Un segnale chiaro, e non del tutto inatteso: la Neoclassica della Costa, ristrutturata nel 2013, lascia il porto di Venezia per Bari, con una perdita di 24 toccate (58mila passeggeri). La comunicazione è di pochi giorni fa: la sorpresa sta nel fatto che si tratta di una nave “piccola”: 60mila tonnellate, ben al di sotto di quel limite - 96mila - prima imposto e poi cancellato dal Tar, ma attualmente volontariamente rispettato dalle compagnie.
Una “tegola” che arriva sui numeri, positivi, di Venezia terminal passeggeri: la Spa aveva previsto un traffico 2016 di 1 milione e 550mila passeggeri per un totale di 529 approdi (erano 521 l’anno scorso) e 38 compagnie. Numeri da leadership nel Mediterraneo, ma destinati a calare, ancora, rispetto al record del 2013 (1,8 milioni di passeggeri). Dal gennaio 2014 è stato vietato il transito delle navi traghetto nel canale San Marco e della Giudecca, poi si è aperta la fase dei ricorsi al Tar e della successiva bocciatura dei limiti: da gennaio 2015 le compagnie di crociera hanno deciso di posizionare a Venezia solo unità fino a 96mila tonnellate di stazza lorda, in attesa dell’approvazione del nuovo progetto di canale.
Lo stallo, però, non ha una data certa di conclusione (si veda altro pezzo in pagina). Nella sola area veneziana oltre 200 aziende sono economicamente legate alla crocieristica, per un totale di 2.150 posti di lavoro in 38 settori diversi.
«Si può pensare che l’incertezza di Venezia favorisca gli altri porti, ma non è così: l’effetto negativo rischia di ricadere su tutto il Mediterraneo, incluse Atene e Dubrovnik - spiega Francesco Galietti, direttore di Clia, l’organizzazione internazionale delle compagnie da crociera. Secondo l’ultimo report, diffuso a giugno, il contributo economico della crocieristica in Europa ha raggiunto nel 2015 la cifra record di 40,95 miliardi di euro, +2% rispetto allo scorso anno. Le spese dirette generate dal settore hanno raggiunto i 16,89 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 16,6 miliardi del 2014. Nel 2015, il settore crocieristico ha inoltre generato più di 10mila nuovi posti di lavoro in Europa, raggiungendo quota 360.571 lavoratori impiegati. Le retribuzioni e altri benefit per i lavoratori europei hanno raggiunto gli 11,05 miliardi di euro.
Nonostante il mercato delle crociere continui a crescere anche in altre regioni del mondo, l’Europa rimane un hub fondamentale. «Il Mediterraneo è un tunnel: impensabile infilarcisi se non c’è Venezia come home port, cioè quello da cui le crociere arrivano e partono». Una qualifica che significa più pernottamenti, e la fetta principale in termini di approvvigionamento (dal cibo al carburante).
Intanto, Venezia sperimenta il nuovo modello di governance: alla fine di luglio l’assemblea di APVS Srl, partecipata da Veneto Sviluppo, ha nominato il nuovo Cda che rimarrà in carica per tre esercizi e per il quale la Finanziaria regionale ha designato i due membri di propria competenza.
Sandro Trevisanato è il confermato presidente di Vtp per un anno: «Una scelta responsabile e temporanea in una fase di assestamento societario» dice Massimo Tussardi, presidente di Veneto Sviluppo, che lo scorso maggio ha rilevato le quote di Vtp (Venezia terminal passeggeri) messe in vendita da Apv Investimenti, pari al 65,98% del capitale sociale. Scaduto il termine per l’esercizio del diritto di prelazione da parte dei soci di minoranza, ora per Venezia si delinea uno scenario nuovo, con un soggetto pubblico alla guida.
Veneto Sviluppo ha ottenuto infatti il controllo, ma limitato al 51% della holding di maggioranza di Vtp, (quella Apvs che a sua volta possiede il 53% di Vtp) per rispettare i limiti di concentrazione delle risorse destinate a singoli investimenti. «Alla fine di tutta l’operazione con un esborso minimo di circa 6,5 milioni - ha commentato il presidente di Veneto Sviluppo Massimo Tussardi - diventiamo soci di maggioranza di una società che può fare molto per l’economia del territorio e che già genera marginalità con potenzialità di crescita anche attraverso attività complementari, oggi non pienamente attivate». I progetti già ci sono, a cominciare da un utilizzo delle strutture della Marina anche nei mesi invernali, ad esempio aprendole alla città. La scadenza fissata al 31 maggio 2017 per il nuovo Cda ha fatto pensare a una possibile volontà di far durare poco la gestione pubblica, lasciando spazio all’ingresso delle compagnie che potrebbero acquistare nuove azioni e arrivare alla maggioranza: in quella data Veneto Sviluppo dovrà decidere se cedere alle compagnie di crociera - Costa, Royal Caribbean, Msc e la compagnia turca Global Liman - già socie di Venezia Investimenti, entrate nel capitale di Vtp con una quota del 48% dopo aver rilevato le azioni dei piccoli azionisti.
«In realtà abbiamo voluto tutelare il nostro investimento viste le condizioni di incertezza che ancora esistono sia per quanto riguarda le concessioni che il transito delle grandi navi – spiega Tussardi – Su questo tema Vtp non ha una competenza diretta: ci limitiamo ad auspicare una soluzione rapida e capace di tutelare Venezia, città di mare e di turismo, che non può fare a meno di questa risorsa». Il tutto tenendo conto che le programmazioni si fanno a lungo termine, «e che non tutte le compagnie dispongono di grandi flotte – fa notare il presidente di Clia – Chi ha molte navi può permettersi di attendere, e pensare di dirottare eventualmente su Venezia le unità più piccole, ma non per tutti è così. Dai ministeri competenti e dal governo ci aspettiamo l’indicazione certa di una rotta alternativa, e una disciplina transitoria per il periodo necessario ai lavori». Possibilmente senza perdere troppo tempo.
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