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Questo articolo è stato pubblicato il 19 marzo 2013 alle ore 09:08.

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Il digitale e il manifatturiero più tradizionale si incontrano a Roncade, nella provincia trevigiana, un centro con meno di 15mila abitanti. Qui H-Farm è nata nel 2005, secondo una formula – un progetto privato di venture incubation – che vedeva solo tre "acceleratori d'impresa" al mondo, nessuno in Italia. Oggi, fra le domande di accreditamento presentate al ministero, ce ne sono una cinquantina.

Difficile non vedere come un corpo estraneo un esperimento del genere al di fuori della Silicon Valley, «ma c'è un motivo se siamo cresciuti qui: in un terreno ricco di cultura imprenditoriale, con la mentalità di chi vuole prendere in mano il proprio destino, darsi da fare», spiega Riccardo Donadon, il fondatore. Non a caso nella compagine azionaria sono entrati attraverso successivi aumenti di capitale Renzo Rosso (Diesel), Unicredit, Intesa Sanpaolo, la Nice di Lauro Buoro. Maestri di un NordEst «che per una generazione e con poche eccezioni – sottolinea Donadon – ha fatto ben poco per far crescere la cultura d'impresa, vista come qualcosa di non necessario, ghettizzata, a volte anche colpevolizzata, come dimostrano tanti luoghi comuni a iniziare da quello dell'evasione fiscale facile. Senza capire che si stava creando un danno violento a chi si stava formando, si stava togliendo linfa al sistema. Ma siamo sicuramente in grado di reagire, anche perché ci sono ancora molti imprenditori della vecchia scuola capaci di dare un contributo, di mostrare una strada ai giovani, mentre proprio quei giovani hanno poche alternative al diventare protagonisti loro stessi, in una crisi che offre ben poche altre opportunità».

Una crisi che «è il più potente acceleratore del cambiamento che esista». E il cambiamento qui è palpabile, quasi uno sguardo puntato direttamente al futuro: «Il mondo si sta trasformando grazie agli oggetti che ormai abbiamo, tutti, in tasca. Compreso il commercio: negli anni Ottanta andavi dal casoin (il negozio di alimentari, ndr) che ti conosceva, sapeva i tuoi gusti, ti suggeriva il prodotto nuovo da assaggiare. Poi è arrivata la grande distribuzione, si è allargata l'offerta, ma la qualità dell'esperienza utente è crollata, è diventata impersonale. Internet e smartphone possono farla ritrovare, perché le nuove tecnologie ti riconoscono, ti seguono. Questo significa cambiare l'intera dimensione del commercio, il ruolo dei negozi e di chi ci lavora, la filiera delle consegne a domicilio, e non è un caso se Google ha appena investito in BufferBox, una compagnia nata per facilitare le consegne».
Il legame fra le aziende ed H-Farm si è intensificato negli anni. Bottega Veneta e altri marchi hanno chiesto programmi personalizzati e corsi per il personale alla Digital Accademia, nata nel 2011 all'interno dell'incubatore per fare formazione; Banca Ifis ha messo a punto qui una serie di incontri per accompagnare gli "imprenditori dell'era digitale", aiutandoli a massimizzare la visibilità online, usare social media e network, vendere on line.

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