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Questo articolo è stato pubblicato il 25 agosto 2011 alle ore 08:58.
Il meccanismo del condono è funzionale a un sistema nel quale il fisco è disarmato rispetto all'evasione. Così, periodicamente, il legislatore dispone una sanatoria con la quale coloro che rischiano i controlli si mettono l'anima in pace con un versamento che rispetto al dovuto resta pur sempre un obolo. Riproporre una sanatoria a distanza di quasi un decennio dalla precedente significa ammettere che in questo periodo il rapporto tra fisco e contribuenti è rimasto sostanzialmente lo stesso, a dispetto dei risultati ottenuti in termini di accertamenti e riscossione. Probabilmente la massa di dati di cui l'amministrazione finanziaria dispone permetterebbe effettivamente un intervento più incisivo. Per esempio una volta sbloccata la partita del redditometro, risulterà più difficile evadere e, se i governi non si spaventeranno di operazioni di ampia portata, il gap dell'evasione si ridurrà. La manovra di luglio, poi, ha già previsto una sanatoria per le liti pendenti. Forse, prima che pensare a fughe (peraltro nel passato, non nel futuro) difficili da conciliare con le regole Ue, sarebbe opportuno fornire tutti gli elementi operativi per far funzionare al meglio le iniziative già avviate.
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