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Testamento Caprotti: dal castello ai quadri, a chi vanno i beni del patron di Esselunga

Bernardo Caprotti con la moglie Giuliana (Ansa /Ufficio Stampa)
Bernardo Caprotti con la moglie Giuliana (Ansa /Ufficio Stampa)

Un castello, dipinti pregiati, una antica biblioteca con 4.000 libri, una Bentley e le armi da caccia. Sono alcune delle curiosità tra i beni inseriti nel testamento di Bernardo Caprotti e destinati ai suoi eredi.
Il castello - Il fondatore di Esselunga ha destinato alla figlia Violetta l'immobile che più gli era caro. Si tratta del castello di Bursinel sul lago Lemano, nel Canton Vaud della Svizzera, completo di terreni, vigneti e boschi per un totale di 45 ettari.

I quadri - Uno dei dipinti più importanti è stato destinato al Museo del Louvre.

Si tratta de “La Vergine col coniglio bianco” di Manet, con l'onere che venga esposto accanto al Tiziano originale; cancellate le donazioni alla Galleria di Arte
Moderna di Milano dopo la cattiva esperienza con un dipinto di scuola leonardesca alla Pinacoteca Ambrosiana; la “Natura morta con melograno e bicchiere di vino” di De Chirico al figlio Giuseppe; a Violetta l'olio di Zandomeneghi “Donna alla finestra”; “Le rose bianche” di Fantin Latour alla moglie Giuliana; alla figlia Marina una modesta madonna a pastello di

Zamdomeneghi; altri dodici quadri sono stati ripartiti tra i nipoti Tommaso, Margherita e Giovanni; due dipinti di fiori di Mario Nuzzi andranno alla segretaria storica Germana Chiodi.

I libri e l'archivio di famiglia - Si compone di circa 4.000 volumi la ricca biblioteca della famiglia Caprotti ritenuta di grande interesse dall'esperto Vigevani. In particolare la raccolta è composta soprattutto da libri di “storie locali”, appartenuta a Giuseppe Caprotti, bisnonno di Bernardo. C'è poi l'archivio di famiglia repertato negli anni '70, dal quale fu tratta l'opera del professor Roberto Romano. Tutto le opere, che costituiscono le origini della famiglia, sono state destinate a Giuseppe Caprotti, figlio del fondatore di Esselunga.

La Bentley e le armi da caccia - Una storica automobile Bentley è stata lasciata in eredità al genero Francesco Moncada di Paternò. La volontà dei Caprotti è quella che l'erede riesca a far diventare veramente vintage l'auto. Saranno poi ripartite anche le poche armi da caccia utilizzate nelle varie proprietà.

Nel testamento Caprotti auspica che la divisione del patrimonio «faccia stare tutti i membri nel proprio ambito. Senza situazioni dilanianti per le aziende». Quindi per maggiore chiarezza scrive: «Famiglia non ci sarà. Ma almeno non ci saranno le lotte. O saranno inutili, le aziende non saranno dilaniate».

Il testamento punto per punto
Nel documento, Bernardo Caprotti elenca meticolosamente i beni donati (o i mezzi per acquisirli) in vita: al figlio Giuseppe l'appartamento sul golf di

Monticello e Cassina Rizzardi (Como); l'appartamento di Verbier (nel Valais, Svizzera); la villa di famiglia di Albiate (in Brianza) con alcuni mobili ed arredi di gran pregio, con le sue pertinenze, il suo parco e i terreni agricoli per circa 20 ettari; la biblioteca del bisnonno Giuseppe Caprotti; l'archivio di famiglia; vari dipinti tra cui una natura morta di De Chirico.

Alla figlia Violetta, l'imprenditore ha donato la casa di via Bigli, a Milano, e quella di New York; il castello svizzero di Bursinel sul lago di Ginevra con tutti gli arredi e 45 ettari di terreni; l'olio di Zandomeneghi “Donan alla finestra”.

Alla moglie Giulianal'appartamento sul golf di Monticello e la metà della casa di Skiatos; una tenuta nel Monferrato; il dipinto “le rose bianche” di Fantin-Latour.

Alla figlia Marina, l'altra metà della casa di Skiatos e 8 milioni come contributo per l'acquisto di un appartamento a Londra; un terreno nel sud della Corsica; vari dipinti tra cui un pastello di Zandomeneghi.

A Giuliana e Marina sono destinati tutti i mobili, quadri, libri e suppellettili di Caprotti.

Le altre donazioni
Caprotti ha disposto una donazione di opere d'arte per i nipoti Tommaso, Margherita e Giovanni. Un lascito di 2 milioni per il ragionier Cesare Redaelli.

La metà del patrimonio liquido sui conti correnti e dossier titoli alla segretaria di direzione Germana Chiodi. Un milione al consulente ed esecutore testamentario Stefano Tronconi.

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