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Rischio Italia, dopo il voto Grecia più vicina: solo 48 punti di spread

Solo 48 punti separano il BTp dai titoli di Stato greci. È un nuovo minimo dal 2009 per il differenziale di rendimento che misura il premio di rischio che gli investitori sui mercati richiedono per detenere titoli di Atene invece che BTp. Lo spread Italia-Grecia viaggiava oltre quota 80 punti venerdì e si è bruscamente ristretto dopo il voto di domenica.

L’esito elettorale, per l’Italia, ha confermato la presa dei partiti euroscettici (seppur a proporzioni invertite tra Lega e 5 stelle) favorendo il mantenimento degli attuali rendimenti sui BTp. Nel caso della Grecia invece si è vista una chiara inversione di rotta con l’affermazione del partito europeista di centro-destra Nea-Demokratia con il 33% delle preferenze. Syriza, il partito di sinistra al governo, si è invece fermato al 23,7 per cento. Un risultato che ha costretto il premier Tsipras ad alzare bandiera bianca e mandare il Paese a elezioni anticipate.

Ed è stata proprio la notizia del voto anticipato a mettere il turbo ai titoli di Stato greci fino a innescare un calo di ben 25 punti dei rendimenti a 10 anni che si sono attestati poco oltre la soglia del 3% sulla scadenza decennale. Ai minimi storici. Un rally, quello sui titoli di Stato greci, che si è riflesso anche sulla Borsa di Atene, in rialzo del 5 per cento.

La decisione di tornare alle urne (una data papabile potrebbe già essere il 30 di giugno) è stata accolta positivamente dagli investitori che vedono nell’assai probabile vittoria di Nea Demokratia uno sviluppo per le sorti dell’economia e delle finanze del Paese. O quantomeno uno sviluppo più in linea con il progetto europeo e pertanto favorito dai mercati.

Ma quanto è giustificato un premio di rischio tanto ridotto tra un Paese come la Grecia che, seppur uscito dal programma di salvataggio resta un osservato speciale per i mercati e le autorità comunitarie, e un Paese come l’Italia che resta la terza economia dell’Eurozona? Ben poco, si direbbe, a giudicare dai rating dei due Paesi che restano a distanza abissale l’uno dall’altro: l’Italia continua ad avere un merito di credito “investment grade” a tripla B mentre la Grecia resta ferma a B+.

I fondamentali delle due economie insomma restano ben distanti ma c’è una differenza chiave: in Grecia, nonostante anni di austerità, resta forte il sostegno ai partiti pro-euro come dimostra l’esito del voto, in Italia è vero il contrario. Oltre alla Lega, balzata al 34% delle preferenze, c’è un altro partito sovranista, Fratelli d’Italia, al 6% mentre i 5 stelle, benché fortemente ridimensionati, godono ancora delle preferenze del 17% degli elettori.

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Nel Paese insomma si conferma forte il sostegno ai partiti euroscettici e c’è da credere che, anche alla luce di questi numeri, Salvini possa prendere la palla al balzo e andare a un nuovo scontro con la Ue sulla legge di bilancio 2020. Le prime dichiarazioni del ministro dell’Interno, che ha subito parlato di rimettere in discussione i parametri di bilancio, lascano intendere chiaramente che Salvini è pronto ad andare allo scontro. Per questo rendimenti e spread sui titoli di Stato italiani restano alti.

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