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Questo articolo è stato pubblicato il 06 marzo 2013 alle ore 06:44.

C'è poi il venture capital. In tutto i capitali di rischio apportati da operatori professionali ammontano a 43 milioni di euro, per la maggior parte concentrati sulle società AAA e Creabilis Therapeutics. In questa cifra si trovano anche i 6 milioni raccolti da Eporgen fra 71 soci privati (in particolare professionisti e imprenditori di Ivrea e di Biella) e investiti in 11 start-up del parco. «Due di esse, Genovax e Smile – spiega il vicepresidente di Eporgen, Luciano Stabile, anch'egli amico e sodale di Silvano Fumero – le abbiamo cedute con soddisfazione a imprese farmaceutiche italiane. Entro il 30 marzo completeremo un altro aumento di capitale da 1 milione di euro». Soldi pubblici e capitali privati. Ricerca e industria. «Di fatto – dice il presidente del Bioparco Riccardo Bor – abbiamo trovato un equilibrio gestionale fra le diverse anime del parco. La macchina va». La piccola "macchina" scientifico-industriale di Colleretto ha precise caratteristiche che la pongono a una distanza uguale dai due estremi italiani. Se a un estremo si trova il Kilometro Rosso di Bergamo, in cui tutto è privato, all'altro c'è l'Area Science Park di Trieste, a predominanza pubblica. In mezzo, ecco il Bioindustry Park del Canavese: capitale sociale e governance in mano ai soci pubblici, indirizzi strategici e investimenti appannaggio anche (e soprattutto) dei privati.

Il 40% del capitale è di Finpiemonte, la finanziaria della Regione Piemonte, e il 23% è della Provincia di Torino. I criteri di gestione operativa sono da impresa privata. Il governo societario è profondamente influenzato da questa natura pubblica. «Mi pare naturale che gli azionisti esprimano i vertici», dice l'amministratore delegato Alberta Pasquero, "espressione" dalla Provincia di Torino, guidata dall'esponente del Pd Antonio Saitta. Pasquero è una piccola imprenditrice nel settore dello sviluppo locale. È stata una esponente di lungo corso del Pci piemontese. Oggi è consigliere comunale del Pd a Ivrea. «E, poi, come dire – aggiunge Pasquero – uno studia». Il presidente Bor, "indicato" dalla Finpiemonte espressione della Regione oggi guidata dal leghista Roberto Cota, è invece un manager informatico. Anche lui è una persona intellettualmente onesta. Non fa finta di abitare in un altro Paese: «Non sapevo nulla di biotecnologie. Da quando faccio il presidente, mi sono informato, ho letto».

Qui nessuno pensa di essere a Cambridge o nella Silicon Valley. Questa è l'Italia. Però, le cose dentro al parco funzionano. In un paradigma italiano, ma funzionano. Il problema è quello che accade fuori. «Come va l'investimento a Singen, in Germania? Bene – risponde Fulvio Uggeri, direttore del Centro Ricerche della Bracco – Certo, come azienda italiana, avremmo preferito realizzarlo qui. Avevamo comprato il terreno, fatto il progetto di base, richiesto le autorizzazioni ai comuni. Le condizioni del sistema italiano, con la Regione Piemonte, non erano però paragonabili a quelle garantite dalla Germania. Peccato, sarebbe stato un investimento da 100 milioni, con una ricaduta diretta di 150 posti di lavoro». Questo iter è valso con tutte le ultime giunte: i berluscones di Enzo Ghigo, i democrat di Mercedes Bresso e e i leghisti di Cota.

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