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L’intreccio tra Telecom e Mediaset sotto il denominatore comune Vivendi

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riassetti a piazza affari

L’intreccio tra Telecom e Mediaset sotto il denominatore comune Vivendi

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Non è una giornata come tutte le altre per Telecom e Mediaset, due tra le più importanti blue chip di Piazza Affari. Gli scambi sui due titoli sono elevati, al pari della volatilità. I motivi sono apparentemente diversi, ma c’è un comune denominatore: i francesi di Vivendi. Proviamo a capire perché.

Telecom corre in Borsa mentre l'ad Marco Patuano tratta i termini dell'accordo per lasciare la carica. L’intreccio Telecom Italia rimbalza anche su Mediaset. Il titolo del Biscione procede ad alta volatilità a Piazza Affari (ha aperto in rialzo, poi è stato sospeso per eccesso di ribasso e a metà mattina cede il 2,3%).

I mercati speculano su un interessi di Vivendi per Mediaset, azionista di controllo di Telecom Italia. Mediaset al momento «non commenta le indiscrezioni di stampa» ma gli investitori puntano sul fatto che dopo l’uscita di Patuano, si potrebbe aprire uno scenario di riassetto per Telecom e Mediaset, con denominatore unico il gruppo francese Vivendi.

Allo stesso tempo l’elevata volatiltà su Mediaset è motivata dai rumor che si accavallano.
Questa mattina, il quotidiano La Repubblica scrive che ci sarebbe un piano tra Silvio Berlusconi e Vincent Bolloré che avrebbe l'obiettivo di portare il gruppo italiano sotto il colosso media francese Vivendi, attraverso uno scambio azionario. Il presidente Berlusconi ha però precisato questa mattina che Vivendi sarebbe interessata solo ad alcuni asset.

Intanto Telecom Italia lavora per il nuovo ad. L'addio di Marco Patuano - la decisione sarà formalizzata nelle prossime ore - scatena il toto-nomi per la sua successione al ruolo di amministratore delegato di Telecom Italia. Diversi i profili che nelle ultime settimane, quando sono iniziati i rumors che lo volevano in uscita perché poco rappresentativo della nuova maggioranza francese, si sono succeduti tra cui Flavio Cattaneo ad di Ntv. Quest'ultimo, tra conferme e smentite, sarebbe ancora in corsa per la poltrona. Al momento le deleghe di Patuano passeranno ad interim al presidente Giuseppe Recchi. Le deleghe saranno riattribuite dal consiglio che una volta formalizzate le dimissioni si riunirà, in tempi rapidi, in seduta straordinaria. Sarà quindi assegnato a Recchi e al comitato nomine - con Arnaud de Puyfontaine e Stephane Roussel in rappresentanza di Vivendi che ha una quota del 24,9% del gruppo di tlc - l'incarico di trovare l'uomo che prenderà il posto di Patuano, la cui scadenza naturale era aprile 2017. L'iter, secondo più fonti, dovrebbe essere rapido. La scelta delle dimissioni arriva a due giorni dal cda del gruppo di tlc. In quell'occasione il consigliere di amministrazione di Telecom Italia, Tarak Ben Ammar, aveva risposto in modo sibillino a chi gli chiedeva se Patuano godesse della fiducia del board: «Finché non c'è qualcosa di negativo, è positivo», le sue parole. Silenzio, invece, da parte di Arnaud de Puyfontain.

L'imminente uscita di Patuano suggerisce una stretta maggiore del primo socio Vivendi sulle strategie e i dossier rilevanti del gruppo tlc spingendo così la speculazione sul titolo in Borsa. È questa l'interpretazione che arriva dagli operatori di Borsa al +3,8% di Telecom Italia nella mattinata di Piazza Affari. Il titolo è tornato ai massimi da due mesi esatti. Dopo un week end di indiscrezioni sulle dimissioni in arrivo da parte del manager e sui contatti per la successione, in una nota Telecom ha confermato l'esistenza di «interlocuzioni volte a definire un'ipotesi di accordo, da sottoporre agli organi sociali competenti, avente ad oggetto la cessazione consensuale delle cariche dal medesimo a.d. rivestite nel gruppo». Secondo i rumors domani dovrebbe tenersi il cda per la ratifica del passo indietro di Patuano. «Vivendi si è assicurata un maggiore controllo del cda solo a dicembre e quindi ha avuto un ruolo contenuto sull'attuale piano industriale - scrivono gli analisti di Akros - Secondo la stampa Vivendi sta chiedendo un maggiore contenimento dei costi e avrebbe un atteggiamento più aggressivo sulle dismissioni (come Tim Brasil). Un cambio di direzione o un accelerazione, con una presa più salda, sembrano in generale positivi per gli azionisti di Telecom». Secondo Equita, anche se l'uscita di Patuano rappresenta «una potenziale minaccia» per le positive strategie adottate negli ultimi due anni, tuttavia «gli interessi di Vivendi e delle minoranze» in questa fase «dovrebbero però quasi sempre essere allineati»: «la creazione di valore per Vivendi dovrebbe passare per un incremento di valore di Telecom si tratti di maggiore efficienze o di corporate action, l'unico caso in cui ci sarebbe asimmetria è quello in cui Vivendi cedesse a premio il suo 24,9% senza attivare opa».

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