Finanza & Mercati

Borsa, super-Mps traina Milano (+2,1%) nel giorno…

  • Abbonati
  • Accedi
mercati

Borsa, super-Mps traina Milano (+2,1%) nel giorno del cda. Wall Street a nuovi massimi

Andamento titoli
Vedi altro

Ancora una giornata da protagonisti per i titoli del settore bancario che hanno spinto al rialzo Piazza Affari e le altre principali Borse europee. Dopo un avvio incerto anche Wall Street ha girato in positivo aggiornando nuovi record (con il Dow Jones in chiusura +1,55% a 19.548,27 punti e lo S&P500 +1,31% a 2.241,29 punti; Nasdaq +1,14% a 5.393,76) e dando ulteriore spunti rialzisti al mercato. A Milano il FTSE MIB ha chiuso a +2,1%. Nel resto d'Europa, Parigi ha guadagnato l'1,36%, Francoforte l'1,96% e Londra l'1,81%.

Occhi puntati sulle mosse di Francoforte

L'attesa degli operatori si sposta ora sulla Bce che domani potrebbe decidere un prolungamento di sei mesi del programma di acquisto di titoli. Ci si interroga, tuttavia, sulla durata dell'estensione - tre o sei mesi - e sulla quantità di titoli acquistati ogni mese che potrebbe scendere a 60 miliardi. «Il nodo - sottolinea l'ufficio studi di Intesa Sanpaolo - rimane, in ogni caso, quali parametri tecnici del programma si vorranno modificare per far fronte alla scarsità di carta governativa tedesca». Protagonisti assoluti i bancari capitani da Mps.

Sprint di Generali, in coda al listino Luxottica

Fra gli assicurativi si è messa in luce Generali sull'ipotesi riportata da Il Giornale secondo cui l'a.d. Philippe Donnet avrebbe voglia di vendere le attività francesi della compagnia ad Allianz per favorire una fusione con Axa. Telecom Italia ha guadagnato il 5,08% dopo che ieri è emerso che Vivendi ha effettuato nuovi acquisti sul titolo riportandosi al 23,925%. Fra gli industriali, ancora acquisti su Buzzi Unicem (+3,21%) e Leonardo - Finmeccanica (+3,05%). In coda, oltre a Luxottica Group e A2a, anche Campari (-14,15%) e Prysmian (-1%). Fra i titoli fuori dal paniere principale, Molmed ha guadagnato il 6,12% dopo aver chiesto la parziale commercializzazione di un nuovo farmaco antitumorale. Prese di beneficio su Tiscali (-5,06%) che aveva corso molto dopo l'accordo con Fastweb.

Mps vola, passa di mano il 12% del capitale

A Milano, protagonista di giornata è stata ancora Banca Mps (+10,79%) nel giorno in cui si è riunito il cda per fare il punto sulla ricapitalizzazione. La partita si gioca su due fronti: da un lato l'istituto avrebbe chiesto più tempo alla Bce per effettuare l'operazione andando oltre la scadenza prevista del 31 dicembre, dall'altro si ragiona di ipotesi alternative se la ricapitalizzazione non dovesse andare in porto. Il titolo è stato protagonista anche per quel che riguarda gli scambi con l'11,9% del capitale passato di mano, pari a 3,5 milioni di pezzi. L'istituto senese resta sempre al centro dell'attenzione del mercato e della politica. Proprio in queste ore si riunisce il cda dell'istituto per fare il punto sulla ricapitalizzazione fino a 5 miliardi chiesta dalla Bce. L'ipotesi che l'operazione venga finalizzata entro fine anno è ormai saltata e ieri l'a.d. Morelli ha avuto un confronto con i vertici della vigilanza dell'Eurotower proprio per chiedere qualche settimana in più trovando la disponibilità di Francoforte. Tuttavia, vista l'instabilità politica e i tentennamenti del fondo del Qatar l'operazione resta ad alto rischio di esecuzione.

