La leggerezza fa sentire il suo peso tra i padiglioni del Salone del Mobile. Semplificare, togliere, a volte anche sorridere sono le parole d’ordine della 57a edizione. Una nuova grazia che si affida a materiali innovativi e tecnologia, ma non ne diventa schiava. Un ritorno alle basi con uno sguardo contemporaneo e rigoroso, perché, come diceva Calvino, la leggerezza «si associa con la precisione e la determinazione, non con la vaghezza e l’abbandono al caso».
Molti quest’anno i designer che guardano alla lezione dei grandi maestri per andare avanti, come lo spagnolo David Lopez Quincoces che per Lema ha disegnato il tavolo Alamo, in equilibrio tra decorativismo e minimalismo. Il progetto è tutto votato alla leggerezza, a partire dalla struttura, in metallo verniciato bronzo, e ridotta al minimo, fino al piano essenziale realizzato con un’esclusiva finitura materica, un composito di resina, polvere di marmo pigmentata e scaglie di metalli nobili come ottone e bronzo proposta in blu lapislazzuli, verde malachite, nero belgian blue.
Proprio il colore diventa strumento di leggerezza nelle mani di Cristina Celestino, architetto con una sensibilità particolare per le scelte cromatiche che mette in campo anche quando si confronta con un brand storico come Gebrüder Thonet Vienna.
La versione bassa della collezione di tavoli Caryllon, dai piani intarsiati con diverse essenze, è resa contemporanea dal legno a sezione quadrata scelto per la struttura e dalla forma a fiore declinata in un’intensa palette di colori. Ispirazione botanica anche per Filla, sedia che vede Michele De Lucchi collaborare per la prima volta con Very Wood. In legno di frassino verniciato naturale o tinto e con due grandi foglie a far da schienale, «è un oggetto che richiama alla mente l'importanza del respiro», come spiega lo stesso De Lucchi.
Un omaggio alla bellezza essenziale della natura è anche quello espresso da Natuzzi con la collezione Agronomist disegnata da Marcel Wanders. Il designer olandese porta in salotto Barrow, tavolino-carriola in legno, il pezzo più ironico della collezione-omaggio alla Puglia. L’Italia, con le sue tradizioni artigiane, è il punto di riferimento del progetto Soffi, lampade a sospensione di GamFratesi. La coppia di designer formata dagli architetti Enrico Fratesi e Stine Gam, qui alla prima collaborazione con Poltrona Frau, porta al Salone la magia leggera dei maestri veneziani del vetro soffiato. Le lampade sono globi delicati e irregolari che sembrano trattenuti nell’aria da un sottile bracciale di cuoio e interpretano alla perfezione il tema Solid Lightness scelto dalla casa di Tolentino per la nuova collezione.
Il cuoio torna come rivestimento nel nuovo servomuto Viae di Frag, disegnato dal duo Analogia Project. A caratterizzarlo è la struttura in tondino di ferro aerea e slanciata tenuta insieme da quattro cerchi dello stesso materiale, che creano, a diverse altezze, due appendiabiti e uno svuotatasche. Una ricerca di semplicità contemporanea e leggerezza nei volumi che quest’anno trova Kartell protagonista con la nuova collezione Woody di Philippe Starck. Grazie a uno speciale brevetto, il legno delle sedute Kingwood, Queenwood e Princesswood viene lavorato con uno stampo in grado di portare al limite la curvatura del pannello e creare la scocca della seduta con rotondità lievi e sinuose. Una generosità di forme che troviamo anche in Floyd-Hi, divano allo stesso tempo classico e hi-tech proposto da Piero Lissoni per Living Divani, con i cuscini del bracciolo che si curvano con dolcezza e il piede scultoreo.
Nendo continua la sua collaborazione con Cappellini con Waku, linea di specchi in quattro misure che è esercizio di stile e sfida produttiva. La superfice specchiante è infatti evidenziata da una sottile cornice metallica nera, linea che prosegue per definire piccoli piani d’appoggio e, nella versione da terra, un appendiabiti. Semplicità scultorea anche per Carlo Tamborini per Porro. Gap, libreria pensile a sviluppo verticale, è al tempo stesso fermalibro e sorgente luminosa, grazie a una striscia di Led.
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