Non solo una ricca commessa per Saipem, ma un accordo che con l’appoggio del Governo italiano – e nonostante il rischio di nuove sanzioni americane – ritaglia un ruolo di primo piano per le nostre imprese nello sviluppo delle risorse di gas in Russia.
La società guidata da Stefano Cao in joint venture con la turca Renaissance si è aggiudicata, come da anticipazioni, un contratto da 2,2 miliardi di euro per la realizzazione di Arctic Lng 2, il nuovo impianto di gas liquefatto che Novatek conta di inaugurare entro il 2022-2023 in Siberia, dopo aver completato in tempi record Yamal Lng.
Ma Saipem non era sola alla cerimonia organizzata a Palazzo Chigi dal vicepremier Luigi Di Maio.
In presenza dell’ambasciatore russo Sergey Razov hanno firmato accordi anche Sace Simest (Gruppo Cdp) e Nuovo Pignone, non più un’impresa italiana, visto che oggi appartiene all’americana Bhge (Baker Hughes General Electric), ma certamente un pezzo importante della nostra storia industriale: ieri si è portata a casa una commessa da 500 milioni di euro, come si deduce dal comunicato del Ministero dello sviluppo economico, che parla di accordi per complessivi 2,7 miliardi (dagli interessati non ci sono ancora conferme ufficiali).
Sace Simest – che aveva garantito un prestito di 400 milioni per Yamal Lng nel 2016, quando Mosca faticava a trovare finanziatori per le sanzioni – ha invece stretto un’intesa di «cooperazione strategica» con Novatek, mirata a «rafforzare la collaborazione su progetti futuri»: Arctic Lng 2 e non solo. L’ad Alessandro Decio evidenzia «enormi opportunità» per le imprese italiane attive nell’Oil & Gas, che per le loro tecnologie e know how godono di un «ampio riconoscimento internazionale».
La nota del Mise cita ulteriori accordi con Saren. Quest’ultima tuttavia altro non è che la jv paritaria, ma a leadership italiana, tra Saipem e Renaissance, creata ad hoc per la commessa appena assegnata da Arctic Lng 2 (60% Novatek e 40% Ekropromstroy), un incarico che porterà 1,1 miliardi in cassa alla società di San Donato.
Saipem – che dal 2016 ha una partnership strategica con Novatek focalizzata sul Gnl – era già stata indicata mesi fa dai russi come la candidata ideale per il delicato compito appena affidatole, ossia la progettazione e la costruzione di tre piattaforme a gravità in cemento, che verranno ancorate ai fondali marini in una zona con temperature estreme, a nord del Circolo polare artico, per sostenere altrettanti impianti di liquefazione del gas: treni da 6,6 milioni di tonnellate l’anno ciascuno, grazie ai quali Mosca – che già controlla il 10% delle forniture mondiali di Gnl – potrà rafforzare ulteriormente la sua presenza sul mercato.
Per Saipem, ha commentato l’ad Cao, l’acquisizione di questo contratto è «un ulteriore successo nel settore ad alto valore aggiunto del Gnl», settore chiave per la transizione energetica. Inoltre «rafforza la presenza della società in Russia, Paese in cui ha un importante track record di realizzazione di infrastrutture».
La commessa non è priva di rischi. Washington, a sua volta lanciata alla conquista del mercato del Gnl, minaccia ulteriori sanzioni contro Mosca, mirate proprio al settore dell’energia.
Ma l’appoggio del Governo italiano nel caso di Arctic Lng 2 è solido. Ed è particolarmente significativo, visto che per il gasdotto Tap non sono mancate critiche sulla possibilità teorica di trasporto del gas russo.
Il comunicato di ieri del Mise esprime invece «soddisfazione» per la recente missione a Mosca del premier Giuseppe Conte, che ha gettato le basi per le commesse appena assegnate, e definisce «positivo» il quadro dei rapporti bilaterali con la Federazione russa.
«Al fine di approfondire ulteriormente tale collaborazione strategica», l’Italia – conclude la nota – ha accolto «volentieri» l’invito a partecipare alla fiera internazionale Innoprom a Ekaterinburg nel 2020.
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