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Questo articolo è stato pubblicato il 06 marzo 2013 alle ore 06:44.

Un altro disallineamento fra sistemi produttivi nazionali è rappresentato dal meccanismo di regolazione delle attività, un elemento fondamentale nelle biotecnologie e nella medicina, come spiega Enrico De Maria, amministratore delegato di AAA Italia, la cui capogruppo è una società francese nata da uno spin-off del Cern. «Prendiamo la medicina nucleare – afferma De Maria – il nostro interesse di mercato sarebbe specificatamente italiano. Gli specialisti italiani di medicina nucleare hanno un peso importante nella comunità scientifica europea. Peccato che, proprio da noi, il mix di regolazione, di burocrazia e di vincoli autorizzativi alla fine renda ogni cosa molto complicata».
La natura delle biotecnologie è estramente complessa. Ci sono profili regolatori non semplici da maneggiare. Gli investimenti hanno prospettive di lunghissimo periodo. E, nonostante la possibilità di fare business per le Pmi nei segmenti lasciati scoperti da Big Pharma, esiste un alto profilo di rischio. Elementi spesso sconosciuti al contesto italiano. Come hanno sperimentato quelli di Eporgen. «Siamo sotto i raggi x dell'Agenzia delle Entrate di Ivrea – racconta il vicepresidente Stabile – che vuole dei chiarimenti perché, osservando le nostre partecipate, si è formata il sospetto che siano società di comodo, dato che sono prive di fatturato. La ricerca, in tutto il mondo, funziona così: hai ingenti spese di ricerca, non fatturi per anni e ti auguri di vendere con lucro un brevetto a una grande società. Speriamo di riuscire a farlo capire anche ai funzionari del fisco».
IL RATING DEL SOLE IL GIUDIZIO
-Il punteggio
Attraverso una griglia di 8 variabili ciascun distretto è definito
nei suoi punti di forza e di debolezza. Nel caso del Biondustry Park di Colleretto Giacosa (To) spicanno la capacità di creare start up, l'internazionalizzazione e il rapporto tra imprese e la ricerca
PUNTI DI FORZA 1
CAPACITÀ DI CREARE START UP
L'impronta di Silvano Fumero non si è persa. Alcune start-up non ce l'hanno fatta. Ma la maggioranza è rimasta in piedi
ALTA
-
2
INTERNAZIONALIZZAZIONE
Sia le strutture del Bioparco sia le aziende sono ben integrate nel circuito internazionale della ricerca e dell'industria biotech
BUONA
-3
RAPPORTO IMPRESE RICERCA
Le start up hanno un rapporto stretto con la ricerca, dedicandosi alle attività lasciate libere dai big player o offrendo loro servizi
DISCRETO
-
PUNTI DI DEBOLEZZA 1
CAPACITÀ DI FARE RETE
Il biotech non favorisce i rapporti "orizzontali" fra aziende. Nel parco manca una vera integrazione fra grandi imprese e start up
BASSA
-2
GRADO DI APERTURA
Pesano i deficit del sistema locale. Il link ai mercati (per esempio del lavoro) è ipotecato dalla marginalità (logistica) del Canavese
SCARSO
-3
CAPACITÀ DI ACCEDERE AI FONDI
Finora, di soldi ne sono arrivati. Adesso, con la crisi dei conti pubblici, in primis regionali, le cose potrebbero cambiare
INSUFFICIENTE
-
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