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Questo articolo è stato pubblicato il 26 febbraio 2013 alle ore 06:24.

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Una rete della conoscenza per consolidare e diffondere un patrimonio ineguagliabile del territorio: quello delle piccole-medie imprese.
Nelle Marche non risparmiate dalla crisi si punta anche sulla formazione del cosiddetto "capitale umano", sul confronto tra imprese e "centri del sapere" per migliorare la competitività e affrontare la concorrenza dei mercati che oggi non si gioca più solo sulla qualità delle produzioni, ma soprattutto sulle competenze. È con questa strategia che anni fa è cominciata la costruzione di un network della conoscenza: canali sempre più ricchi in numero e in contenuti nei quali scorre un flusso informativo da e per i centri universitari regionali; da e per le migliaia di imprese del territorio; da e per le scuole e i poli di formazione.

Una rete che, a via a via, si è allargata sempre più alle realtà produttive della regione che ha una spiccata vocazione al manifatturiero: nautica, cantieristica, sistema moda nel suo complesso (dal tessile alla pelletteria alle calzature), arredamento, agroindustria, elettrodomestici. Migliaia di piccole e medie aziende che, nel corso degli anni, hanno sviluppato una crescente domanda di competenze tecniche e che il sistema scuola-formazione del territorio non sempre è stato in grado di fornire.

Poi, dal 2008, i colpi della crisi hanno cambiato il mondo, come spiegano non pochi imprenditori. Si è compreso che per superare la recessione, quel carattere tipico di "italianità" - da solo - non bastava. Applicare le ricette accademiche dell'economia e della gestione aziendale al "made in Italy" non era più sufficiente. O meglio, servivano se mischiate a qualche cosa di nuovo, cioè a quelle idee che nascono solo dal punto di incontro tra aziende e sistema dell'istruzione.

Il bollettino trimestrale della congiuntura economica, spiega che la produzione industriale del sistema Marche, in chiusura di anno, ha perduto più del 9% rispetto alla rilevazione 2011. Molto colpito il settore delle calzature, la cui performance negativa supera il 12%, mentre gli altri settori del manifatturiero regionale registrano cali tra l'8 e i 9 per cento. La città di Fermo è la realtà che ha pagato il prezzo più elevato sia in termini di valore che di occupazione.

E occupazione, soprattutto oggi, significa giovani. Giovani diplomati, giovani laureati, giovani specializzati. È con questa ottica che da due anni è in attività la Fondazione Its Recanati, ente previsto dal decreto del 25 gennaio 2008 e dedicato alla disciplina dei nuovi Istituti tecnici superiori. Gli Its sono scuole speciali e rappresentano una importante novità nel panorama dell'offerta formativa a carattere tecnico-scientifico. Alla Fondazione Recanati, presieduta da Gianluca Guzzini (presidente di Teuco), fanno riferimento gli Its "Enrico Mattei" di Recanati, "Volterra Elia" di Ancona e "Polo 3" di Fano. Alla nascita della Fondazione hanno partecipato aziende quali Guzzini, Teuco, Pados, Tecnostampa, Eko, Meccano, TecnoMarche, Centro nautico, oltre alle rappresentanze imprenditoriali, agli enti locali e alle Università delle Marche.

In particolare all'Its Mattei il carattere formativo è focalizzato sui professionisti in nuove tecnologie per progettazione design e marketing. Il Volterra Elia, invece, ha avviato un corso di project leader nella nautica. «Questi istituti, con percorsi formativi della durata di 1.800/2.000 ore, sono una interessante alternativa ai corsi triennali di laurea breve. E grazie al loro stretto legame con il mondo delle imprese sono uno strumento efficiente di specializzazione dell'offerta formativa e di creazione di occupazione», spiega Giovanni Severini, laurea in matematica e primo dirigente scolastico dell'Enrico Mattei di Recanati, che aggiunge con una nota di orgoglio: «Ci candidiamo a diventare un polo tecnologico e formativo nelle Marche»

«Tra gli aspetti più interessanti di questo network formativo - aggiunge Severini – c'è proprio lo stretto legame con il mondo delle imprese. Solo così la formazione può raggiungere i propri obiettivi e fare centro. Ed è anche per questo che, oltre alle aziende, la nostra rete di attività e di collaborazione si estende all'Università. È di questi giorni, per esempio, il confronto con il rettorato universitario per sviluppare un corso sulla sicurezza informatica».

Nel sistema l'internazionalizzazione assume un aspetto importante. I progetti formativi prevedono un 60% di attività teorica e un 40% di pratica, sia con stage in azienda, sia all'estero. «I nostri studenti – dice ancora il dirigente scolastico - hanno così la possibilità di incontrare il mondo produttivo già nella fase di formazione. Di dialogare con le aziende e di affrontare il campo aperto della competitività durante gli stage, focalizzandosi su progetti specifici e inerenti il corso di studio. È con questa esperienza accumulata che abbiamo ottenuto da poco l'autorizzazione a fare formazione sostituendo i centri per l'impiego».

Tra i corsi organizzati da Its Fondazione Recanati, anche quello in Project Leader per il settore nautico, partito da poco. Ai futuri tecnici che dovranno organizzare e gestire le attività di progettazione e di sviluppo di nuove tecnologie, dedica un occhio di attenzione il Consorzio navale marchigiano. «Una delle peculiarità di questi percorsi formativi - dice Severini – è la presenza tra i docenti di numerosi esperti provenienti dal mondo delle imprese. Molte delle piccole imprese del territorio non hanno grandi possibilità di sviluppare in proprio programmi di ricerca, innovazione e di formazione di personale tecnico. Noi possiamo essere un solido partner per le nostre Pmi».

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