
Le offerte entro il 30 giugno. L’aggiudicazione definitiva non prima della fine dell’anno. Si allungano in maniera consistente i tempi per la cessione dell’Ilva. Il Consiglio dei ministri di ieri ha approvato un decreto legge che interviene sulle norme legate al procedimento di gara per il trasferimento a terzi degli asset del gruppo siderurgico, avviato nel gennaio scorso.La prima conseguenza di questo nuovo decreto legge è un piccolo slittamento del termine ultimo per la presentazione delle offerte. Si tratta della terza proroga della scadenza, inizialmente fissata al 23 maggio, poi fatta slittare al 30 maggio, poi spostata al 23 giugno e infine, da ieri, al 30 giugno (inizialmente indicata come data per l’aggiudicazione definitiva). Le nuove norme tecniche, a carattere interpretativo, sono necessarie, nel giudizio del Consiglio dei ministri «ad assicurare la necessaria centralità alla valutazione del piano ambientale collegato alle offerte degli interessati». Si tratta di disposizioni di procedura giudicate necessarie per evitare il rischio di una bocciatura, ad iter avviato, del piano ambientale presentato dal futuro aggiudicatario.
«La ratio – si legge in una nota del Consiglio dei ministri relativa al provvedimento – risiede nell’esigenza di evitare l’aggiudicazione di un offerente senza prima avere vagliato la qualità dei diversi piani ambientali». Ora, secondo le modifiche proposte dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda e dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, al momento del deposito delle offerte, «le eventuali proposte di modifica del piano ambientale avanzate dagli offerenti» saranno vagliate preliminarmente «a ogni altra componente dell’offerta» da un comitato di esperti nominato dal ministro dell’Ambiente. Questo pool di tecnici avrà a disposizione quattro mesi (per la precisione: 120 giorni dall'insediamento) per formulare un giudizio. A novembre il parere degli esperti darà comunicato agli offerenti, che «provvederanno, se del caso, ad adeguare le loro offerte». Non si esclude, quindi, un supplemento di indagine: una riproposizione dei piani ambientali, e una nuova valutazione.
Le offerte economiche, associate ai piani ambientali considerati ammissibili, saranno valutate solo successivamente. «Tale valutazione – specifica il Cdm – verrà compiuta anche con l’ausilio di un perito indipendente che confermi la congruità di mercato delle offerte».Solo a quel punto si procederà all'aggiudicazione (e all’adozione del piano ambientale definitivo).
L’unica cordata che alla data di oggi si è ufficialmente palesata è quella formata da ArcelorMittal e dal gruppo Marcegaglia, che ha confermato ai commissari di Ilva (Piero Gnudi, Corrado Carrubba, Enrico Laghi) la volontà di presentare un'offerta in joint venture, lasciando a Cassa depositi e prestiti la porta aperta nel caso in cui volesse partecipare all’iniziativa. Anche l’imprenditore Leonardo Del Vecchio (così come la stessa Cdp) ha manifestato ufficialmente la volontà di partecipare al salvataggio di Ilva. Infine il gruppo Arvedi e il gruppo turco Erdemir, che hanno depositato nelle scorse settimane una manifestazione di interesse, stanno studiando la possibilità di unirsi in cordata, eventualmente supportati a livello finanziario da Cdp e da Delfin, la finanziaria di famiglia di Leonardo Del Vecchio.
Tempi lunghi per la cessione dell'Ilva
Le due iniziative (ArcelorMittal con Marcegaglia da una parte, l’eventuale polo aggregato intorno ad Arvedi ed Erdemir dell’altra) dovranno necessariamente depositare un’offerta entro la fine del mese prossimo e, in via preliminare, il piano ambientale. Per la scelta definitiva tra le due offerte, però, sarà necessario aspettare altro tempo.
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