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Ceramica, l’Italia resta leader

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Ceramica, l’Italia resta leader

Siamo indiscutibilmente i primi della classe per qualità, tecnologia, design e prestigio della nostra ceramica e Cersaie ne è la testimonianza. Ma i numeri non sono dalla nostra parte. Ci siamo lasciati qui in fiera la scorsa edizione con l’auspicio fosse l’ultimo anno di crisi ma ancora oggi non possiamo brindare alla ripartenza. Produrre in Italia non è semplice, perché siamo zavorrati e finiamo per fare sempre due passi avanti e uno indietro rispetto ai competitor». È armato di bastone e carota il presidente di Confindustria Ceramica, Vittorio Borelli, mentre dà il via, davanti alla sala gremita del Palazzo dei congressi di BolognaFiere, alla 34esima edizione del Salone internazionale della ceramica per l’architettura e dell’arredobagno.

Il mancato riconoscimento del “made in” dopo oltre un decennio di battaglie; gli oneri di sistema sull’autoconsumo di energia che vanificano gli investimenti del settore (228 imprese, 25mila dipendenti, oltre 5,8 miliardi di fatturato per l’80% export) in cogenerazione; i sovraccosti in bolletta rispetto alle altre industrie energivore europee; la sleale concorrenza cinese sub iudice a Bruxelles tra dazi antidumping e status di economia di mercato; l’evoluzione dei negoziati Ttip: è lunga la lista dei nodi che hanno animato la prima mattinata della settimana bolognese dedicata alla ceramica, in occasione del convegno su “Fair trade e competitività della manifattura italiana nel mercato globale”.

Eppure, nonostante i problemi del sistema-Paese, la mancanza di coesione in Europa e il contesto geopolitico instabile e imprevedibile, è un taglio del nastro all’insegna della fiducia quello che si è svolto ieri nel quartiere fieristico bolognese. A cominciare dai passi avanti fatti nel piano di restyling e ampliamento dell’expo: «Il Comune ha approvato la bozza di progetto che risponde anche alle sollecitazioni dell’industria ceramica e annuncio che si chiamerà “Cersaie” uno dei due nuovi padiglioni da costruire», dice Franco Boni, presidente di BolognaFiere.

È però dal mercato che arrivano oggi i segnali più concreti che inducono all’ottimismo: «Il consumo mondiale di piastrelle è in continuo aumento – afferma Borelli – e non si vedono all’orizzonte prodotti alternativi che le possano sostituire, anzi la ceramica continua a rubare quote agli altri materiali grazie a innovazioni di prodotto e processo che sono tutte di marca italiana». Dopo due stagioni record di investimenti (+27% nel 2014, +23% nel 2015), ci si aspetta un altro anno di forte sprint per la spesa in ricerca e tecnologie 4.0 delle imprese ceramiche italiane.

Nei 156mila metri quadrati di Cersaie fino a venerdì sarà un susseguirsi di incontri B2B con gli 852 espositori (335 aziende straniere da 43 Paesi), di convegni ed eventi dentro la fiera e nel centro città. «Questo salone è uno straordinario strumento di politica industriale, perché qui a Bologna una volta l’anno i nostri imprenditori incontrano il mercato mondiale. Un mondo dove oggi esportiamo 5 volte quello che viene consumato dal mercato interno. L’internazionalizzazione è la nostra strada obbligata, per questo io dico sì al Ttip e no al Mes alla Cina», rimarca Giorgio Squinzi, presidente dell’Editoriale Il Sole 24 Ore.

L’export di made in Italy ceramico continua a correre (+8% in valore nei primi sei mesi dell’anno), ma ha bisogno di giocare ad armi pari con i competitor. Cina in primis, che produce la metà dei 12 miliardi di mq di piastrelle consumati nel mondo (contro i 400 milioni di mq fabbricati in Italia). «La Cina è un’economia sussidiata non di mercato e la sua sovraccapacità produttiva si traduce in concorrenza sleale. I dazi antidumping europei sono i più bassi al mondo, ma già mantenerli sarebbe un successo», commenta Lisa Ferrarini, vicepresidente Confindustria con delega all’Europa. E l’Ue orientandosi verso una soluzione che esula dal riconoscimento del Mes e punta a rivedere il sistema di calcolo dei prezzi, precisa il ministro Carlo Calenda, critico sul modus operandi di Bruxelles e pessimista sulla possibilità di arrivare a un accordo per il Ttip sotto la presidenza Obama. «Mentre sul tema energivori abbiamo ottenuto la comfort letter dall’Europa e tra breve ci sarà il decreto che raddoppierà lo sconto in bolletta per l’industria ceramica, dal 15 al 30 per cento».

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