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Imprese umbre: rivoluzione Industria 4.0 per un salto di…

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la questione industriale

Imprese umbre: rivoluzione Industria 4.0 per un salto di produttività

È il «nodo più critico» dell’industria umbra: la bassa produttività. Un problema al quale è possibile reagire attuando la rivoluzione di Industria 4.0. «Implementare la quarta rivoluzione industriale potrà costituire una straordinaria occasione per recuperare il terreno perduto e per conquistare quote di competitività». Ernesto Cesaretti dà una stima: con la fabbrica intelligente e digitalizzata il valore aggiunto per addetto potrebbe crescere del 25 per cento.

IL FATTURATO

Ma è una consapevolezza che va diffusa: solo 4 imprese su 10 sanno cosa significhi il termine Industria 4.0, ha detto il presidente di Confindustria Umbria aprendo l’assemblea degli industriali del territorio che si è svolta ieri al Lyrick di Santa Maria degli Angeli. Non solo: occorre un «ecosistema dell’innovazione», oltre che «adeguate competenze tecniche e manageriali». E quindi sarà decisiva secondo Cesaretti la collaborazione con le università e con la Fondazione Its Umbria, «la migliore d’Italia secondo il Miur», che ha proposto, rivolgendosi alle istituzioni presenti, la possibilità di istituire un Digital Innovation Hub in Umbria, presso Confindustria, «una prospettiva in sintonia con gli indirizzi della Regione per la specializzazione intelligente».

LA PRODUZIONE

L’Umbria come «specchio del paese», ha detto il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. «Ce la metteremo tutta per diventare il primo paese industrializzato d’Europa. Abbiamo tutte le possibilità di fare nostra la quarta rivoluzione industriale».

L’OCCUPAZIONE

«Il presidente Cesaretti ha sottolineato l’importanza di cavalcarla, partendo dalla grande questione industriale che riguarda anche questa Regione come l’Italia. Occorre una grande convergenza dentro le fabbriche per crescere culturalmente e dimensionalmente. E un’unica politica economica delle Regioni e del governo che sia convergente con questa linea orientata alla crescita del paese e delle aziende», ha detto il presidente di Confindustria, specificando che produttività, investimenti privati, finanza per le imprese, semplificazioni e infrastrutture sono le questioni che il mondo delle imprese pone all’attenzione della politica economica.

Temi rilanciati anche da Cesaretti: occorre l'azione del governo nella prossima legge di bilancio, con una maggiore detassazione dei premi di produzione, per facilitare lo scambio salari-produttività, alzando sia i tetti dei premi che i livelli dei redditi di riferimento. Una prospettiva, ha aggiunto Cesaretti «che può determinare effetti positivi anche sulla domanda». È quel «circolo virtuoso» che Boccia ha rilanciato anche ieri: «più produttività, più salari, più investimenti, più occupazione, più domanda».

Si tratta di interventi che «aiutano ad avere un paese più moderno, ma non bastano». Servono anche «istituzioni più moderne», ha aggiunto Cesaretti, motivando il sì al referendum di Confindustria come un presupposto per «proseguire il cammino di modernizzazione del paese». Un sì che «ha un carattere economico – ha detto Boccia - siamo per l’approvazione in tempi brevi delle leggi, minore conflittualità Stato Regioni. La stabilità di governo è una precondizione per una politica economica di medio termine».

Le imprese sul territorio hanno reagito: hanno continuato ad investire, ha detto Cesaretti dal palco, negli ultimi cinque anni c’è stato un incremento medio annuo degli investimenti del 20%; hanno aumentato il livello di patrimonializzazione, che è arrivato ad incidere per il 22% sul totale attivo, con la media per le imprese lombarde che è del 25. Hanno dato il via ad aggregazioni, aumentato gli sforzi per avere nuovi prodotti, diversificato l’accesso alla finanza. «C’è alle spalle – ha continuato il presidente di Confindustria Umbria» una tradizione di eccellenze. Boccia ieri ha colto l’occasione per visitare una di queste, Archimede Solar Energy di Massa Martana, società del gruppo Angelantoni, leader nel settore delle energie rinnovabili. «Entri in un’azienda così – ha sottolineato Boccia – e capisci cosa è l’Italia, le sue imprese e la qualità del suo lavoro».

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