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Torino perde gli editori e punta a una nuova formula per il Salone del libro

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Torino perde gli editori e punta a una nuova formula per il Salone del libro

(Ansa)
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Delusione e amarezza da un lato, per la decisione assunta dagli editori di migrare su Milano e abbandonare la storica piazza torinese. Dall’altro, la determinazione ad andare avanti con l’edizione numero 30 del Salone del Libro al Lingotto. E così finisce che Milano avrà la sua manifestazione dedicata all’editoria, nuova di zecca, e Torino rimetterà in pista il “suo” Salone del Libro. Con l’Aie, l’associazione degli editori italiani che si spacca sulla decisione di lasciare Torino e con il “sistema” che non riesce a fare sintesi indebolendo, forse, entrambe le piazze.

«La parola 'scippo' non mi appartiene, ci serve un progetto forte che possa aprire un nuovo ciclo trentennale del Salone con Torino come capofila e punto di riferimento» è stato il commento a caldo del presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino. «Alla luce della decisione presa dal Consiglio Generale dell’Aie, sentiamo la necessità di lanciare un nostro progetto altamente innovativo, un progetto nazionale». Torino dunque rilancia. E lo fa anche attraverso le parole della sindaca Chiara Appendino: «Andiamo avanti per la nostra strada: il Salone del Libro è un valore aggiunto per Torino e per il Piemonte e l’edizione 2017 si farà». Il primo cittadino ribadisce comunque
«i troppi errori del passato che hanno portato a questa situazione» e fa appello
«agli editori che non la pensano come il dottor Motta e che si renderanno disponibili a collaborare con Torino».

E dire che l’Italia sconta livelli di lettura bassi e una difficoltà cronica del mondo dell’editoria. L’ultima cosa che ci voleva era una spaccatura così profonda. «Ora amministrazione e fondazione decidono di fare quello che vogliono, noi scegliamo un nuovo percorso» ha dichiarato il presidente dell’Aie Federico Motta alla fine dell’incontro in programma a Milano.

Il capoluogo piemontese, piazza storica del Salone del Libro, non è riuscito a evitare l’apertura, questa volta definitiva, di un fronte milanese. Nonostante il sostegno dei ministeri, entrati nella compagine societaria della Fondazione del libro in primavera. Nonostante l’impegno del sistema economico, con Intesa Sanpaolo entrata a ridosso dell’ultima edizione. E nonostante, infine, il nuovo cambio al vertice per la Fondazione stessa, che ha indicato l’ex ministro della Cultura Massimo Bray alla guida dell’ente.

Venerdì è in programma l’assemblea dei soci della Fondazione. Potrebbero però ulteriormente slittare le nuove nomine, così almeno ha anticipato Chiamparino. «Credo non sia prudente in questa fase procedere con le nomine – ha spiegato – le rimandiamo a dopo agosto, quando il progetto sarà più definito». Chiamparino ne ha discutto con Bray, presidente in pectore. «È disponibile a
lavorare su queste linee guida, ma ovviamente prima ci deve essere un’idea chiara da sviluppare, e poi si potrà parlare di rinnovo degli organi della Fondazione per il Libro» ha chiarito.

Dopo l’estate dunque la Fondazione si rimetterà in cammino, si avvierà il percorso verso la nuova edizione torinese del Salone, con gli editori che decideranno di esserci. La scelta dell’Aie infatti non è stata unanime. Nei prossimi giorni di definiranno le posizioni dei diversi gruppi. Già nel pomeriggio la casa editrice Lindau si è dissociata dalla decisione assunta dal Consiglio dell’Aie e in una nota invita «i tanti editori che condividono il suo dissenso a costituire in breve tempo un coordinamento nazionale a sostegno della kermesse torinese e per una politica a favore del libro e della lettura».

Gli ultimi due anni sono stati per il Salone e per la Fondazione i piùdifficili. L’ultimo colpo di scena risale a due settimane fa, con la Procura di Torino che dispone provvedimenti cautelari a carico di Regis Faure, direttore generale del Lingotto Fiere, Roberto Fantino, direttore marketing della società, Valentino Macri della Fondazione per il libro*, Antonio Bruzzone, dirigente di Bologna Eventi, sull’ipotesi di reato di turbativa della gara bandita per la concessione dell’organizzazione del Salone Internazionale del Libro per il triennio 2016-2018.

Le istituzioni locali, Regione e Comune, hanno corso ai ripari strappando condizioni economiche migliori che in passato ai francesci di GL Events che gestisce il Lingotto, e offrendo agli editori l’organizzazione della prossima edizione. Non è bastato. La frattura era ormai consumata.

*AGGIORNAMENTO DEL 10 LUGLIO 2017

Valentino Macri ha concordato il patteggiamento della pena e ha ottenuto la sospensione della stessa. Il 23 settembre del 2016 il giudice per le indagini preliminari Alessandra Danieli ha stabilito una pena di un anno di reclusione con il beneficio della sospensione condizionale della pena

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