Economia

Manifattura, cresce chi punta sull’export

  • Abbonati
  • Accedi
competitività

Manifattura, cresce chi punta sull’export

Agf Creative
Agf Creative

La crescita si fermerà all’1,2%, meno della metà rispetto allo scorso anno. E in valori correnti il saldo sarò vicino allo zero. Per i ricavi dell’industria italiana il 2016 non sarà un anno memorabile, con previsioni che progressivamente vengono limate al ribasso per effetto delle incertezze interne ma soprattutto internazionali. Rallentamento che nell’analisi dei settori industriali di Intesa Sanpaolo e Prometeia si traduce in minori incassi per sette miliardi di euro rispetto alle previsioni effettuate a maggio mentre gli investimenti, ancora deboli, rappresentano ancora il principale punto interrogativo dello scenario attuale.

Un quadro complesso, che vede i ricavi in termini correnti crescere di appena lo 0,1%, in cui tuttavia le aziende italiane sono riuscite a difendersi, realizzando performance migliori rispetto a quelle dei principali concorrenti europei: nei primi sei mesi dell'anno la quota italiana sul commercio mondiale ha evidenziato infatti una crescita. Confermando - spiegano gli analisti - la tendenza del nostro export a reggere meglio le fasi di rallentamento della domanda mondiale e, parallelamente, a mostrare maggiori difficoltà nell'agganciare le fasi di accelerazione.

LA MANIFATTURA IN ITALIA
Tassi di variazione medi annui per le principali voci macroeconomiche. (Fonte:Intesa Sanpaolo)

Le prospettive dell’industria paiono tuttavia migliorare nei prossimi anni, una «modesta accelerazione» trainata soprattutto dalla domanda interna. A prezzi costanti l’aumento medio dei ricavi sarà pari all’1,5%, del 2% a valori correnti. L’export, a valori costanti crescerà del 2,2% l’anno prossimo, del 2,6% nel 2018 ; in entrambi i casi le performance dal lato delle importazioni saranno superiori.

L’analisi settoriale per il 2016 evidenzia ancora una volta la performance superiore alla media del comparto auto, spinto in particolare da un forte progresso della domanda interna, sia per investimenti che per consumi, in grado di controbilanciare il contributo negativo del canale estero, con un saldo commerciale di settore tornato in rosso per 3,5 miliardi dopo quatto anni consecutivi in surplus.

Largo consumo e beni intermedi (gomma, carta,plastica e legno) mostrano buone performance legate all’estero mentre meccanica e moda nel 2016 non riusciranno a crescere, penalizzate dalla crisi di numerosi mercati emergenti e da un andamento meno brillante rispetto alle stime della domanda in arrivo dagli Stati Uniti.

Oltre alla moda, nel 2016 chiuderanno in terreno negativo gli elettrodomestici, dove si segnalano «evidenti difficoltà competitive del tessuto produttivo italiano»; in rosso anche intermedi chimici e prodotti in metallo, condizionati dalla perdurante debolezza delle costruzioni e da performance deludenti sui mercati internazionali.

Nel biennio 2017-‘18, la graduatoria settoriale continuerà ad essere guidata dall'automotive e dal largo consumo, ma contributi importanti sono attesi anche da farmaceutica, metallurgia (se saranno definitivamente superate le difficoltà del comparto siderurgico) e filiera elettromeccanica. L’analisi dei bilanci 2015 mette in luce un settore manifatturiero più sano e altre note positive sono attese in prospettiva, con nuovi miglioramenti della redditività indotti dal lieve recupero dei volumi produttivi. Nel 2018 il ritorno medio sugli investimenti del comparto manifatturiero tornerà al di sopra del 6%, valore non distante dal livello pre-crisi, il margine operativo lordo salirà all’8,4%. Qualche nube è invece ancora presente dal lato degli investimenti, con molte imprese che pur disponendo di risorse adeguate restano in stand-by. Fondi che potrebbero sbloccarsi se le incertezze sulla domanda dovessero ridursi. Gli analisti si attendono così nei prossimi anni una più diffusa e graduale ripresa degli investimenti, anche grazie a un contesto fiscale e creditizio più favorevole, al piano Industria 4.0.

La stima, cumulando a prezzi costanti il biennio 2017-2018, vede gli investimenti crescere di oltre il 4%, con performance superiori per mezzi di trasporto e macchinari.

© Riproduzione riservata