Proprio per questa ragione si sta pensando anche a un piano B e oggi, diversi quotidiani, ipotizzano un intervento pubblico. Le modalità di un'operazione di questo tipo sono ancora da definire ma ci sarebbe l'ipotesi di acquisto da parte del Ministero dell'Economia dei subordinati retail (2,1 miliardi) che verrebbero convertiti in equity. Non ci sono indiscrezioni sul prezzo di acquisto, secondo gli analisti di Equita è ragionevole attendere che possa essere vicino a 100 (prezzo di mercato di 60) visto che il razionale sarebbe proteggere i risparmiatori.

È ipotizzabile - aggiungono gli analisti - che il piano preveda la conversione obbligatoria dei subordinati (1 miliardo) che non hanno aderito all'Lme ( liability management exercise): «È possibile - sostiene Equita - che non ci sia burden sharing ma c'è il rischio di un prezzo di conversione più elevato. Mps raccoglierebbe 4,5 miliardi di capitale, quindi la necessita' di ricapitalizzare sul mercato di fatto verrebbe quasi annullata». In ogni caso, la realizzazione del piano implica in via libera della Ue all'articolo 49 della Brrd che consente l'esclusione delle passività dal bail-in in caso di rischio contagio. Nei termini ipotizzati, l'operazione ridurrebbe il rischio perchè si tratterebbe di un salvataggio ex ante (bail-out). Il Ministero dell'Economia avrebbe dunque il 64% di Mps en «trattandosi di una soluzione company specific, non ci sarebbero rischi per il resto del settore».

Ma a Milano è stata un'altra giornata di forti acquisti su tutto il comparto bancario. Dietro a Mps, si è messa in evidenza Bper (+10,41%) che è fra i pochi istituti per il quale Fitch ha mantenuto l'outlook stabile. Bene anche Banco Popolare (+6,38%), Bpm (+6,29%) e Ubi (+4,69%).

Spread ancora in calo

Prosegue anche oggi la fase di riduzione dello spread tramite un andamento dicotomico dei tassi: in rialzo quelli tedeschi e in direzione opposta quelli italiani sul segmento decennale (segui qui l'andamento del BTp 10 anni). Da un lato, sottolineano gli analisti di Mps Capital Services, incide l’intervento (effettivo o minacciato) della Bce e dall’altro il drastico recupero dei listini azionari. Sul rialzo dei titoli tedeschi sta avendo impatto anche il marcato aumento delle aspettative di inflazione che, ancora oggi, per il settimo giorno consecutivo, sono in rialzo. Il tasso decennale tedesco si è portato in prossimità dello 0,4% in un contesto di forti rialzi sui listini azionari. Lo spread sul finale ha chiuso a 156 punti base con il rendimento del Btp decennale che si attesta all'1,91%.

Petrolio in calo dopo i dati sulle scorte Usa

In calo il petrolio dopo i dati sulle scorte Usa: il Brent ha perso lo 0,63% a 53,59 dollari al barile mentre il Wti a New York ha perso il -2,3% a 49,44 dollari (prima chiusura sotto quota 50 dollari al barile dal 30 novembre). Nella settimana conclusa il 2 dicembre, nel dettaglio, le scorte di petrolio negli Stati Uniti sono calate di 2,389 milioni di unità a 485,756 milioni, mentre gli analisti attendevano un ribasso di 900mila barili, dopo la discesa di 844.000 unità precedente. Secondo i dati diffusi dal dipartimento all'Energia, gli stock di benzina sono cresciuti di 3,425 milioni di unità a 229,548 milioni, dopo il rialzo di 2,097 milioni di barili dei sette giorni precedenti e la salita di 1,7 milioni di barili attesa. Le scorte di distillati, che includono il combustibile da riscaldamento, sono aumentate di 2,501 milioni di unità a 156,697 milioni, dopo la crescita di 4,957 milioni di barili della settimana precedente e l'incremento di 1,5 milioni di unita' previsto.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

© Riproduzione riservata