Economia

Italia Creation Group acquisisce FontanaArte e passa alla fase due

  • Abbonati
  • Accedi
arredamento

Italia Creation Group acquisisce FontanaArte e passa alla fase due

L’operazione era stata annunciata a inizio agosto e ora è stata conclusa con l’aumento di capitale necessario all’acquisizione: la storica azienda di design FontanaArte è entrata nella galassia Italian Creation Group, il polo del design di alta gamma lanciato da Giovanni Perissinotto e Stefano Core nel 2013, che in tre anni e mezzo ha messo insieme i marchi Driade, Valcucine, Tosco Quattro e ora, appunto, FontanaArte.

L’operazione ha visto l’ingresso nel capitale (e nel consiglio di amministrazione) del gruppo di due nuovi soci: Lauro Buoro, fondatore di Nice Group che aveva la proprietà di FontanaArte attraverso la controllata Nice spa; e Giorgio Rossi Cairo. Il marchio specializzato in apparecchi per l’illuminazione è passato a Icg per 15 milioni, portando – insieme all’acuqisizione l oscorso giungo della Tosco Quattro specializzata in arredobagno – il gruppo a un fatturato complessivo di circa 55 milioni, che dovrebbe salire . Non solo.

Come sottolinea il ceo di Icg Stefano Core, le aziende che fanno parte del gruppo sono state selezionate non soltanto per il carattere di eccellenza e qualità rappresentativo del design made in Italy, ma anche per la complementarietà delle produzioni in cui sono specializzate, nell’ottica di dare vita a un polo del design di alta gamma che abbia le potenzialità sia di prodotto, sia di risorse, per competere sui mercati internazionali con maggiroe forza, attraverso una integrazione dei canali distributivi, sia retail sia contract.

Ogni marchio – sia ben chiaro – mantiene le sue specificità e la sua autonomia, ma nell’ottica di una sinergia e condivisione delle forze. «Entro il 2017 – anticipa ad esempio Core – puntiamo a inaugurare tre showroom collettivi, ovvero in cui presenteremo prodotti di tutti i nostri brand – a Milano, Londra e New York». Lo scopo è portare la quota export aggregata del gruppo, entro tre anni , al 60% del fatturato, dall’attuale 50% o poco più.

«L’ingresso dei nuovi soci rafforza il nostro progetto – dice ancora Stefano Core – e infatti intendiamo crescere ancora: stiamo infatti cominciando a lavorare per fare una nuova intergrazione, entro due anni». Questa volta, però, Icg cambia marcia, puntando a una grande azienda, con un fatturato tra i 70 e i 100 milioni, che porti il gruppo a una massa critica attorno ai 200 milioni. La logica sarà la stessa della complementarietà, quindi Icg sta guardando con interesse alle realtà del settore sistemi e imbottiti. «Il mercato sta accelerando oltre le aspettative – osserva Core – e operazioni di questo genere stanno aumentando anche nel mondo dell’arredo. La nostra filosofia è quella di integrare i marchi, inserendo nella governance del gruppo i manager delle realtà acquisite. È chiaro che questo metodo sarà tanto più valido nel momento in cui riusciremo a integrarci con una realtà di grandi dimensioni, sicuramente già ben strutturata dal punto di vista manageriale».

© Riproduzione riservata