
Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, parte dall'acciaio, dal «cuore della manifattura», il suo ideale viaggio nell’industria italiana. Rivolgendosi agli associati di Federacciai, riuniti in assemblea nella sede del Sole 24 Ore, ha ricordato che l’acciaio è componente primaria della manifattura italiana.
Le sfide dell’acciaio, in particolare, sono lo specchio dello scenario che dovrà affrontare, in futuro, l’intera industria del paese. «La competizione - ha detto Boccia si gioca sulla capacità di integrare qualità e innovazione, l’apertura mercati con reciprocità».
“La competizione si gioca sulla capacità di integrare qualità e innovazione, l’apertura mercati con reciprocità.”
Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria
Le forze politiche devono «agevolare crescita e la difesa della manifattura» come è avvenuto nel contrasto del Mes alla Cina: «per la prima volta - ha detto Boccia - il paese ha marciato compatto nella stessa direzione». Il punto fermo è rappresentato del fatto che l’industria dell’acciaio non è obsoleta, ma è uno dei grandi polmoni del sistema industriale moderno. «Oggi - ha aggiunto - affrontiamo per l’acciaio un tema di sovracapacità che riguarda Cina, ma che investe anche Europa. Per questo bisogna creare assetti adeguati a queste sfide».
Inevitabile, infine, un commento sull’Ilva, che per Boccia «è una ferita aperta. I troppi cambiamenti - ha spiegato il presidente - hanno contributo a rendere più complicato lo scenario». Gli imprenditori italiani sono «pronti ad affrontare il problema, ma i rischi regolatori esulano dal nostro controllo. Bisogna superare il quadro di incertezza», in particolare il tema legato a Bruxelles e all’indagine aperta per sospetti aiuti di Stato e il rapporto tra economia e giustizia. Su questo aspetto Boccia ha sottolineato «l'incapacità di far coesistere la tutela dei diritti con tempi e le ragioni economia».
«È fondamentale - ha aggiunto - che sistema giudiziario riesca a calare nel contesto dell'economia le conseguenze delle proprie decisioni. E poi “no” alla conflittualità tra diversi livelli di governo, serve una riforma del Titolo V della Costituzione».
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«Mai più un altro caso Ilva - ha concluso Boccia -: auspichiamo che la vicenda si risolva positivamente e in tempi brevi».
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