ultima tela passata sotto il martello, il 13 febbraio 2014, intitolata “Black Hair”, raffigurante la folta chioma di capelli neri della seconda moglie del pittore, Yannnick Vu, venne acquistata da Christie's a Londra per 7 milioni di sterline ( il prezzo più alto pagato per una sua tela), rispetto ad una stima di partenza di 1,2-1,8 milioni, e prese poco dopo il volo per la Cina. Ritenuto dagli storici dell'arte il più grande pittore italiano della seconda metà del Novecento, Gnoli scomparve precocemente all'età di 37 anni. Le tele come “Black Hair” e “Le Sofa”, appartengono ad un meraviglioso ciclo di dipinti dal vago sapore magrittiano, sfuggente a qualunque tendenza storico-artistica, concepito tra 1965 e il 1969, e composto solo da una sessantina di esemplari. Questi dipinti, realizzati con una straordinaria padronanza tecnico-pittorica, raffigurano oggetti comuni (bottoni, camice , scarpe , cravatte, giacche, vestiti da uomo o da domma, letti, capigliature) ingranditi sino a saturare la superficie della tela, generalmente di medio / grande formato. Per via della loro rarità e bellezza, queste tele hanno quasi sempre segnato un record di aggiudicazione quando sono passate in asta.

Per le due sessioni d'asta del 23 e 24 novembre 2016, Sotheby's ha totalizzato 10.733.125 euro rispetto una aspettativa di 11.498.500 - 15.958.000 di euro, con 73 lotti venduti su 124 effettivamente offerti (3 lotti ritirati), ossia il 58,4 % di venduto.

L'incanto omologo del 24 e 25 novembre 2015 si concluse con la vendita di 93 lotti su 113, per un valore complessivo di 13.706.800, contro una aspettativa pre-asta di 10.000.000-14.000.000 di €

Quest’anno occorre tenere conto che a partire dal 13 novembre la casa d'aste ha rivisto le commissioni di acquisto che ora ammontano al 30,50% del prezzo di aggiudicazione dei lotti fino alla concorrenza dell'importo di euro 150.000, mentre per importi eccedenti questa cifra, la commissione di acquisto è del 24,40% sino a 2.000.000 di euro. Oltre verrà applicata un commissione nella misura del 15,25%.
L'Evening sale del 23 novembre ha proposto una selezione di opere 46 lotti che comprendeva lavori dei maestri dello Spazialismo come Lucio Fontana, Enrico Castellani, Paolo Scheggi, accanto a opere dei principali artisti dell'Arte Povera e Concettuale come Alighiero Boetti e Vincenzo Agnetti, oltre a dipinti di Giorgio Morandi, Tancredi Parmeggiani, Giuseppe Capogrossi.

Per la prima parte dell'incanto l'aspettativa di 9.525.000 - 13.195.000 euro è stata sfiorata, raccogliendo 9.175.000 euro. Sono rimasti invenduti 17 lotti su 46, alcuni particolarmente importati, come la rara “Attesa”del 1957 (lotto 27) di Lucio Fontana, composta da olio e buchi su tela, dipinta a righe colorate gialle, nere e oro su fondo bianco, in copertina di catalogo (stima: 800.000-1.200.000 euro), oltre ad un altro “Concetto Spaziale” su tela dell'artista argentino, stimato 500.000- 700.000 (lotto 31). Invenduta anche una tela estroflessa del 1988 di Enrico Castellani, “Superficie bianca”, valutata 200.000-300.000 euro.

L’incognia Schifano. Rimane sempre incerta la liquidità delle opere di Mario Schifano che non rientrano tra i capolavori apicali della produzione del 1960: sono rimaste prive di offerta tutte e tre le opere battute durante l'incanto serale, tra cui lo smalto e spray su tela del 1966 intitolato “Boccioni 3” (stima: 80-120.000 euro).

Altro protagonista della prima parte dell'asta di Sotheby's è stato Tancredi. Le aspettative per la sua tecnica mista su tela del 1953 “Senza titolo”, (lotto 18) erano comprensibilmente alte visto che il Peggy Guggheneim di Venezia sta ospitando la retrospettiva dal titolo “Tancredi. La mia arma contro l'atomica è un filo d'erba” , curata da Luca Massimo Barbero. Il dipinto è stato aggiudicato al martello per 380.000 da una valutazione di 200.000-300.000 euro (463.500 euro con le commissioni). La tela proposta da Sotheby's aveva, infatti, tutte le carte in regola per essere aggiudicata ad un buon prezzo, in quanto pubblicata nel catalogo ragionato che gli eredi del pittore, che attualmente risiedo a Oslo, in Norvegia, sovvenzionarono nel 1996. Ma l'andamento di mercato delle opere di questo artista è sempre stato altalenante: a maggio, sempre a Palazzo Serbelloni da Sotheby's, una tela molto importante eseguita nel 1955 rimase senza offerte, pur recando una stima di 250.000-350.000 euro. Il mercato, infatti, ha sempre risentito dell'assenza di un archivio o di una fondazione di riferimento.
Tiepido l'interesse per i lavori di Paolo Scheggi presenti in catalogo: l'acrilico nero su tele sovrapposte “Zone riflesse” del 1964, è stato battuto sulla stima minima (180.000 euro), mentre l' “Intersuperficie curva dal Blu” del 1968 è rimasta senza offerte (stima: 200.000-300.000 euro). Durante la sessione diurna del 24 novembre, l'acrilico blu “Zone riflesse” del 1963 è stato venduto dentro la forbice di valore per 180.000 euro (stima: 150.000 -200.000 euro), indice che, a seguito delle manovre speculative iniziate nel 2013, i prezzi si stanno sensibilmente ricalibrando.

La “Natura morta” di Giorgio Morandi composta da sette oggetti su un fondo biondo-castano, eseguita nel 1953, pubblicata nel catalogo ragionato di Lamberto Vitali e commissionata direttamente al pittore dall'artista costantinopolitano Sofia Minassian, è stata aggiudicata stando a filo della stima minima per 691.500 euro con le commissioni di acquisto (stima: 500.000-700.000 euro). Difficoltà si registrano invece per le opere di tarda esecuzione di Giorgio de Chirico: la “Piazza d'Italia con uomo politico” del 1965 (lotto 152), registrata presso la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, a fatica ha raggiunto al martello i 100.000 euro, contro una valutazione di 120.000-180.000.

Buoni i risultati per Giuseppe Capogrossi: il dipinto intitolato “Superficie 105” del 1954 (lotto 32) è stato venduto per 241.000 euro con i diritti, da una valutazione di 160.000- 250.000, mentre la “Superficie 534” (lotto 9A) è stata battuta per 131.250 euro con le commissioni (stima: 80.000-120.000 euro).

Anche i Cellotex del 1982 di Alberto Burri (lotto 21 e 22) hanno ricevuto diversi rilanci, portando il prezzo di aggiudicazione sopra i 400.000 euro con i diritti d'asta. La stima per entrambi i lavori era di 350.000 - 450.000,00. Mentre la piccola “Combustione” su carta del 1957 (lotto 12) è salita a 205.000 euro con le commissioni rispetto alla forbice valutativa di 130.000-180.000.

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