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Università venete in rete per un polo Industria 4.0

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l’italia che innova

Università venete in rete per un polo Industria 4.0

(Fotolai)
(Fotolai)

Il piano che il Governo sta mettendo a punto su Industria 4.0, i cui contenuti - che verranno ufficializzati nella seconda metà di settembre - sono stati presentati anche recentemente a Cernobbio dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, poggia su driver di sviluppo specifici. Non solo gli sgravi fiscali per gli investimenti e il sostegno alle imprese - la revisione degli incentivi fiscali, o la proroga del superammortamento al 140% sui beni strumentali acquistati dalle aziende -, ma anche il sostegno alla ricerca attraverso il coinvolgimento delle università.

Nell’ambito di questo intento, il piano intende individuare e finanziare attraverso la Legge finanziaria 2017 alcuni (pochi) centri di ricerca o università in Italia deputati a diventare competence center e, accanto a questi, alcuni digital innovation hub, che possano operare concretamente nel trasferimento tecnologico tra atenei e mondo dell’impresa. A candidarsi a diventare uno di questi competence center è sicuramente il polo nato ieri a Venezia, dalla storica unione di tre atenei: i veneziani Ca’ Foscari e Iuav e l’Università di Padova. Il miglior epilogo dopo il progetto “Univeneto”, che qualche anno fa intendeva realizzare una sorta di università veneta unica, mettendo in rete gli atenei esistenti.

IL CONFRONTO 1
Il peso dei settori sul totale fatturato delle medie imprese del Nordest. Confronto 2005 – 2014 in % (Fonte: Mediobanca-Unioncamere)

Le tre università daranno vita - la firma ufficiale è prevista fra pochi giorni - al Venice Innovation hub, piattaforma, che troverà spazio nel Parco scientifico e tecnologico Vega, a Marghera (sono stati individuati 12mila metri quadri su tre piani nella torre Hammon), dagli obiettivi ambiziosi: non solo mettere in comunicazione imprese, ricercatori e investitori nell’ottica della realizzazione dell’industria 4.0, non più procrastinabile per la competitività delle imprese, ma anche elaborare strategie per un rinascimento industriale territoriale, dapprima per l’area metropolitana veneziana e in seguito per altre macroaree del Nord Italia.

IL CONFRONTO 2
Il peso dei settori sul totale export delle medie imprese del Nordest. Confronto 2005 – 2014 in % (Fonte: Mediobanca-Unioncamere)

«Questa partnership tra atenei veneti è di assoluta importanza e novità - commenta il presidente della Piccola Industria di Confindustria Alberto Baban, da sempre sostenitore di un maggior collegamento tra ricerca e impresa e della creazione di piattaforme sull’industry 4.0 -, non solo per quest’area del Pese, caratterizzata da piccole e medie imprese. Mi auguro che questo soggetto possa rappresentare a Nordest uno dei competence center che il piano Industria 4.0 sta elaborando».

Il Vih si focalizzerà sull’innovazione tecnologica e manifattura avanzata (che farà capo all’università di Padova), sull’innovazione strategica e di business (che farà capo a Ca’ Foscari) e sull’innovazione di design (appannaggio dello Iuav). «Abbiamo già iniziato a dislocare al Vega le nostre start up e i nostri spin off - spiega il rettore di Ca’ Foscari Michele Bugliesi -, favorendo sperimentazioni ma anche vere e proprie linee di produzione industriali».

IMPRESE HI-TECH
Il livello tecnologico nel 2014. L'apporto sul totale del valore aggiunto (Fonte: Mediobanca-Unioncamere)

I primi progetti coinvolgeranno le imprese medio-piccole che hanno più difficoltà ad intraprendere la trasformazione digitale, le imprese consolidate che intendono favorire il loro re-start up, ossia l’innovazione del modello di business, le imprese manifatturiere dapprima di alcuni settori specifici (automazione e meccatronica, alimentare, arredo-casa, moda e abbigliamento, ambiente), ma anche gli investitori industriali, ricercatori e studenti, le altre università del territorio.

I finanziamenti per realizzare il Vih provengono in parte dagli atenei e in parte da investitori privati. Ma ci si aspetta di poter usufruire dei fondi ministeriali: «Questa iniziativa ha un enorme valore - continua il rettore -. Le università hanno unito le forze, si sono coordinate in un progetto concreto; ora è necessaria la risposta delle imprese e il sostegno delle istituzioni». Non solo, continua Bugliesi, «Capitalizzando la visibilità e l’attrattività internazionale di Venezia, il Vih costituirà un centro di eccellenza in grado di attrarre non solo i migliori talenti ma anche finanziamenti esteri».

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