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Smog alle stelle a Milano, dove continua il far west del carico-scarico…

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Trasporti

Smog alle stelle a Milano, dove continua il far west del carico-scarico merci

Non solo traffico automobilistico e impianti vetusti di riscaldamento condominiale sono all’origine dell’elevato grado di inquinamento a Milano e più in genere nelle grandi città. C’è un’altra causa, non secondaria, di cui quasi mai si parla: il trasporto merci urbano, il così detto carico-scarico. E Milano in particolare - l’Italia però è sullo stesso livello - non è assolutamente attrezzata per affrontare questa causa di inquinamento.

Una decina di anni fa, sotto la spinta dell’amministrazione Albertini, il Politecnico elaborò un approfondito studio dei flussi logistici in città e indicò anche le soluzioni, per altro già sperimentate in numerose altre aree urbane europee densamente popolate. Ebbene di tutto quello che era contenuto in tre centinaia di pagine non è stato realizzato nulla. Niente piattaforme logistiche, nemmeno un Cdu (Centro di distribuzione urbana), nessuna regolamentazione, tanto che a qualsiasi ora della mattina e della sera nel centro della città, compreso nella cerchia di Bastioni, corrono furgoni e furgoncini, spesso parcheggiati in doppia fila per la presa o la consegna, creando ostacoli alla circolazione di mezzi pubblici e auto.

Lo studio dei flussi di traffico merci indicava - ma la situazione a dieci anni di distanza non è molto cambiata, anzi forse è peggiorata - in più di 30mila i veicoli commerciali in circolazione nella cerchia dei Bastioni. Oltre 107mila invece i veicoli per trasporto merci in transito quotidianamente dalle barriere auostradali milanesi e diretti verso il capoluogo. Più del 40% dei punti vendita milanesi non dispone di un magazzino, questo implica un quotidiano rifornimento con tutte le conseguenze del caso. Fattore non secondario al commercio al dettaglio è la presenza di numerosi supermercati in città, riforniti da Tir. Divieti di accesso ne sono stati emanati da tutte le amministrazioni comunali che si sono succedute, ma esiste anche un elevato numero di deroghe che permette di consegnare una scatola di dieci maglioni o venti calzoni in un negozio di via Manzoni anche alle undici di mattina o alle cinque del pomeriggio.

A Milano - così come in tantissime altre città italiane - il carico-scarico merci è un vero far west. E non c’è Ztl che tenga. Di furgoni elettrici o a metano non se ne parla e le principali sigle di corriere espresso non sono state sensibilizzate al tema. Per realizzare piattaforme logistiche e centri dustributivi, lo studio del Politecnico aveva individuato ben cinquanta aree dismesse di propritetà comunale e 240 siti industriali non più attivi. Un potenziale enorme di cui nemmeno un metro quadrato è stato impiegato per quei centri scambiatori in cui arriva un veicolo commerciale per scaricare le merci e da cui partono mezzi elettrici per la consegna di prossimità. L’amministrazione di Berlino, a titolo di esempio, ha costruito tre piattaforme logistiche nell’hinterland cittandino, due Cdu limitrofi al centro urbano e sei piattaforme nei punti di maggiore traffico. Londra, Malaga, Barcellona, Marsiglia, Lione hanno adottato misure di regolamentazione del carico-scarico ma anche incentivi per i veicoli a zero emissioni. La città dell’Expo - Nutrire il pianete, Energia per la vita - potrebbe fare certamente di più.