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LA GIORNATA DEI MERCATI

Milano maglia nera d’Europa paga l'effetto Veneto Banca, popolari a picco

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Milano maglia nera d'Europa chiude sui minimi di seduta (-1,53%) e paga l'effetto Veneto Banca, che manda ko tutto il settore bancario. In Europa chiudono comunque in rosso tutti i principali listini, appesantiti dal dato sul fronte dell'inflazione europea (-0,1%) che non mostra per ora segnali di inversione di rotta sulla deflazione. A Piazza Affari, con l'aumento di Veneto Banca a forte rischio, crollano le popolari con il Banco Popolare che chiude a -7,3%, Bper a -5,1% e Bpm a -5,47%; Unicredit lascia sul terreno il 4% con Equita che giudica l'aumento di capitale ormai inevitabile (segui l'andamento settoriale).

In controtendenza, invece, Cnh Industrial (+0,6%) dopo il passaggio a vuoto di ieri, legato ai timori di possibili sanzioni ai produttori di campion, e Snam (+0,6%). Sul resto del mercato, Pininfarina balza del 5% dopo il passaggio ufficiale del controllo agli indiani di Mahindra. Sul mercato valutario, in attesa della Bce di giovedi, il cambio euro/dollaro si attesta a 1,113 da 1,1139. Dollaro/yen a 110,9 da 111,14, euro/yen a 123,5 da 123,789. Il Wti torna a un soffio da 50 dollari, a quota 49,89, in rialzo dell'1,1%. Lo spread decennale Btp-Bund si allarga leggermente e chiude a 130 punti base.

La Borsa di Milanoè dunque la peggiore del Vecchio Continente con un passivo dell'1,45% seguita da Madrid (-0,91%), Londra (-0,64%), Francoforte (-0,68%) e Parigi (-0,53%). L'effetto Veneto Banca - con il Fondo Atlante che sarà molto probabilmente costretto a intervenire in modo massiccio, come nel caso dell'aumento della Popolare di Vicenza - manda ko tutte le banche, comprese Unicredit(-4%), Ubi Banca (-3,3%), Mediobanca(-3%) e Intesa Sanpaolo (-2,78%). Per Unicredit, secondo Equita, l'aumento di capitale sarebbe inevitabile poichè altri piani (per esempio la cessione del 20% di Finecobank o delle quote in Pekao o Yapi Kredi) ridurrebbero gli utili e sarebbero "dannose nel medio periodo". Sul listino principale giù anche Telecom Italia (-1,6%) a fronte di un report di Hsbc che evidenza le incertezze legate allo sviluppo della banca larga in Italia e il faticoso processo di consolidamento nel mobile in Europa.

Resistono ai ribassi, invece, le utility e la galassia Agnelli. Snam e Atlantia recuperano rispettivamente lo 0,59% e lo 0,5% mentre Cnh Industrial è la migliore (+0,6%). Seduta positiva anche per Fiat Chrysler Automobiles (+0,3%) mentre A2achiude sulla parità dopo avere toccato i massimi da sei mesi: con il nuovo sindaco di Milano in arrivo c'è chi scommette su possibili cessioni di quote da parte delle amministrazioni e conseguenti rimescolamenti a livello di azionariato.

Sul resto del listino Eems festeggia il ritorno all'utile nel 2015 (per 42,5 milioni) e balza del 42%; Pininfarina guadagna il 5% all'indomani del passaggio del controllo agli indiani di Mahindra: il titolo, peraltro, quota 2,29 euro, ben sopra gli 1,1 euro ai quali la stessa Mahindra lancerà l'Opa. Segno che il mercato scommette sulle prospettive di rilancio della società.

La sterlina soffre, pesa nuovo sondaggio sulla Brexit

A pesare sulla valuta e' un nuovo sondaggio pubblicato dal Guardian da cui emerge che gli elettori del Regno Unito sono a favore di una Brexit. Il 52% degli intervistati è favorevole all'uscita della nazione dall'Unione europea mentre il 48% è contrario. La settimana scorsa un altro sondaggio diffuso sul Telegraph mostrava un risultato opposto (il 55% del campione era contro la Brexit). Il referendum e' previsto il 23 giugno prossimo. La sterlina è arrivata a comprare 1,4546 dollari al momento della pubblicazione del nuovo sondaggio, in calo dello 0,6%. Ora viene scambiata per 1,4560 dollari.

Spese delle famiglie americane oltre le previsioni ad aprile

Oltreoceano, chiusura contrastata per Wall Street col Dow Jones che perde lo 0,49% a 17.786,38 punti e il Nasdaq che guadagna lo 0,29% a 4.948,05 punti. In territorio negativo l'indice S&P500 che scivola dello 0,10% a 2.097,06 punti. I mercati Usa hanno prestato attenzione - sempre in chiave Federal Reserve - ai dati di aprile sulle spese e ai redditi delle famiglie americane. I consumi sono cresciuti più delle previsioni e al passo più rapido in quasi sette anni. I redditi personali sono aumentati in linea con le previsioni. Secondo quanto riportato dal dipartimento del Commercio, le spese per consumi sono cresciute dell'1% mentre gli analisti attendevano un rialzo dello 0,7%. In marzo il dato era rimasto invariato (rivisto al ribasso dal +0,1% della prima stima) e in febbraio era salito dello 0,2%.

I redditi personali sono cresciuti dello 0,4%, in linea con le previsioni e dopo l'aumento analogo di marzo (invariato dalla prima stima). Il tasso di risparmio in aprile si è attestato al 5,4%, il minimo dell'anno e in calo dal 5,9% di marzo (rivisto al rialzo dal 5,4% della stima preliminare). La componente che misura l'andamento dell'inflazione è salita dello 0,3% ad aprile, la lettura mensile migliore da maggio 2015. Su base annuale, ovvero rispetto ad aprile 2015, sale dell'1,1%, al di sotto del 2% considerato ottimale dalla Federal Reserve per il 48esimo mese di fila.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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