Da inizio mese l’oro ha guadagnato il 5%. Ieri ha superato i 1.350 dollari l’oncia segnando un ulteriore apprezzamento dello 0,5%. Allo stesso tempo nelle ultime due settimane i rendimenti globali delle obbligazioni (misurati dall’indice Jp Morgan Gbi global all traded) sono scesi di 27 punti base, dall’1,42% all’1,16%. In più i bond a tassi a negativi in circolazione (circa un quinto del totale) sono vicini al record, intorno a 12mila miliardi di dollari.
Cosa sta accadendo? Il mercato delle obbligazioni globali sta aggiornando i tassi al nuovo scenario decisamente accomodante delle banche centrali. Se a maggio gli investitori credevano che la Fed rimanesse ferma per tutto il 2019, a partire dal 3 giugno (discorso del governatore Jerome Powell) la prospettiva è stata ribaltata. Powell ha difatto aperto a dei tagli, considerate le prospettive di rallentamento della crescita economica, corroborate dagli ultimi dati sull’inflazione. Gli investitori si aspettano ora due tagli entro fine anno, e 1-2 tagli nel 2020. Non a caso ieri i Treasury a 10 anni sono scivolati al 2,04%, il livello più basso da settembre 2017.
Anche la Bce, stando alle previsioni, potrebbe intervenire ulteriormente al ribasso sul tasso dei depositi (oggi -0,4%) entro
fine anno. I rendimenti dei governativi europei riflettono di pari passo questo scenario. Ieri i tassi del Bund tedesco a
10 anni hanno toccato il minimo storico a -0,26%. Minimo di sempre anche per i rispettivi titoli spagnoli (0,49%). Anche i BTp,
per quanto stiano pagando il prezzo di un latente e potenzialmente sempre all’orizzonte scontro tra il governo e Bruxelles
e potrebbero vivere a un autunno caldo, sono scesi al 2,3% che rappresenta il livello più basso da oltre un anno.
L’attuale congiuntura finanziaria sta spingendo gli acquisti sull’oro. Per due, scolastiche, ragioni: 1) quando i bond diventano meno competitivi in termini di cedole, l’oro (che non le distribuisce) tende a rafforzarsi; 2) quando la Fed taglia i tassi il dollaro si indebolisce e l’oro, quotato in dollari, tende ad apprezzarsi.
In, più, ad alimentare la propensione verso il metallo giallo in questo momento ci sono anche i timori legati a un'escalation della situazione mediorientale dopo l'attacco a due petroliere per il quale gli Usa accusano l'Iran.
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