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Regole chiare per affrontare la sfida del cambiamento

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Gli interventi

Regole chiare per affrontare la sfida del cambiamento

Il ragionamento su come affrontare il mercato, ma anche la richiesta di regole chiare per affrontare un momento in cui l'informazione non ha più i punti di riferimento del passato. Gli interventi degli amministratori delegati di Gruppo 24 Ore, Rcs, Poligrafici editoriale hanno mirato dritto a disegnare il contesto in cui le aziende editoriali hanno necessità di muoversi.

Una realtà per considerare la quale non si può non partire dai social e dalla presa che hanno sui giovani. La ricerca Gfk Eurisko ha segnalato che i social network sono quasi a livello di saturazione (il 95% degli studenti possiede almeno un profilo), mentre la disponibilità dello smartphone è giunta alla piena saturazione (il 100% degli studenti ne possiede uno). I social network «sono una realtà e dobbiamo sfruttarli al top collaborando in modo ideale», ha detto l'amministratore delegato del Gruppo 24 Ore Donatella Treu che, in risposta a una domanda sul dibattito attorno a Google, ha segnalato la necessità di «un tavolo in cui discutere come puntare sull'informazione di qualità, come distinguerla da quella meno di qualità e come valorizzarla». Per Treu a tal proposito ci sono altre questioni sulle quali soffermarsi come «le rassegne stampa, il cui uso va regolamentato» o come anche «un serio ragionamento con le televisioni dove le rassegne stampa molto spesso anticipano l'uscita dei giornali».

Problema, quello delle regole, sul quale si è trovato in assoluta sintonia il numero uno della Poligrafici Editoriale, Andrea Riffeser Monti. «Il Governo – ha detto – deve regolamentare la presenza dei giornali nel locali pubblici. Penso ad esempio ai bar». Il tutto nella consapevolezza che «i quotidiani di carta sono ancora la spina dorsale dell'informazione di qualità. È però il momento che il Governo attui quelle liberalizzazioni che Bersani già voleva fare anni addietro, così da trovare un nuovo sistema per far avere il giornale alle persone». Come editori, ha proseguito Riffeser, «non vogliamo sussidi da nessuno, ma chiediamo regole certe». Certo è che l'editoria si trova dinanzi a un momento fra i più dinamici, ma anche fra i più critici della sua storia. «Negli ultimi due anni l'ammontare di pubblicità sparito nel mercato italiano è di 750 milioni», ha spiegato l'ad di Rcs Pietro Scott Jovane facendo una precisazione sugli utenti internet: solo il «5% è sui siti di informazione, il 31% sui social network che per editori sono un distributore». A questo punto inevitabile affrontare la questione costi: «la struttura dei costi degli editori è alta ma soprattutto è rigida».

Ma quant'è il potere di condizionamento sull'informazione delle testate di Rcs esercitato dall'azionariato molto ampio di Rcs? Jovane non si è sottratto alla domanda dello studente, giudicata «pertinente e giusta». Ma c'è la storia di testate «che quest'anno compiranno 120 e 140 anni», dice l'ad di Rcs, a fare da garante.

Durante la giornata Ernesto Mauri, amministratore delegato di Mondadori, e Cesare Romiti, presidente onorario di Rcs Mediagroup, sono stati premiati come vincitori del Premio Arte e Cultura La Bagnaia, indetto dalla Fondazione Attilio Monti. (A.Bio.)

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