Sconfiggere la fame è una mission possibile. E bisogna ripartire dai piccoli produttori, trasferendo loro le conoscenze e sostenendone il reddito. Un’operazione che richiede l’impegno di tutti i paesi. È il messaggio lanciato oggi a Milano nella prima giornata del Forum internazionale dell’Agricoltura «From Expo 2015 and beyond: agriculture to feed the planet» al quale partecipano oltre 50 ministri dell’Agricoltura, 370 delegati in rappresentanza di 115 paesi e organizzazioni internazionali accanto a 27 paesi che non hanno aderito all'Esposizione di Milano.
Onu: in 72 dei 129 Paesi poveri si dimezzeranno le persone malnutrite
La fame del mondo resta una gravissima emergenza, ma qualche segnale di cambiamento c’è. Secondo un recente rapporto Onu entro quest’anno in 72 dei 129 Paesi in via di sviluppo si riuscirà a dimezzare il numero delle persone malnutrite. Un piccolo minimo ma che conferma come sconfiggere la fame non sia più solo un’utopia.
Fao: traguardo fame zero entro il 2025
Per il direttore generale della Fao, Josè Graziano de Silva, entro il 2025 si potrà raggiungere il traguardo «fame zero» e la ricetta è: «Ridurre gli sprechi e saper creare prodotti che siano amici dell’ambiente. L'agricoltura – ha spiegato de Silva – è anche un driver fondamentale per la lotta alla povertà e alla fame nei Paesi in via di sviluppo, ma deve saper essere sostenibile». E il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, in un messaggio video, ha ribadito: «Il mondo produce abbastanza cibo ma una persona su nove non ne riceve abbastanza, ora la sfida fame zero è possibile».
Questione alimentare strategica anche per l’immigrazione
Quella alimentare dunque è una questione politica strategica anche per affrontare l’emergenza immigrazione. Ne è convinto il commissario all’Agricoltura dell’Unione europea, Phil Hogan, che ha sottolineato come le politiche agricole non riguardino solo i produttori, ma siano un problema politico globale: «sicurezza politica e alimentare – ha detto– sono connesse – se possiamo aiutare i paesi africani e asiatici dando conoscenze e innovazione questo avrà un grande impatto sull'immigrazione anche nel Mediterraneo». Da qui l'importanza, per Hogan,« della collaborazione tra Paesi per combattere e vincere le sfide della fame e della povertà nel mondo. La cosa più importante é mettere in luce i temi e sviluppare la carta di Milano, che credo sarà la piattaforma comune per tutti i Paesi che sono qui per condividere la particolare missione di nutrire le persone».
Innovazione e regole forti per garantire i mercati tra le priorità
«Vogliamo essere la generazione fame zero – ha detto il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina – e la realizzazione di questa aspirazione passa per il ruolo cruciale che deve giocare l'agricoltura». Le sfide dell’agricoltura viaggiano in tandem con quelle ambientali perchè contro la fame del mondo giocano la tutela dell'acqua, della terra, della biodiversità, la riduzione degli sprechi in tutte le filiere e soprattutto regole forti per garantire i mercati e innovazione per i piccoli produttori.
Coldiretti: nel mondo un esercito di produttori, ma troppo poveri
È dunque sull’esercito dei piccoli agricoltori che bisogna far leva. Si tratta di un numero ingente: 2,5 miliardi di persone impegnate nella coltivazione dei campi e nella pesca, secondo quanto rileva un rapporto della Coldiretti. Uno su tre nel mondo è impegnato a sfamare il pianeta. ma molti – denuncia lo studio – vivono in condizioni di povertà. Anche perchè a chi lavora nei campi non è dato il giusto riconoscimento economico e sociale. «Sono 570 milioni le aziende agricole presenti nel mondo delle quali ben l'88% – precisa la Coldiretti – di tipo familiare, che sono la stragrande maggioranza sia nei Paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo. Di queste il 35% si trova in Cina, il 24% in india e solo il 7% in Asia Centrale». Mentre in Italia il numero delle aziende continua a ridursi.
Moncalvo: «La globalizzazione ha delegittimato il cibo»
«La globalizzazione dei mercati a cui non ha fatto seguito quella delle regole – ha spiegato il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo – ha delegittimato il cibo fino a farlo considerare una merce qualsiasi con gli effetti che vanno dalle speculazioni sulle materie prime agricole al furto di milioni di ettari di terre fertili a danno dei Paesi più poveri, il cosiddetto land grabbing». L’Expo dunque un’occasione per ripensare il sistema di produzione e distribuzione del cibo nel segno dell'equità e della sostenibilità. Oggi, sempre secondo il report Coldiretti, per ogni euro speso dai consumatori italiani per l’acquisto di prodotti alimentari appena 15 centesimi arrivano agli agricoltori e in alcuni casi i compensi non sono sufficienti neppure a coprire i costi di produzione.
© Riproduzione riservata