I mercati si interrogano: cosa accadrà tra qualche mese, dal primo gennaio del 2019, dopo che il 31 dicembre finirà il Qe?
Che succederà a tassi e rendimenti di titoli di Stato dopo la fine degli acquisti netti di asset finanziari da parte della
Bce? Che forma prenderà il nuovo strumento di politica monetaria che è il reinvestimento dei circa 1.600 miliardi di titoli
di Stato accumulati nei bilanci delle banche centrali dell'eurosistema dal marzo del 2015? Come saranno i rialzo dei tassi
in risalita dai tassi negativi e quanto e come saliranno i tassi di riferimento in un momento in cui l'economia europea inizia
già a manifestarsi in una fase di moderazione e l'inflazione non è ancora arrivata al target, vicina ma di poco inferiore
il 2%? Che cosa farà la Bce se dovesse arrivare all'improvviso una recessione, provocata dalla guerra commerciale della corsa
ai dazi?
Dal “whatever it takes” a oggi: sei anni di politica monetaria non convenzionale
Dal discorso del “whatever it takes”di Mario Draghi, ne è passata di acqua sotto i ponti che tengono assieme i 19 Paesi dell'Eurozona.
Era il 26 giugno del 2012, al picco della crisi dell'euro e del debito sovrano in euro, quando a Londra il presidente della
Bce si rivolse ai mercati e disse in maniera “candida e franca”: l'euro è irreversibile, nessun Paese uscirà dall'Eurozona
e “la Bce è pronta a fare tutto il necessario per preservare l'euro. E credetemi: sarà abbastanza”. Da allora, la Banca centrale
europea ha fatto effettivamente tutto il necessario per preservare l'euro: OMT (acquisti monetari definitivi), TLTRO (speciali
prestiti alle banche mirati all'economia reale), QE, tassi negativi, forward guidance.
La cassetta degli attrezzi della Bce: quali e quanti i nuovi strumenti?
Omts: Le Omt (operazioni monetarie definitive) consentono alla Bce di acquistare sul mercato secondario i titoli di Stato con vita residua
fino a tre anni di un Paese che ha richiesto e ottenuto aiuto dal fondo salva-Stati ESM (un programma integrale oppure una
linea di credito precauzionale ECCL). Gli acquisti della Bce non sono automatici ma vengono fatti con discrezionalità: sulla
base della valutazione del rispetto del Paese che ha chiesto aiuto degli impegni presi sottoscrivendo il Memorandum of Understanding.
E solo se il fondo salva-Stati ha aperta la facoltà di acquistare i titoli di Stato sul primario, in asta. Questo strumento
finora non è mai stato utilizzato: sebbene la definizione delle modalità del suo utilizzo lo abbiano fatto entrare a pieno
titolo nella cassetta di attrezzi della Bce, resta da vedere quale sarà la volontà del consiglio direttivo di ricorrere alle
Omt nell'era dopo-Draghi.
Il mercato si interroga se le Omts hanno un futuro nell'era dopo-Draghi: il mandato di Mario Draghi come presidente della Bce finisce nell'ottobre 2019.
Tltro: le targeted longer-term refinancing operations sono prestiti concessi dalla Bce alle banche europee con una durata fino
a quattro anni, mirati (targeted) al finanziamento di debitori privati, aziende o famiglie. Sono state fatte due serie di
Tltro: il 5 giugno del 2014 e il 10 marzo del 2016. Nel 2018 la prima serie viene rimborsata.
Il mercato si interroga se questo diventerà il primo strumento di risposta a una recessione
Qe: Gli acquisti netti di asset finanziari della Bce sono iniziati con i covered bond nel giugno 2009 (Cbpp1 durata di un anno),
rinnovato nel 2011 (Cpp2 fino all'ottobre 2012) e prolungato nell'ottobre 2014 (Cpp3). Il programma di acquisto di cartolarizzazioni
Abspp è stato annunciato nel giugno 2014 e iniziato nel novembre 2014. Nel gennaio 2015 è stato annunciato il programma Eapp
(Euro asset purchase programme) che comprendeva Cpp3, Abspp e il Pspp, quest'ultimo la novità, gli acquisti di titoli di Stato
con vita residua tra 3 e 30 anni (con capital key) e bond sovrannazionali e di enti della pubblica amministrazione: meglio
noto come Qe, è iniziato nel marzo del 2015 con acquisti netti da 60 miliardi al mese.
È stato aumentato a 80 miliardi al mese dal marzo 2016 con acquisti di titoli anche con vita residua fino a 1 anno e con rendimento
sotto il tasso delle deposit facilities (e l'aggiunta del programma di acquisto di corporate bond CSPP) all'aprile 2017. Dall'aprile
2017 gli acquisti netti sono stati 60 miliardi al mese fino all'ottobre 2017, quando sono stati ridotti a 30 miliardi, importo
che viene mantenuto fino alla fine del programma al 31 dicembre 2018. Il mercato si interroga su come la Bce gestirà il reinvestimento
dei titoli di Stato nel bilancio, dopo la fine degli acquisti netti: varrà ancora il requisito della capital key che impone
la ripartizione degli acquisti sulla base del Pil e della popolazione dei 19 Stati membri dell'euro? I vecchi titoli in scadenza
verranno reinvestiti in titoli con la stessa durata al momento dell'acquisto iniziale oppure la Bce allungherà le scadenze
e la vita media in portafoglio? Il reinvesimento può equivalere a uno strumento di politica monetaria accomodante.
Tassi Negativi... E ora?
nel giugno del 2014 la Bce è arrivata sotto lo zero bound, con tassi d'interesse negativi delle deposit facilities (parcheggio
di liquidità overnight presso l'Eurosistema) che sono a -0,40%. Il mercato si interroga su come avverrà la risalita allo
0% e poi ai tassi positivi. Il primo rialzo dei tassi d'interesse dovrebbe arrivare dopo la fine dell'estate 2019. Ma non
è certo. La Bce dovrebbe iniziare la stretta e la politica monetaria restrittiva con il rialzo delle deposit facilities.
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