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Euro sempre più giù, scivola sotto 1,10. Borse in…

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la giornata dei mercati

Euro sempre più giù, scivola sotto 1,10. Borse in rialzo, volano Francoforte e il Nasdaq

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L’effetto Draghi continua anche il giorno dopo la riunione della Bce e si fa sentire soprattutto sul mercato dei cambi. L’euro infatti è sceso sotto la soglia degli 1,10 dollari fino a 1,0998, ai minimi da inizio agosto e in calo di oltre tre centesimi da 1,13 di ieri. I mercati scommettono su una mossa aggressiva della Bce a dicembre, anticipata ieri dalle parole del presidente Mario Draghi. L’ipotesi ritenuta più probabile è un’estensione del programma di acquisto di titoli oltre il settembre 2016, ma non sono escluse altre opzioni, tra cui un taglio del tasso di interesse sui depositi delle banche presso la Bce, ora -0,20 per cento.

A dare tono ai mercati oggi ha contribuito anche la Cina, che ha tagliato i tassi per la sesta volta da novembre. Dopo l’apertura al potenziamento del Qe a dicembre da parte della Bce di ieri si tratta della seconda mossa espansiva di una banca centrale in due giorni. Questo ha dato nuova benzina alle Borse che già in mattinata erano impostate al rialzo. Ha chiuso in gran rialzo il Dax 30 di Francoforte, tra i più tonici nelle ultime sedute, con un rialzo del 2,88%. Meno marcata la performance di Piazza Affari con il Ftse Mib a +0,53%, spinto da Telecom Italia e Azimut ma frenato da alcuni bancari (UniCredit e Ubi) che non hanno partecipato al rialzo generale dei listini europei.

Acquisti anche a Wall Street, che guadagna un punto, ma si mette in evidenza in particolare il Nasdaq con un rialzo superiore al 2% trascinato dai tecnologici Google, Amazon e Microsoft dopo i buoni dati trimestrali. Amazon scambia in rialzo del 7% a 619 dollari per azione, segnando così il nuovo massimo storico, dopo che la società ha evidenziato nel terzo trimestre ricavi per 25,4 miliardi di dollari, in netto rialzo rispetto ai 20,58 miliardi dello stesso periodo del 2014.

Positiva la Borsa di Tokyo dove l’indice Nikkei (il migliore al mondo negli ultimi 12 mesi) ha chiuso con un rialzo del 2,1%in attesa delle decisioni che la Bank of Japan annuncerà il 30 ottobre e che alcuni analisti si aspettano analogamente di portata espansiva. Ma prima ci sarà la Federal Reserve (27-28 ottobre) che dovrà pronunciarsi su tassi e politica monetaria. Quella statunitense al momento resta la più grande incognita con esperti combattuti tra chi ipotizza che il primo rialzo dei tassi dal 2006 negli Usa possa avvenire a dicembre e chi invece si aspetta un rinvio entro la prima metà del 2016.

Acquisti sul mercato obbligazionario. Lo spread BTp-Bund è sceso in area 95 punti e si avvicina ai minimi di marzo. Si conferma per la prima volta nella storia il rendimento negativo del BTp a 2 anni. L’euro dollaro rompe al ribasso la soglia di 1,11 e viene scambiato sotto quota 1,10, incrementando il trend ribassista dopo il taglio dei tassi della Cina: ora la moneta unica è ai minimi degli ultimi due mesi. In sostanza tutte le classi di investimento più rischiose si stanno muovendo al rialzo, come è tipico nelle fasi in cui viene annunciato un quantitative easing.

Arrivano anche buoni dati dall’economia reale. Il settore privato nell'Eurozona è cresciuto inaspettatamente ad ottobre. Lo indicano i dati preliminari di Markit Economics. L'indice Purchasing Managers Index (Pmi) - che rappresenta entrambi i settori manifatturiero e dei servizi- è salito al livello massimo da due mesi a 54 da 53,6 di settembre. Gli economisti avevano previsto un punteggio di 53,4. Una lettura superiore a 50 suggerisce un'espansione dell'attività.

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