Partito ieri sera intorno alle 19.30, il cantiere per il gasdotto Tap nell’area di Melendugno (Lecce) proseguirà oggi da mezzogiorno con il completamento della recinzione, l’installazione dei bagni chimici per il personale delle imprese appaltatrici e gli altri lavori preliminari. Lo dichiarano fonti della società che costruirà l’opera destinata a portare il gas dell’Azerbaijan, via Grecia e Albania, in Europa, con approdo lungo la costa adriatica del Salento, attraverso una condotta che si svilupperà tra terra e mare.
Il gasdotto entrerà in esercizio, stando alle previsioni, nel 2020 ma oggi scade l’Autorizzazione unica rilasciata dal Mise, a valle di un’istruttoria tecnica, per far partire i lavori. E alla vigilia della scadenza Tap ha dunque avviato il cantiere. L’attività, spiegano fonti della società, riguarderà due delle quattro aree interessate. L’espianto degli ulivi con successivo reimpianto in altra zona è per ora rinviato in quanto la fase autorizzativa della Regione Puglia non è stata ancora completata. La zona degli ulivi è quella che dovrà vedere la costruzione del microtunnel del gasdotto.
Il fatto che Tap abbia cominciato di domenica sera i primi lavori ha destato nuove polemiche a Melendugno, Comune che dall’inizio si oppone al gasdotto ritenendo che l’opera danneggerà l’ambiente, mentre il ministero dell’Ambiente, che ha dato il via libera con una serie di prescrizioni cui Tap dovrà attenersi, afferma che l’area scelta è la migliore e la meno impattante rispetto a quelle esaminate.
Ieri sera il Comune di Melendugno ha inviato nella zona la Polizia municipale e i tecnici i quali hanno riscontrato e fotografato una rete da cantiere plastificata che si estende per poco più di 100 metri. Visibile anche un cartello con la scritta «area di cantiere».
«Hanno agito di domenica sera – dichiara Marco Potì, sindaco di Melendugno –. Chi ha qualcosa da nascondere si comporta così».
C’è un braccio di ferro tra Comune e Tap su cosa si intenda effettivamente per avvio lavori: il sindaco ritiene che si debba partire dall’espianto degli ulivi mentre la società dichiara che inizio dell’attività di cantiere sono i lavori preliminari. Il Comune rilancia l’offensiva anche sul fronte giudiziario: si ipotizza un nuovo ricorso alla Procura mentre al Consiglio di Stato sarà impugnata l’autorizzazione unica del Mise.
In programma mercoledì, intanto, un vertice al Mise. Ma non ci sarà una proroga dell’autorizzazione, essendo partiti i primi lavori, quanto, si apprende, un intervento dello stesso Mise verso il ministero dell’Ambiente affinchè riprenda con sollecitudine l’intero dossier Tap e adempia a quanto deve fare.
Nei mesi scorsi la Regione Puglia ha cercato, col governatore Michele Emiliano, di trasferire l’approdo di Tap da Melendugno all’area industriale di Brindisi, legando l’uso del gas dell’Azerbaijan alla riconversione ecologica sia della centrale Enel di Cerano che dell’Ilva di Taranto. Ma l’ipotesi è restata tale. Il Governo ha infatti confermato il sito di Melendugno per due ragioni: processo autorizzativo concluso (e riaprirlo avrebbe fatto saltare tutti i tempi dell’opera) e assenza di danni ambientali derivanti dalla scelta compiuta.
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