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Digitalizzazione

Italgas, così la rete di distribuzione sarà gestita dalla «nuvola»

L’amministratore delegato di Italgas Paolo Gallo
L’amministratore delegato di Italgas Paolo Gallo

Che sia stata una migrazione complessa lo dicono i numeri: più di 180 persone coinvolte, 2500 device, 3600 utenze. E ancora, 2500 postazioni di lavoro distribuite su 99 sedi e 90 applicazionisu 1000 server virtuali. Ma il primo passo della rivoluzione 4.0 targata Italgas è andato a traguardo con il passaggio su una piattaforma di “cloud pubblico” (Microsoft Azure) di tutta la mappa applicativa dell’azienda torinese guidata da Paolo Gallo e impegnata in un ambizioso programma di digitalizzazione per il quale il piano industriale 2018-2024 ha messo sul piatto investimenti per 300 milioni di euro.

Gallo: il passaggio al cloud ci permette grande flessibilità e ottimizzazione dei costi
«Il vecchio sistema - spiega il ceo Gallo al Sole24ore.com - è stato spento l’8 novembre e nel giro di qualche giorno siamo passati sul cloud. Il trasferimento è stato un po’ più complicato del previsto, ma alla fine tutto è andato in porto. E il nuovo assetto ci assicura una grande flessibilità oltre che una notevole ottimizzazione dei costi». Gallo preferisce non sbilanciarsi, i conti si faranno semmai alla fine quando la trasformazione digitale sarà completata, ma è chiaro che i risparmi saranno significativi. 

Un “salto quantico” non più differibile
Anche perché la digitalizzazione da lui voluta sarà molto profonda e riguarderà non solo i processi aziendali e la rete di distribuzione, ma anche la forza lavoro impegnata nelle attività sul campo. «La rete rimarrà tradizionale, ma farà una sorta di “salto quantico”», era stata l’efficace sintesi formulata dal numero uno a fine giugno, in occasione della presentazione del piano industriale. Un salto quantico non più differibile per Italgas che, staccatasi da Snam a novembre di due anni orsono, si è trovata di fronte a un bivio: rifare ex novo l’infrastruttura dopo la separazione dall’ex casamadre oppure puntare una piattaforma virtuale.

Tutti i vantaggi della migrazione
La scelta è caduta sulla seconda opzione e su Microsoft Azure. «Il cloud - prosegue Gallo - impone un rigore che non è richiesto dall’infrastruttura fisica e, soprattutto, ti costringe a ottimizzare la gestione e a massimizzare lo spazio». Senza contare che, chiarisce ancora il ceo, «vanta parametri molto stringenti anche sul fronte della sicurezza». Insomma, non ci sono rischi di hackeraggio dei dati perché, come ricorda Gallo, «queste piattaforme sono costruite in modo da minimizzare i rischi di attacchi informatici con sistemi di backup in paesi diversi da dove sono localizzate. Un po’ come aver trasferito tutto nei caveau di Fort Knox».

La digital factory come “motore” della digitalizzazione
Completata la migrazione sul cloud pubblico, la rivoluzione digitale di Italgas procede quindi a tambur battente. E fa perno su un vero e proprio motore del cambiamento, la “digital factory”: un ambiente protetto, al piano superiore della sede direzionale di Milano, in cui team multifunzionali dell’azienda lavorano alla trasformazione dei processi aziendali mediante l’utilizzo di tecnologie innovative e con l’obiettivo di mettere a punto ogni 16 settimane un prodotto minimo funzionante. «Attualmente - spiega Gallo - abbiamo fatto partire due delle quattro stanze digitali previste e la prima di queste dovrebbe rilasciare entro metà febbraio i primi risultati. Sono dei mini-laboratori che funzionano a tempo pieno e con un percorso molto operativo e stretto nei tempi». Non delle semplici fucine di idee, dunque, ma agenti attivi della trasformazione digitale che investirà Italgas a 360 gradi.

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