Economia

Manifattura 4.0, la via Emilia che batte i tedeschi

  • Abbonati
  • Accedi
la questione industriale

Manifattura 4.0, la via Emilia che batte i tedeschi

(Imagoeconomica)
(Imagoeconomica)

«La fabbrica 4.0 non si compra bell’e fatta, è un percorso che stiamo costruendo da anni attraverso l’analisi e il ridisegno di tutti i processi produttivi, mettendo in rete e facendo dialogare in tempo reale esseri umani, macchine e tecnologie che gestiscono sistemi. È una “conversione industriale” da preparare con cura, su cui stiamo investendo da tempo la maggior parte dei 20 milioni di euro (circa il 5% del fatturato) che ogni anno dedichiamo a R&S, declinata oggi in dieci diversi progetti con un centinaio tra tecnici e ingegneri al lavoro».

Il patron di System Group, Franco Stefani, non smentisce la sua fama di pioniere dell’innovazione negli impianti di automazione per l’industria ceramica, la logistica e il packaging. Impianti che dal 1970 a oggi hanno cambiato gli standard mondiali, dalla decorazione digitale Rotocolor alle mega-lastre ceramiche Laminam fino alla tecnologia per il confezionamento su misura Freebox.

IL VALORE DELLA FILIERA
L'industria delle piastrelle in ceramic in Italia (milioni di euro) nel 2015 e la variazione percentuale 2015/2014. (Fonte: Confindustria Ceramica)

Un’avanguardia che dal 1970 è il biglietto da visita della multinazionale di Fiorano Modenese, come testimoniano gli oltre 200 brevetti all’attivo nel cuore del distretto della piastrella e la velocità di sviluppo: +61% il fatturato negli ultimi cinque anni (440 milioni di euro i ricavi 2015) e il traguardo già certo quest’anno di sfondare il mezzo miliardo di giro d’affari, per il 60% legato al mondo ceramico e per oltre l’85% realizzato oltreconfine.

E oggi System è protagonista di questa “converting industry” (così Stefani preferisce chiamare l’Industria 4.0) dove il digitale trasforma i processi e le tecnologie “bus di campo” mettono in rete tutte le macchine e i dispositivi trasformando la fabbrica reale in realtà aumentata. Stefani nella sua “innovation valley”, come ha battezzato l’headquarter emiliano (il gruppo lavora su otto poli produttivi tra Italia, Spagna, Cina e Usa e ha 35 società controllate in 25 Paesi) è da anni attivo silenziosamente nella frontiera dell’Internet of things.

All’interno di System è stato creato un dipartimento speciale chiamato “Digital industrial design”, in cui lavorano ingegneri elettronici, meccanici e informatici assieme a chimici e fisici con il compito di plasmare il nuovo modello di Industria 4.0 per il settore ceramico, che dovrà diventare il benchmark mondiale. Un modello in cui si passa da produzioni su larga scala a piccole serie o singoli prodotti, che richiedono un’agilità manifatturiera senza precedenti. «Da costruttori di macchine per l’automazione diventeremo fornitori di servizi e in questo scenario saranno le risorse umane a fare la differenza, perché servirà capacità di gestire e supervisionare processi completamente digitalizzati e interpretare quantità enormi di informazioni», prevede il presidente, che ha messo le mani avanti assumendo 350 alti profili lo scorso anno per accompagnare il salto tecnologico, portando gli organici a quasi 1.800 dipendenti (di cui un migliaio in Italia).

Il traguardo di System 4.0 è sviluppare una piattaforma integrata di servizi software con cui il cliente può controllare la capacità produttiva di interi stabilimenti, attraverso una unica interfaccia che riassume in sé l’intero ciclo produttivo, dove tecnologie digitali e processi manifatturieri si fondono e danno vita a una fabbrica olistica completamente interconnessa. Un destino già scritto per chi come System ha il core business nella produzione di beni strumentali di analisi e di processo basati su sensori e sulla trasmissione di dati ad altissima velocità. «Quello che manca in Italia non sono le imprese 4.0, ma le infrastrutture per fare assistenza e monitoraggio a distanza in tempo reale», sottolinea il titolare. Che oggi esporta i suoi sistemi di visione artificiale per il settore ceramico in Cina, nicchia in cui è leader al mondo. «Mi confronto con la Germania dal 1980 e non mi sento secondo a nessuno. Nella logistica industrializzata siamo noi a vincere la competizione coi tedeschi, come soluzionisti, e clienti globali come Pepsi Cola o Carlsberg ci scelgono perché siamo quelli con l’idea migliore e che portano a risultato gli impianti nel minor tempo. La differenza sono i nostri cervelli, le nostre risorse umane», rimarca.

E sulla formazione 4.0 il gruppo System sta investendo da anni, come processo naturale di una fabbrica intelligente e digitalizzata che si evolve nella sua globalità e anticipa con la formazione le trasformazioni in arrivo.

«Nel frattempo porto avanti anche la strategia Stefani 4.0», scherza il presidente, che ha annunciato di voler cedere, ma solo a partner industriali internazionali, tutte e quattro le società del gruppo, mantenendo per sè una quota di minoranza e un ruolo attivo nella gestione. La vendita del 60% di System Logistics ai tedeschi di Krones (leader mondiali nel food&beverage) annunciata a fine marzo è stato dunque solo il primo step. «La vocazione imprenditoriale non si tramanda di padre in figlio – conclude Stefani, classe 1945 alle prese con il nodo del passaggio generazionale– il mio compito oggi è garantire continuità al gruppo in staffetta».

© Riproduzione riservata