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Dossier Moodboards, come cambia l’interior design in 9 città del mondo

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Dossier | N. 46 articoliSalone del Mobile 2017

Moodboards, come cambia l’interior design in 9 città del mondo

Dal dire al fare: MadeExpo 2017 racconta attraverso una mostra il percorso di ricerca che gli studi di architettura fanno, nel dialogo con le aziende, per tradurre in tre dimensioni il progetto. L’architetto Marco Piva è il protagonista di questo viaggio che, nel Salone dedicato a Interni e Finiture, nel padiglione 7 della fiera milanese, si traduce in una galleria di scenografie materiche per proporre ai visitatori una panoramica sintetica e coinvolgente sulle tendenze attuali nell'architettura d'interni, e non solo.

Il progetto si chiama Moodboards e propone una selezione e combinazione di finiture e materiali utilizzati nelle architetture realizzate o in cantiere in 9 città del mondo, realtà scelte tra quelle dove lo studio ha il proprio ufficio o dove sta lavorando. «Per i progettisti il contesto è il primo riferimento. Sia che si tratti di disegnare un complesso residenziale sia un hotel: non si può prescindere dalla condizione territoriale e culturale». Marco Piva spiega così come nasce l’incontro tra prodotti e progettisti: «Studiando il luogo cerchiamo di capire le sensazioni, se prevalgono trasparenze o masse, se gli involucri sono diafani e leggeri, o pesanti. A seguire si scelgono materiali e tecnologie capaci di trasmettere questi messaggi e con le aziende si finalizzano gli elementi compositivi del progetto».

Piva sta realizzando alcune ville a Dubai inserite in lotti di circa 10mila mq di estensione. A Mosca ha avviato il cantiere per alcune residenze private. A Shanghai ha ultimato il primo prototipo di una Club House in un comparto che ne prevede una sassantina. A Roma sta ultimando un complesso residenziale sull’Aventino per conto di Bnp Paribas Real Estate con 200 alloggi; e a Milano nell’area del cinema e del teatro Manzoni progetterà un insediamento mixed use per Generali con retail di lusso, spazi per ristorazione, boutique hotel e spazi per l’intrattenimento. Negli aeroporti di Roma e Milano lo Studio Marco Piva ha realizzato le lounge di Alitalia, scegliendo pelli, legni e finiture che richiamano più l’ambiente domestico che quello del viaggio. In Albania, nel cuore della nuova Tirana, lo studio ha portato a termine il progetto Rolling Hills con due ville di lusso, e ad Abu Dhabi sta ultimando un complesso con 200 appartamenti. In Algeria lo studio sta avviando alcune iniziative nel settore dell’hospitality cercando di portare con sé una serie di aziende italiane che da sole faticano ad accedere al mercato.

Quando si parla di grandi opere e di infrastrutture sono spesso le imprese a trainare i progettisti, ma quando in gioco c'è design e architettura spesso i ruoli si invertono e grazie ai progettisti, anche i mercati più lontani aprono le porte alla manifattura made in Italy, perché è riconosciuto anche dalla committenza internazionale che il connubio design-prodotto è imprescindibile.

Al made Expo le aziende mettono in mostra i propri cataloghi prodotti ma con l'iniziativa Moodborads si vuole comunicare la forza del dialogo creativo tra imprese e progettisti quando i prodotti vengono customizzati, quando il designer interagisce con l'ufficio tecnico interno.
«Basta innovare nel cromatismo o proporre una finitura nuova, indagare soluzioni industrializzate inedite come stiamo facendo con l’azienda Lapitec – spiega l'architetto – predisponendo in Italia rivestimenti a base di quarzo, ingegnerizzati e di grandi dimensioni, per rivestire alcune ville in California. In altri casi abbiamo studiano trasferimenti tecnologici da altri settori diversi da quelli del design, come è accaduto per la facciata dell’Hotel Gallia con Somec per il quale si è studiata una soluzione impiegata originariamente per le navi». Piva chiarisce che non si tratta di un metodo innovativo, ma che è nella matrice del design italiano la sinergia tra architetto e azienda.

C’è grande innovazione tecnologia, ma nella maggior parte dei casi i materiali impiegati sono quelli della tradizione. Tra le aziende coinvolte nel progetto Moodborads c’è ad esempio Abet Laminati che opera nel mondo dei laminati plastici e che, con impegno nel settore ricerca e sviluppo, ha allargato il campo d’azione dal settore arredamento alla realizzazione di pannelli per facciate di architettura. In fiera accanto a Piva ci sono tra le altre aziende anche Fantoni, Glamora che realizza carte da parati, Lualdi, Mapei, Oikos e Vmzinc impegnata nella costruzione di coperture e pannellature zincate.

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