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Consiglio Bce diviso ma sono in arrivo nuovi stimoli

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I VERBALI DELLA RIUNIONE DI GENNAIO

Consiglio Bce diviso ma sono in arrivo nuovi stimoli

FRANCOFORTE - Emerge un consiglio diviso sulle prospettive di inflazione e crescita dell'eurozona dalle minute della riunione di gennaio della Banca centrale europea, ma anche la sensazione che ci si avvii verso nuove azioni di stimolo da parte della politica monetaria.

Nel resoconto appena pubblicato dalla Bce, si parla ripetutamente di rischi al ribasso e qualche consigliere ha sostenuto che sarebbe stato meglio varare subito un'azione «preventiva», prima di un ulteriore peggioramento del quadro dell'inflazione. Oggi allo 0,4%, è lontana dall'obiettivo di stare «sotto, ma vicino» al 2% e le previsioni dello staff, avanzate nel dicembre scorso, che parlano di un 1% per il 2016 verranno certamente tagliate in misura consistente in vista della prossima riunione del 10 marzo. È allora, come ha detto in più occasioni il presidente Mario Draghi, che il consiglio, per decisione unanime, «rivedrà e possibilmente riconsidererà» la politica monetaria. «Le minute vanno nella direzione di un ulteriore allentamento», scrive in una nota Jessica Hinds, di Capital Economics. Sulla base di queste aspettative, l'euro è sceso subito dopo la pubblicazione del resoconto.

I rischi principali individuati al consiglio di gennaio sono il calo del prezzo del petrolio, l'indebolimento delle prospettive di crescita dei Paesi emergenti (in particolare della Cina) e la flessione delle loro valute, che ha contribuito all'apprezzamento dell'euro (ridimensionando quindi l'effetto di stimolo che il cambio aveva esercitato in precedenza) e le turbolenze sui mercati finanziari, che hanno investito soprattutto i titoli bancari e che possono deprimere il credito all'economia reale. Sulle banche, secondo il documento, il consiglio intende ribattere all'impressione errata che la vigilanza della Bce possa richiedere ulteriori aumenti di capitale o accantonamenti, cosa che poi Draghi ha fatto pubblicamente in conferenza stampa.

C'è il rischio, rileva il resoconto ufficiale dei pareri del consiglio, che il ribasso dei prezzi dell'energia metta pressione anche sui salari, innescando quindi un movimento in ulteriore ribasso dell'inflazione. Sono i cosiddetti effetti di secondo grado, che preoccupano in modo particolare la Bce in quanto possono mettere in moto una spirale deflazionistica.

I consiglieri, notano le minute, sono consapevoli di dover mantenere un difficile equilibrio, anche nella comunicazione, fra il non dipingere un quadro troppo pessimistico che possa autoalimentarsi e non apparire viceversa scarsamente preoccupati dell'evoluzione più recente dei prezzi.

Tra le possibili azioni che i mercati finanziari si aspettano dalla riunione di marzo c'è un ulteriore taglio del tasso sui depositi delle banche presso la Bce (oggi a -30 punti base), anche se, trattandosi di fatto di una “tassa” sulle banche, qualche consigliere è preoccupato degli effetti collaterali di questa misura sulla redditività degli istituti di credito. Un'altra opzione è un aumento degli acquisti di titoli, oggi pari a 60 miliardi di euro mensili. Nelle minute, viene dato mandato ai comitati tecnici di esaminare tutte le possibilità. A gennaio, il consiglio ha concluso che era prematuro intraprendere subito nuovi interventi o discutere specifiche opzioni.

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