Finanza & Mercati

La Grecia fa paura: Milano chiude a -5,17%. Atene: non…

  • Abbonati
  • Accedi
effetto referendum, ma l’euro recupera

La Grecia fa paura: Milano chiude a -5,17%. Atene: non pagheremo 1,6 mld a Fmi

Andamento titoli
Vedi altro

Come temuto, i mercati reagiscono male e con forti vendite sia sull’azionario che sul mercato dei bond alla notizia del referendum greco (mentre l’euro resiste). Piazza Affari chiude sui minimi di giornata a -5,17% (pesante ma più contenuto il calo di Francoforte a -3,56%) mentre lo spread BTp-Bund termina a 159 punti, in rialzo di oltre 30 punti rispetto alla vigilia (123), dopo aver toccato anche i 200 punti nei primi cambi. A quel punto - come conferma Bloomberg - è intervenuta la Bce con gli acquisti in linea col piano di quantitative easing.

Dopo l'interruzione dei colloqui sul bailout tra creditori e autorità greche, la Bce ha congelato fondi vitali alle banche greche, lasciando Atene senza altra scelta se non chiudere gli sportelli per evitare il collasso. Banche e Borsa greche saranno chiuse per tutta la settimana, con un limite di 60 euro al giorno per il denaro contante ritirato ai bancomat. «Il rischio di una “Grexit” sta crescendo» scrive oggi in una nota Goldman Sachs.

La Borsa di Atene è quindi chiusa ma per avere l’idea di quanto stesse perdendo se fosse aperto è possibile osservare l’andamento dell’Etf quotato al Nasdaq, “Ftse Greece 20 Etf Grek”, che replica la performance dell'indice greco Ftse/Athex 20. Cede il 15%.

Anche Wall Street è proceduta in calo ma in proporzioni decisamente più contenute rispetto alle Borse europee. Il Dow Jones ha accentuato il calo quando (a Borse europee chiuse) è arrivata la notizia secondo cui la Grecia non pagherà domani il prestito di 1,6 miliardi di euro al Fondo Monetario Internazionale. Alla fine, il Dow Jones ha perso l'1,94% a 17.598,21 punti, il Nasdaq ha ceduto il 2,40% a 4.958,47 punti mentre lo S&P 500 ha lasciato sul terreno il 2,1% a 2.058 punti.

Intanto, Standard & Poor's ha declassato stasera il rating della Grecia da CCC a CCC-, a causa della decisione del governo di Atene di indire un referendum sull'accordo con gli Stati dell'Eurozona che salverebbe il paese dalla bancarotta. Secondo l'agenzia di rating, c'è il 50% di possibilità che la Grecia lasci l'Eurozona.

Va però detto che al momento per le altre Borse europee non ci sono stati segnali di «panic selling»: i mercati sono rimasti, molto semplicemente, in attesa di novità da Atene, annullando l’ottimismo che era trapelato la settimana scorsa e in una sola seduta si sono rimangiati i guadagni messi a punto nelle precedenti cinque. Intanto il premier greco, Alexis Tsipras, ha scritto una lettera ai capi di Stato e di Governo dell'Eurozona, nella quale chiede una proroga di un mese del piano di aiuti: «Vi chiedo di rivalutare la vostra posizione sulla questione - si legge nella lettera, inviata domenica. Tsipras difende, inoltre, la decisione di indire un referendum come diritto democratico del popolo greco».

In una conferenza stampa il presidente Commissione europea, Jean Claude Juncker ha sottolineato che l'ultima proposta alla Grecia non conteneva alcun taglio di salari pubblici e pensioni, bensì maggiore giustizia sociale. Ribadendo che «la nostra porta resta aperta e siamo ponti a lottare fino all'ultimo minuto per trovare una intesa» con la Grecia. Aggiungendo «Chiederò ai greci di votare sì a nostre proposte». Ormai la palla passa al referendum in programma domenica prossima. «Per questo - come spiega Vincenzo Longo, strategist di Ig - i prossimi driver di mercato, dopo la giornata di domani che potrebbe essere ugualmente difficile per via della scadenza del rimborso di 1,6 miliardi che atene deve al Fmi, saranno i sondaggi».

Per cercare di mediare nel fine settimana sono intervenuti anche gli Stati Uniti con il segretario di Stato Lew, preoccupato che Atene possa finire sotto l’influenza della Russia. «I creditori della Grecia devono mostrarsi flessibili e prendere in considerazione una ristrutturazione del debito di Atene nell'ambito delle discussioni su un possibile accordo». Ma i creditori al momento tengono la linea dura sulla rinegoziazione del debito anche se restano «aperti a nuovi colloqui, se Tsipras vuole», come ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel.

I mercati hanno dunque sofferto in questo lunedì nero. Lo spread fra Btp e Bund tedeschi in avvio ha sfiorato i 200 punti , balzando di circa 80 punti base rispetto alla chiusura di venerdì (123). Dopodiché il differenziale è sceso violentemente, per terminare a 159. Un movimento legato agli acquisti a sostegno della periferia da parte della Bce. Sguarniti dalla protezione della Bce i titoli greci a due anni volano al 33% dal 21% della chiusura di venerdì. Nel pomeriggio i prestiti obbligazionari della Repubblica ellenica negoziati sul segmento Euromot sono sospesi dalle negoziazioni fino a successivo provvedimento. Lo rende noto Borsa Italiana.

La Bce invece non può intervenire certamente sul mercato azionario dove i risvolti sono più evidenti. I listini del vecchio continente vedono andare in fumo circa 300 miliardi di euro sulla base dell'indice Eurostoxx 600 che lascia sul terreno il 2,55%.

A Piazza Affari in forte calo i titoli bancari con Intesa Sanpaolo e Unicredit tornati alle contrattazioni dopo una sospensione per eccesso di ribasso. È chiaro che un innalzamento dello spread e dei rendimenti dei titoli di Stato penalizza gli istituti di credito che detengono in pancia una quantità importante di titoli.

In questa situazione si mantiene tonico però l’euro, paradossalmente quello più a rischio in caso di uscita della Grecia dall’Eurozona e di un eventuale contagio. Dopo essere scivolato sotto 1,10 nella notte si è poi direzionato verso 1,12 dollari (cambio euro/dollaro e convertitore di valute). Anche qui c’è un motivo: a vendere sui mercati oggi sono stati soprattutto i fondi statunitensi. Quando questi vendono vengono riacquistate le coperture in euro, favorendo un apprezzamento della divisa unica.

twitter.com/vitolops

© Riproduzione riservata