Economia

Con il taglia-bollette risparmi per 2,7 miliardi

  • Abbonati
  • Accedi
ANNUNCI (E PROMESSE) DEL GOVERNO

Con il taglia-bollette risparmi per 2,7 miliardi

Hanno protestato e continuano a protestare gli operatori del fotovoltaico, che si sono visti tagliare gli incentivi già concessi. E qualche sacrificio è previsto anche per la grande industria. Ma la promessa di alleggerire le bollette delle piccole e medie imprese e delle famiglie «va a segno, e gli effetti sono nero su bianco», garantisce il ministero dello Sviluppo in una dettagliatissima nota. Ricca - nelle valutazioni del ministero – la posta in gioco. Risparmi, già da quest'anno, per quasi 2,7 miliardi sulla bolletta elettrica, di cui circa 1,7 miliardi a beneficio delle Pmi che taglieranno i loro costi energetici «tra l'8,5 e il 10%», il rimanente miliardo a favore degli altri consumatori.

Effetto combinato
La stima deriva dall'effetto combinato delle misure immediatamente disposte con l'ultimo decreto sulla competitività e dagli effetti attesi appunto dalla rimodulazione degli incentivi alle energie rinnovabili finanziati con una voce della bolletta elettrica. Più nel dettaglio – spiega il ministero dello Sviluppo – il pacchetto taglia-bollette contribuirà quest'anno a ridurre i costi di oltre 1,2 miliardi di euro, di cui 910 milioni a vantaggio delle piccole e medie imprese e il resto per gli altri consumatori, mentre l'impatto delle altre misure è stimato in quasi 1,5 miliardi, di cui oltre la metà a vantaggio delle Pmi. Segnalano però gli analisti che nel calcolo il ministero comprende due provvedimenti non ancora adottati. Si tratta del decreto sulla rimodulazione degli incentivi per le fonti rinnovabili Fer non fotovoltaiche, il cui varo è stato annunciato entro fine febbraio e da cui dovrebbero derivare “alleggerimenti” per 150 milioni a partire dal prossimo mese (condizionati però dal tasso di adesione al meccanismo). Il secondo provvedimento è l'atteso decreto Mef/Mise che dovrebbe attuare la norma del decreto legislativo “Fare” che prevede l'utilizzo di una parte della Robin tax per alleggerire la componente A2 della bolletta elettrica.

Lo scenario aiuta
A rafforzare comunque gli “sconti “ per i consumatori – sottolinea il ministero – sarà quest'anno anche il calo dei prezzi dei combustibili e la riduzione del costo del dispacciamento, di cui già ha tenuto conto l'Authority per l'energia nel primo aggiornamento trimestrale delle tariffe. Aggiornamento che comunque «tiene conto dei primi effetti delle diverse misure adottate dal Governo e dal Parlamento», si rimarca nella nota ministeriale.

Nel valutare il valore reale dello “sconto” il ministero parla, riferendosi ai soli interventi sulle componenti regolate delle tariffe disposti all'inizio di quest'anno, di un risparmio medio annuo di 740 euro per le 845mila imprese in bassa tensione con potenza superiore a 16,5 kilowatt e di circa 10.500 euro per le 100mila imprese in media tensione non energivore. Per i clienti domestici l'Autorità per l'Energia elettrica e il gas - sottolinea il ministero - stima per una famiglia tipo (contatore da 3 kilowatt di potenza impegnata e consumi per 2700 kilowattora l'anno) un risparmio di circa il 3% già nel primo trimestre.

Spinta alla competitività
«Sono numeri molto positivi», rimarca direttamente il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi. «I provvedimenti attuati per incidere sui costi energetici delle imprese insieme ai segnali molto incoraggianti che arrivano dagli investimenti in nuovi macchinari rappresentano – afferma il ministro - un'ulteriore prova che le scelte del governo per aumentare la competitività delle imprese vanno nella giusta direzione».

Apprezzano, ma chiedono di più, le associazioni dei consumatori. Il Codacons accoglie «con favore» l'annuncio del ministero. Afferma però che «è necessario fare ancora di più, riducendo la tassazione sulle forniture energetiche ed equiparando i costi alla media europea». «In Italia – insiste il presidente dell'associazione Carlo Rienzi - le imposte sulle bollette incidono mediamente per il 35% sul prezzo finale pagato dai consumatori, contro una media europea del 20 per cento».

© Riproduzione riservata