L’improvvisa inversione di rotta del petrolio ha tradito anche Pierre Andurand, uno dei pochi gestori di hedge funds che non solo erano sopravvissuti, ma avevano prosperato persino nel periodo più buio della crisi del settore.
Il suo fondo – l’Andurand Commodities Funds, con oltre un miliardo di dollari in gestione – ha perso il 20,9% a ottobre, quando il prezzo del greggio dopo essere volato ai massimi da 4 anni ha avviato una discesa sempre più rapida, che l’ha portato questo mese in «bear market».
La performance mensile, rivelata dal Wall Street Journal, è la peggiore mai realizzata da Andurand ed è un grave smacco per il francese, che ha guadagnato una stima tale da essere consultato persino dall’Opec sugli orientamenti del mercato.
Fino a poco tempo fa il gestore, ex Goldman Sachs e Vitol, si dichiarava super-rialzista: la primavera scorsa assicurava che il petrolio avrebbe superato 100 dollari al barile nel 2018, per lanciarsi in un rally pluriennale che avrebbe reso «non impossibile» un’impennata fino a 300 dollari.
Il fondo di Andurand, creato nel 2013, ora rischia di chiudere per la prima volta un anno in perdita: a fine ottobre era in ribasso del 12%. La performance dal suo avvio resta comunque strepitosa: il rialzo supera tuttora il 100%.
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