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Ilva, due cordate pronte all’acquisto

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Ilva, due cordate pronte all’acquisto

Ora si inizia. Con la consegna delle buste contenenti le offerte definitive nelle mani dei commissari, la procedura di cessione (anche mediante affitto) degli asset di Ilva entra nel vivo. Nella giornata di ieri le due principali cordate accreditate alla vigilia (da un lato Am Investco Italy, vale a dire ArcelorMittal con Marcegaglia, dall’altro AcciaiItalia, il veicolo partecipato da Arvedi, Cdp e DelFin) hanno comunicato ufficialmente di avere presentato un’offerta. Una terza offerta, presentata da Siderlog (newco costituita da Ionian shipping, Mms e Saga, del gruppo Bollorè) sarebbe stata esclusa per mancanza di requisiti (secondo Reuters è interessata a Ilva servizi marittimi e alla logistica del gruppo, da gestire in associazione alla cordata aggiudicatrice). Gli altri pretendenti, interessati solo ad alcuni asset, saranno invece chiamati a presentare le offerte successivamente.

I due soggetti principali ammessi alla gara dovranno ora affrontare un iter complesso, che prevede pregiudizialmente l’esame dei piani ambientali da parte di un comitato di esperti nominato dal ministro dell’Ambiente: questo pool di tecnici avrà 120 giorni dall’insediamento per formulare un giudizio (non si escludono dilazioni per permettere agli offerenti di adeguare i piani a fronte di eventuali osservazioni). Le offerte economiche, associate ai piani ambientali considerati ammissibili, saranno valutate successivamente (le buste con le offerte economiche sono state al momento segretate): la valutazione sarà compiuta anche con l’ausilio di un perito indipendente che confermi la congruità di mercato delle offerte (l’advisor incaricato di redigere la perizia è Leonardo&Co.).

LA PRODUZIONE DELL'ILVA DI TARANTO

L’offerta della jv ArcelorMittal e Marcegaglia prevede, come si legge in una nota, «l’impegno a migliorare le performance ambientali di Ilva, un considerevole programma di investimenti, l’impegno a garantire livelli occupazionali in linea con le migliori pratiche del settore». Secondo Antonio Marcegaglia, presidente e ad dell’omonimo gruppo, il sodalizio ha «le caratteristiche necessarie a raccogliere e vincere la sfida del rilancio dell’Ilva», che «è sempre stata un asset di grande importanza per la filiera metalsiderurgica italiana. Tutti noi - ha detto - abbiamo bisogno che continui a esserlo nel futuro». Geert Van Poelvoorde, vicepresidente esecutivo e ceo di ArcelorMittal Europe flat products ha affermato che il gruppo «rafforzerà la posizione di leadership», ampliando «la gamma di prodotti disponibili in Italia». Il capitale della jv è costituito all’85% da ArcelorMittal e al 15% da Marcegaglia. Il piano prevede di «incrementare l’utilizzo degli impianti, «portando la produzione annua di acciaio grezzo dagli attuali 4,8 milioni di tonnellate a oltre 6 milioni entro il 2020, e di mantenere operativi almeno tre altiforni». Nel piano si evidenziano anche «le economie di scala di cui Ilva godrebbe entrando a far parte del gruppo ArcelorMittal, sfruttandone le competenze globali in tema di r&d, la rete distributiva e di vendita, il potere d’acquisto, le tecniche di produzione e la conoscenza del mercato».

L’altra offerta depositata è di AcciaItalia, società partecipata da Arvedi (22,2%) come socio industriale, Cdp (44,5%, come anchor investor in chiave di valorizzazione del settore e a tutela dell’indotto) e DelFin (33,3%) come soci finanziari. Il presidente è Giovanni Arvedi. Oltre a lui siedono nel Cda un rappresentante di DelFin e, per Cdp, l’ex ad di Ast, Lucia Morselli, che con tutta probabilità sarà l’amministratore delegato. La newco controllerà Ilva al 70%, mentre il restante 30% sarà riservato, nel caso di accordo, al gruppo turco Erdemir, che scioglierà a novembre ogni riserva sulla partecipazione al dossier. Il finanziamento del progetto prevede l’emissione di un bond cui saranno saranno chiamate a partecipare le banche creditrici di Ilva. L’equity al momento vede Cdp presente con 400 milioni, 300-350 milioni è la quota di DelFin, mentre Arvedi metterà 80-100 milioni, con possibilità di salire ulteriormente.

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