Per iniziare l’esplorazione del Fuorisalone nella zona Est di Milano, il consiglio è cominciare da Alcova, in via Popoli Uniti 11 (fermata Rovereto, sulla rossa): la serata inaugurale è oggi, giovedì 19 aprile, ma forse il momento migliore per vedere la vecchia fabbrica di panettoni di Cova aperta al pubblico per la prima volta da anni, è quando c’è meno gente. Piante selvatiche crescono all’interno dell’enorme spazio. Le previsioni del tempo promettono sole, per fortuna: qui in molti punti il tetto non c’è.
Sono 27 gli espositori ospitati nella struttura: gli Architetti Artigiani Anonimi di Amalfi presentano la collezione di mobili in terracotta (lavorata in alcune delle fornaci vicino a Salerno) Mater Materia tra piante di limoni. Il designer Duccio Maria Gambi, ha portato nei sotterranei i suoi pezzi modulari in mattoni e cemento. E Nanban, sito di e-commerce specializzato in prodotti giapponesi, ha allestito il suo The Japanese Kiosk: timbri, porcellane, tenegui (alcuni in edizione limitata firmati dall'illustratrice inglese Rose Blake) si affacciano dalla struttura ideata dallo studio Piovenefabi e sono tutti acquistabili. Dalle 11.30 alle 13 oggi c'è una presentazione della prossima Istanbul Design Biennial, mentre dalle 17.30 alle 20 è l'ora della musica di Eva Geist di Marsèlleria.
Uscendo da Alcova e dirigendosi verso i binari della ferrovia, in 10 minuti a piedi si arriva alle dieci installazioni di Ventura Centrale nei magazzini raccordati della stazione, in via Ferrante Aporti 9-21. Arrivando da Nord, il giro è al contrario, ma poco male.
Potete soffermarvi a prendere un caffè da The Diner, come dice il nome una tavola calda all'americana progettata da David Rockwell con Surface magazine. Oppure ascoltare cinguettii, gorgogliare di acque sorgive, brusio degli insetti fino al rumore della nebbia (!) all'interno dell'impressionante installazione Soundscape, presentata da Agc Asahi Glass, azienda giapponese che ha brevettato uno speciale vetro che suona e che è qui organizzato in 35 lastre sospese alle volte che riproducono 46 registrazioni sonore.
Ultima tappa obbligata, Giants with Dwarf: i giganti animali fantastici di Stephen Huerlemann e Horgenglarus che sorgono dalla foschia e si muovono azionando anelli pendenti da corde.
È tempo di uscire dalla fresca oscurità dei magazzini della stazione per attendere la navetta dedicata che in 15 minuti (dipende dal traffico) vi porta in viale Abruzzi 42, una delle tre sedi di Ventura Future: qui espongono le università. La Central Saint Martin ha portato i progetti degli studenti del corso Material Futures, tra artigianato, scienza e tecnologia: qui si vedono strani oggetti in grafene e cristalli fotonici e una roccia costruita in laboratorio. The Royal Danish Academy of Fine Arts invece esplora con Ingestion il tema del consumo e dello spreco di cibo, mentre personaggi mascherati fanno vibrare budini biancastri che contengono oggetti.
Fuori dal palazzo degli studenti, basta seguire le frecce verdi sul marciapiede per trovare il FuturDome, edificio in cui storicamente si riunivano i futuristi, oggi recuperato come spazio di arte contemporanea e, per il Fuorisalone, contenitore di progetti indipendenti o piccoli marchi come Mingardo, Mason Editions, Editions, tanti prodotti fatti con la stampante 3D (i pavimenti di Aectual o i mobili di Philipp Aduatz fatti da Incremental3d).
Nel piano interrato, non perdete la collezione in4nite di Joris de Groot che costruisce eleganti sedute in Colback, un materiale derivato dai filtri per l'aria. Un'altra navetta vi può scorrazzare fino al Loft, terza e ultima location di Ventura Future. Per chi va un po' di fretta è il momento di prendere la metropolitana verde, dalla stazione di Loreto fino a quella di Lambrate per vedere cosa propone il distretto omonimo.
Ventura Lambrate non esiste più. Rimangono altre realtà come il nuovo Spazio Donno in via Conte Rosso 36, dove Stefano Epis di DesignCircus ha selezionato i lavori di alcuni designer italiani e internazionali che lavorano anche con la domotica. Sulla stessa via, al civico 22, la galleria Subalterno1 propone la mostra curata da Marcello Pirovano e Stefano Maffei #sendmethefuture dove sono esposti i lavori di una settantina di progettisti chiamati a immaginarsi il futuro e a mandare la propria idea via posta.
Se la brama di design è al momento appagata, potete dirigervi verso Weating 2018, spazio situato all'interno del capannone industriale tra via Massimiano 6 e via Sbodio 9 all'interno di Din - Design In: qui ci sono gli immancabili food truck per rifocillarsi. Come pure al Giardino Ventura nell'omonima via, lì vicino, che quest'anno ospita lo street food in collaborazione con Just Eat nella Just StrEat Week. In questo caso il contesto è più bucolico e meno industriale. Se trovate posto da sedere.
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