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Autostrade, corsa alle aree di servizio: 160 le strutture in…

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Autostrade, corsa alle aree di servizio: 160 le strutture in assegnazione

Corsa alle aree di servizio autostradali. Entro giugno dovrebbero concludersi le gare per l’assegnazione di circa 160 aree di servizio (oil, ristorazione o entrambe). L’iter è stato lungo e tormentato prima di arrivare al lancio dei bandi, ma ora gli operatori dichiarano che punteranno solo sulle aree di servizio profittevoli. In campo scendono il gigante Autogrill, con un centinaio di aree di servizio in scadenza su circa 250 in concessione, Chef Express del gruppo Cremonini (43 aree di ristoro), My Chef del gruppo francese Elior (20) e Sarni (82).

Sulla rete italiana le aree di servizio sono, secondo l’Associazione dei gestori autostradali,426. E salgono a 463 se si considera anche la rete Anas.

La ristorazione autostradale vale all’incirca un miliardo l’anno: un business appetibile, specie ora che traffico e propensione al consumo sono in crescita. E soprattutto dopo l’arrivo delle nuove regole di indirizzo (decreto interministeriale Infrastrutture e Trasporti e Mise del 7 agosto 2015) che, tra le altre cose, ha favorito un abbassamento medio delle royalties da pagare ai concedenti. Ora le royalty medie (comprensive della parte fissa e variabile) sono stimabili al 18-20%, dal precedente livello del 28-30%.

Nella corsa alle aree di servizio, circa un terzo, esattamente 53, sorgono sulla rete di Austostrade per l’Italia (che ha in concessione circa 3mila chilometri di rete); segue Austostrada Brescia Padova con una trentina, Austostrada del Brennero con 20 e Autovie Venete con poco più di una dozzina.

Confortante la ripresa del traffico sulle autostrade: i dati Aiscat fotografano il colpo di freno del 2012, con 76,4 miliardi di chilometri percorsi, l’anno successivo la percorrenza si era ridotta a 75 miliardi: 8 miliardi di chilometri in meno rispetto al 2008. L’inversione di rotta è iniziata nel 2014 con 76,5 miliardi e proseguita l’anno scorso con 79,4 miliardi. Inoltre nelle prime nove settimane del 2016 sulla rete di Autostrade per l’Italia si è registrato un ulteriore aumento del traffico del 4,5%.

Un trend che fa tirare un sospiro di sollievo ai gestori delle aree di servizio oil e food: anche se per la ristorazione ciò non si traduce automaticamente in una ripresa dello scontrino medio, ma solo la possibilità di aumentare il numero dei contatti con il cliente.

Con le gare in corso alcuni operatori preferiscono mantenere le carte coperte. Autogrill fa sapere che manterrà la strategia annunciata e cioè che, nonostante i segnali di ripresa del mercato italiano, l’approccio non cambia: strategia di tipo selettivo e partecipazione a gare interessanti.

Nel 2015 i ricavi nel canale autostrade di Autogrill sono stati di 825 milioni, in calo del 3,3% rispetto all’esercizio 2014. La contrazione è però imputabile esclusivamente alla riduzione delle attività gestite dopo la decisione di puntare, nella nuova stagione delle gare 2013/14, solo sulle aree appetibili. Ciò ha comportato l’uscita da diverse aree di servizio e minori ricavi per circa 29 milioni. Comunque la società della scuderia Benetton sottolinea che a fronte di un aumento del traffico del 3,2%, le vendite, a parità di perimetro, sono risultate in crescita dello 0,9% rispetto all’anno precedente. In dettaglio, le vendite di ristorazione e market risultano rispettivamente in aumento dell’1,9% e del 2,6%, mentre le vendite di prodotti complementari (tabacchi e lotterie) sono risultate in calo dell’1,4%.

Una atteggiamento più aggressivo dimostrano i competitor di Autogrill: Chef Express si dichiara interessata a un centinaio di aree di servizio (vedi servizio sotto) mentre Sarni Ristorazione (impegnata anche nell’affiliazione commerciale) vuole giocare un ruolo a tutto campo nel Belpaese: scrive nel bilancio che «la società ha intenzione di partecipare a numerose gare d’appalto per l’aggiudicazione di aree di servizio lungo la rete autostradale italiana da Nord a Sud». La società pugliese, che fa capo ai quattro fratelli Sarni, nel 2014 ha fatturato 65 milioni, con un Ebitda di 7,5 milioni e un utile netto di 1,6 milioni.

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