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Perché il presidente della Consob è sotto attacco del governo

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INDIPENDENZA A RISCHIO

Perché il presidente della Consob è sotto attacco del governo

Si chiama spoils system per questo. Al mutare delle maggioranze di Governo si cambiano o si tentano di cambiare gli scranni apicali delle Authority con personaggi di provato allineamento partitico. Oggi però sembra che le precondizioni siano un po’ diverse. Mario Nava, da pochi mesi insediato alla presidenza della Consob, è un tecnico della finanza e delle regole bancarie proveniente dalla Commissione Ue: la sua nomina fu decisa dall’ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni con il pieno sostegno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Paradossalmente, proprio le qualità che gli sono state riconosciute dai regulator europei e dal mercato finanziario - competenza, esperienza e indipendenza - sembrano ora diventate una sorta di handicap. Aver collaborato alla riscrittura delle regole europee sulle banche e alla costruzione della Capital Market Union non è evidentemente un merito per il nuovo governo italiano. Ma in realtà, più del suo curriculum europeo, è soprattutto l’indipendenza di Nava dai partiti e quella della Consob dal Parlamento e dal Governo che sembra infastidire la nuova maggioranza: la Consob, come è noto, finanzia la propria attività con i contributi di vigilanza pagati dagli emittenti, non con i soldi dei contribuenti. Ma tant’è, quello del tiro alla Consob ha assunto quasi le caratteristiche di uno sport nazionale.

Sotto tiro della politica la presidenza dell’Authority lo è da sempre. Da Bruno Pazzi in poi; con Lamberto Cardia, fortemente criticato ai tempi di Cirio e Parmalat e Giuseppe Vegas, finito al centro delle polemiche dopo il cedimento strutturale delle due banche venete e delle quattro banche “risolte”. Nulla di nuovo sotto il sole, si dirà. Invece di nuovo c’è molto. Quasi tutto. A cominciare dall’universo su cui la Consob ha il compito istituzionale di vigilare. Un mondo vischioso, imprendibile, sfuggente, rapido, mutante.

Un mondo in cui a dominare sono gli algoritmi. Per capire come sia cambiato il modo di vigilare della Consob basta leggere i suoi bollettini settimanali: centinaia di società basate a Cipro a Malta o altrove che raccolgono denaro abusivamente, vengono fermate e subito ripartono con ragioni sociali diverse. I siti web vengono oscurati e vengono riaperti altrove ricominciando da capo.

Un tempo quello della vigilanza era un campo di gioco adatto agli avvocati civilisti. Oggi è materia da ingegneri elettronici e daesperti d’informatica. Il divieto di vendita retail di opzioni binarie e CFD deciso dall’Esma, per esempio, è nato sotto la forte spinta della Consob, prima tra le authority Ue ad aver capito la pericolosità del web per i piccoli risparmiatori.

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