Economia

Le riforme dei Balcani per accelerare la crescita

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Le riforme dei Balcani per accelerare la crescita

Prospettive di crescita del pil che si preannunciano tra il 3 e il 5 per cento, incentivi fiscali che vanno dalla totale esenzione per gli utili reinvestiti ai dazi zero e soprattutto impegno sulle riforme, per rendere più snella la burocrazia, più trasparenti i processi amministrativi, facilitare gli investimenti esteri. Uno dopo l’altro gli esponenti di governo dei paesi balcani hanno tratteggiato le potenzialità dell’area e la volontà politica di crescere aprendo le porte alle imprese straniere.

Ce ne erano molte ieri, in platea, in occasione dell’assemblea di Confindustria Balcani che si è tenuta a Bucarest e ha eletto il nuovo presidente, Mauro Maria Angelini. Quasi un compleanno, visto che la Federazione che riunisce Confindustria Albania, Confindustria Bosnia ed Erzegovina, Confindustria Bulgaria, Confindustria Romania e Confindustria Serbia, è nata il 13 ottobre del 2010. Protagonista e motore dell’internazionalizzazione delle imprese italiane.

«È un nuovo modello, attraverso le imprese si costruisce ricchezza e si eliminano le disuguaglianze. I destini delle imprese sono legati ai destini dei paesi», ha detto il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, concludendo l’assemblea. La sua presenza, primo evento internazionale al quale partecipa dall’elezione al vertice di Confindustria, «non è solo formale. Innanzitutto noi ci crediamo. Inoltre, c’è una dimensione macro-economica da sottolineare: la posizione dell’Italia rispetto ai Balcani e al Mediterraneo, che ci consente di creare un’economia di relazioni virtuose, costruire la nuova via del partenariato per il co-sviluppo», ha detto Boccia.

LE RELAZIONI BILATERALI

È quella «centralità dell’impresa» che ha sottolineato anche il neo eletto Angelini, presidente di Confindustria Romania. «L’impresa è strategica per chi vuole crescere, come questi paesi che si stanno trasformando sotto la spinta dei progressi tecnologici, di Industria 4.0. Noi non ci siamo sottratti, Confindustria Balcani è la testimonianza di una internazionalizzazione strutturata, che non punta solo alle relazioni commerciali ma ad uno sviluppo complessivo, collaborando anche con le istituzioni. Siamo rimasti qui nonostante le difficoltà che abbiamo incontrato», ha detto Angelini. L’obiettivo delle Confindustrie dei singoli paesi dell'area e di Confindustria Balcani, che associa mille imprese, è far crescere le aziende, creare veri e propri cluster. «Vogliamo fare sistema tra le organizzazioni locali e la casa madre, la Confindustria italiana, adottandone etica e valori, offrendo servizi eccellenti», ha continuato Angelini, ricordando che Confindustria Balcani si sta impegnando nel rafforzamento delle associazioni che la compongono e nell’allargamento dell’area: dovrebbe coprire in futuro anche la Croazia e il Montenegro, realtà dove è forte la presenza imprenditoriale italiana.

C’erano infatti anche esponenti dei governi di questi due paesi tra i ministri e vice ministri che hanno parlato ieri. «Abbiamo contribuito al collegamento con i governi. Questo è un momento storico per la Romania e per i Balcani, molto promettente. Per questo è preziosa un’integrazione tra pubblico e privato, e quindi ambasciate, Confindustria, Ice, Sace. Stiamo lavorando ad una sinergia operativa», ha detto l’ambasciatore italiano a Bucarest, Diego Brasioli, sottolineando che l’assemblea di ieri ha ampliato il suo raggio ad una conferenza internazionale, frutto del Forum economico Italia Bulgaria che si è tenuto a giugno, con la presenza del nostro Capo dello Stato, Sergio Mattarella, e del presidente della Romania, Klaus Werner Iohannis. «Il nostro modello di dialogo può essere allargato – ha continuato l’ambasciatore Brasioli – è importante che in questo momento di crisi dell'Unione europea si siano ritrovati paesi fondatori, paesi di più recente ingresso nella Ue, paesi che aspirano a farlo. È un segnale politico di rilancio dell’integrazione attraverso il produrre insieme».

Anche Boccia ha sottolineato l’importanza di aver avuto all’assemblea molti esponenti dei governi: «È una legittimazione del ruolo sociale dell’impresa e della sua centralità. Come Confindustria e Confindustria Balcani possiamo essere soggetto di proposta, diventare un grande corpo intermedio anche in quest’area». Guardando al futuro: «È una grande responsabilità che ci prendiamo, portare avanti il progetto di crescere dal punto di vista associativo e delle imprese. Tra qualche anno – ha concluso Boccia – saremo orgogliosi di questa giornata».

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