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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2013 alle ore 09:02.

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Tra Novara e la ricerca... la chimica funziona. Non è un gioco di parole.

Non è neppure un caso che in un isolato di qualche centinaio di metri nella zona Est della città si concentrino una serie di laboratori, istituzioni e sedi di multinazionali: la facoltà di Farmacia dell'Università del Piemonte Orientale; la Novamont, che ha inventato il Mater bi, plastica biodegradabile con cui si realizzano sacchetti, stoviglie e altri oggetti; l'Istituto Guido Donegani che nel corso della sua storia ha portato avanti le scoperte del premio Nobel Giulio Natta (grazie al quale fu inventata la plastica) e che oggi è uno dei centri di ricerca Eni per le energie non convenzionali. E poi, nello stesso quadrilatero, nel palazzo di Renzo Piano che ospitava l'Istituto sperimentale metalli leggeri, oggi sede della Fondazione Novara Sviluppo voluta dalla Provincia, trovano posto i centri di ricerca di farmaceutica e chimica verde Ticinum Lab e Chemessentia (della spagnola Chemo Group), il Dipartimento di scienza del farmaco dell'Università del Piemonte Orientale, e l'incubatore di imprese Enne3 dello stesso ateneo, con una decina di spin off.
«Sono realtà – spiega il direttore di Enne3 Lorenzo Lener – che occupano una quarantina di addetti, ma il numero è destinato a salire con il prossimo ingresso, tra marzo e giugno, di altre cinque realtà». Complessivamente, sotto il tetto di Novara Sviluppo lavorano circa 200 persone.

Certo, oggi «con la crisi generale è già importante gestire e mantenere l'esistente» come sottolinea il rettore dell'Università del Piemonte Orientale Cesare Emanuel. Non sono più i tempi d'oro della Società elettrochimica novarese, poi intitolata a Guido Donegani, promotore dell'istituto nel 1921 insieme a Giacomo Fauser, cui oggi è intitolata la via dove ha sede l'istituto.
Un po' per vocazione, un po' per le aziende insediate, un po' grazie alla presenza dell'Università, quello tra Novara e l'innovazione resta un rapporto privilegiato. Ma non è l'unico terreno di coltura dal quale si sviluppano start up in grado di imporsi a livello di idee e processi innovativi. «Tra i prossimi ingressi in Enne3 – annuncia Lener – la prossima settimana si insedieranno due realtà che operano nell'ambito dei social media e dell'Ict». Mentre tra maggio e giugno sarà la volta di una società che ha sviluppato un metodo per monitorare il degrado progressivo dei materiali (si veda altro articolo in pagina) e che sta già lavorando con Israele e la biblioteca del Congresso a Washington. Ma ci sarà pure la start up che utilizza delle felci per bonificare aree dalla presenza di arsenico e che «potrebbe trovare impiego nel risanamento di poli industriali dismessi» sottolinea Lener.

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