Economia

Roaming, la Commissione Ue fa dietrofront sul limite di 90 giorni

  • Abbonati
  • Accedi
tlc

Roaming, la Commissione Ue fa dietrofront sul limite di 90 giorni

(Marka)
(Marka)

Quel che è successo oggi dimostra quanto sia accidentata la strada che porta alla fine del roaming e quindi dei sovraccosti, rispetto alle tariffe che si pagano nello Stato di appartenenza, per fare telefonate, inviare sms e soprattutto – questo è il vero problema – scaricare dati navigando su internet o leggendo le proprie email dai dispositivi mobili. La Commissione europea ha deciso di ritirare la proposta di regolamento attuativo data alla luce solo pochi giorni fa e ha chiesto di prepararne un’altra.

Le poche righe comparse sul sito della Commissione in questo senso sono scarne ma esplicite. Il portavoce Alexander Winterstein ha poi confermato e dato qualche spiegazione in sala stampa. «Il presidente Jean-Claude Juncker ha dato istruzione di ritirare le proposte e di produrne delle nuove».

Le ragioni. Potrebbe non essere una cattiva notizia per i consumatori, anzi. A portare a questa retromarcia, secondo il portavoce della Commissione Ue, il fatto che lo stesso Juncker avrebbe considerato gli aspetti tecnici non abbastanza soddisfacenti. Fra questi - ed è il vero pomo della discordia – c’è la limitazione a 90 giorni totali nell’anno (a blocchi di 30 giorni) della cancellazione del sovraccosto legato al roaming per chi si trova nei Paesi dell’Ue, ma fuori dallo Stato in cui risiede. Dall’altra parte, il dietrofront è stato subito spiegato da analisti e commentatori alla luce delle polemiche degli ultimi giorni, con forze politiche e consumatori critiche verso un limite (quello dei 90 giorni) considerato perlopiù troppo contenuto.

Il background. Nei giorni scorsi, con una proposta da adottare definitivamente entro il 15 dicembre dopo aver ricevuto il via libera dai Paesi Ue e dai regolatori del Berec, la Commissione europea ha chiarito l’approccio che dovrebbe essere seguito per prepararsi a gestire la fase post-roaming, le cui tariffe saranno di fatto abolite il prossimo giugno. Si tratta dei parametri per prevenire abusi. Può per esempio essere il caso di un consumatore che acquista una carta Sim in uno Stato diverso da quello in cui è stabilito per sfruttare magari prezzi più bassi. Oppure potrebbe essere il caso di consumatori che si trovano permanentemente all’estero con un contratto sottoscritto nel paese in cui si è domiciliati.

Il dietrofront. Il commissario per il Mercato unico digitale, Andrius Ansip e il commissario per l'Economia digitale, Günther Oettinger, avevano sottolineato che il 99% dei viaggiatori europei sarebbero comunque coperti e in media ogni cittadino europeo viaggia 12 giorni l'anno. Comunque la Commissione ha preferito fare un passo indietro e, pur mantenendo ferma la data di camncellazione degli extracosti del roaming a giugno 2017, si è impegnata a presentare una nuova proposta che, a questo punto, con ogni probabilità dovrebbe ampliare questo limite di 90 giorni e che dovrà sempre essere adottata entro dicembre.

I consumatori. «I consumatori vogliono il vero affare, ci aspettiamo che il ritiro della proposta della Commissione Ue significhi che torni alla lavagna per disegnare nuove regole tarate sugli interessi a lungo termine dei consumatori» perché «la fine dei sovraccosti del roaming significa la fine dei sovraccosti del roaming». Questo il commento del rappresentante del Beuc (consumatori europei) che sembra chiedere una scelta ancora più coraggiosa considerando la proposta della Commissione non tale da garantire «la fine del roaming come era stata promessa ai consumatori, e non era abbastanza ambiziosa per costruire un reale mercato unico digitale». Alla fine, ha aggiunto, «quel che veramente voleva dire era la “fine del roaming per 90 giorni”».

Gli operatori tlc. «La clausola di un “uso equo” è essenziale per l’adeguato funzionamento dei mercati tlc europei», per questo «qualsiasi soglia deve essere pienamente coerente con la definizione di viaggio periodico» e già quella di 90 giorni finora proposta dalla Commissione Ue «va ben oltre tale definizione». Come prevedibile, è un parere quindi diametralmente opposto a quello dei conumaroti quello degli operatori tlc di Etno (gli incumbent europei). «La
clausola di uso equo costituisce una salvaguardia per evitare gli abusi, che è anche nell'interesse dei consumatori», e questa, sottolineano gli operatori, in ogni caso «è richiesta dal regolamento stesso» che sancisce la fine dei sovraccosti del roaming da giugno 2017.

Le spinte politiche. Il lavoro dei vari schieramenti politici non è stato indifferente in questa partita. «La pressione del Gruppo Ppe sta portando i suoi frutti, stiamo spingendo per la fine dei sovraccosti del roaming nel 2017 in piena trasparenza, questo è quello che abbiamo promesso ai nostri cittadini e lo sosteniamo ancora», ha commentato il leader del gruppo dei popolari europei all’Europarlamento Manfred Weber. «Siamo anche stati chiari che un limite di tempo non era appropriato con il concetto di “uso equo” e ci siamo sempre
opposti» ha commentato dal canto suo il vicepresidente del Gruppo S&d Kathleen Van Brempt, ricordando che «ci sono studenti Erasmus o viaggiatori
che attraversano le frontiere per più di tre mesi».

La norma. Una soglia all’utilizzo del roaming, che sia di 90 giorni o maggiore o inferiore, andrà comunque prevista perché è il regolamento del 2012 che lo indica. Dall’altra parte, c’è da considerare un aspetto non secondario, questo più di opportunità “industriale” che di ricaduta dal versante normativo. Gli operatori si pagano infatti a vicenda dei “caps wholesale” per concedere l’uso delle proprie reti. Questi costi sono ancora abbastanza alti. È chiaro che una revisione della disciplina del roaming non potrà che andare di pari passo anche con una revisione di questi costi da parte della Commissione Europea.

Un risultato che parte da lontano. Nel tempo comunque i costi di roaming all'interno della Ue hanno subito un progressivo abbassamento. È dal 2007 infatti che la Commissione Ue ha progressivamente obbligando le compagnie telefoniche a ridurre i costi per i cittadini Ue che si spostano in un altro stato membro per chiamate ricevute ed emesse, sms e traffico dati. Il regolamento del 2012 per la prima volta ha fissato un limite tariffario per il roaming. Al momento, quando si va all'estero nei paesi della Ue è previsto un sovraccosto massimo di 2 centesimi per gli sms, 5 centesimi al minuto per le chiamate e 5 centesimi per megabyte per i dati scaricati (contro le tariffe attuali che hanno un tetto rispettivamente a 6, 19 e 20 centesimi).

© Riproduzione riservata