C’è l’Acetificio M. de Nigris fondato nel 1889 e Technowrapp nata nel 2002; c’è Montefarmaco Otc concentrata finora sul mercato italiano e New Box che spinge sui mercati internazionali; c’è Nicole Fashion Group nata dall’idea di un’imprenditrice e Ennova che si è sviluppata nell’incubatore I3P del Politecnico di Torino. Il nuovo gruppo di aziende entrato ieri nel programma Elite rappresenta uno spaccato del tessuto imprenditoriale italiano nella sua varietà geografica, settoriale, strategica e di sviluppo. Sono in tutto 34 le imprese che hanno fatto il loro debutto ieri in un percorso creato per supportare le aziende nella realizzazione dei loro progetti di crescita.
Dall’identikit del gruppo emerge che provengono da 12 regioni, tra cui per la prima volta la Calabria con Agrumaria Reggina, e operano in diversi settori tra cui chimica, ICT, food&beverage e moda. Le aziende hanno, inoltre, un fatturato medio di 58 milioni di euro con un tasso di crescita del 13 per cento.
«Oggi Elite è presente in 25 Paesi, a testimonianza di come risponda alle esigenze delle pmi a prescindere dalla loro collocazione geografica» ha commentato Raffaele Jerusalmi, amministratore delegato di Borsa Italiana e presidente di Elite, che ha aggiunto riguardo alle prospettive delle Ipo a Piazza affari: ««La pipeline delle società che si quoteranno l’anno prossimo è molto nutrita e se non ci saranno cambiamenti radicali nello scenario internazionale, il traguardo di 50 società è assolutamente a portata di mano.
Molte aziende hanno già dichiarato di essere interessate a quotarsi, da Eataly e Valentino poi i tempi saranno tutti da definire. Anche quelle interessate a quotarsi sul mercato principale sono parecchie - ha svelato il manager - almeno una ventina appartenenti a settori diversi».
Certo il mercato potrebbe essere più liquido se entrassero in gioco attori al momento ai margini in Italia, come ha sottolineato il presidente di Cassa Depositi e Prestiti, Claudio Costamagna, che auspica una maggiore partecipazione degli investitori istituzionali agli investimenti nella Borsa Italiana, «per dare ancora più spinta alla crescita delle imprese.
Dati 2016 della Covip riportano che i fondi pensione e le casse professionali italiane hanno investito in azioni e obbligazioni emesse da aziende italiane solo il 3,7% del loro patrimonio: si tratta di 3,4 miliardi in bond e 3,8 in azioni. Non è un caso che siamo noi quindi il maggiore investitore del mercato borsistico italiano. Nel mondo sono però questi i soggetti, insieme alle assicurazioni, che sostengono il mercato azionario».
Il programma Elite offre alle imprese l’opportunità di prepararsi ad affrontare proprio il mercato dei capitali attraverso l’accesso a opportunità di finanziamento, visibilità e attrattività, le mette in contatto con potenziali investitori e affianca il management in un percorso di cambiamento culturale e organizzativo. Particolare attenzione viene posta al finanziamento, tanto che Elite ha annunciato il lancio dei basket-bond per le pmi, vale a dire emissioni collettive di obbligazioni che godono della garanzia di grandi istituti internazionali, come anticipato dal Sole 24 Ore domenica scorsa.
«Il futuro del nostro Paese è strettamente collegato alla capacità di valorizzare quello delle sue aziende più virtuose e Elite gioca un ruolo cruciale nel raggiungimento di questo obiettivo. Basti pensare che oltre il 35% delle società Elite ha già completato operazioni di finanza straordinaria per un valore aggregato di oltre 5 miliardi di euro» ha sottolineato Luca Peyrano, ceo e general manager di Elite.
Con i 34 nuovi ingressi di ieri la community internazionale di Elite, che collabora con Confindustria, raggiunge quota 632 aziende, di cui oltre 400 italiane, per 50 miliardi di euro di ricavi e oltre 224.000 dipendenti.
Nel mese di novembre sono previsti, inoltre, altri 46 ingressi che si andranno ad aggiungere a quelli italiani di ieri. Al contempo, sempre ieri, hanno ricevono il Certificato Elite 18 aziende che hanno completato il proprio percorso di crescita.
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