Economia

L’Italia punta a invertire la rotta nell’Asean

  • Abbonati
  • Accedi
commercio estero

L’Italia punta a invertire la rotta nell’Asean

(Bloomberg)
(Bloomberg)

In una delle aree a maggior crescita per il commercio internazionale, tra le più promettenti in assoluto, l’export italiano si ferma al desolante dato di 7 miliardi di euro. L’occasione persa (finora) si chiama Asean, l’associazione che riunisce dieci Paesi del Sud-Est asiatico - Singapore, Thailandia, Indonesia, Malesia, Vietnam, Filippine, Myanmar, Cambogia, Brunei, Laos -, ora finalmente al centro delle strategie governative e di iniziative finanziarie che possono coinvolgere in primo piano anche imprese italiane.

Se ne è discusso ieri in un incontro organizzato da Arel e Associazione Italia-Asean, che ha messo a fuoco soprattutto le opportunità offerte da due banche multilaterali di sviluppo, la Asian Development Bank (Adb, fondata nel 1966) e la neonata Asian Infrastructure Investment Bank, operativa di fatto dallo scorso maggio.

Enrico Letta, presidente dell’associazione Italia-Asean, preannuncia un grande evento che verrà organizzato con Ambrosetti a Giakarta il prossimo aprile, in concomitanza con la missione istituzionale che sarà guidata dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. «I dieci Paesi Asean - dice Letta - stanno costruendo un mercato interno tra loro che offrirà ulteriori opportunità, di qui il lavoro che stiamo svolgendo per sensibilizzare e coinvolgere quante più imprese possibile».

Il ministro Calenda, intervenendo all’incontro nella sede Arel, ammette che in questi Paesi finora la strategia del piano made in Italy non ha funzionato. Ecco spiegato il netto cambio di prospettiva deciso due giorni fa dalla cabina di regia per l’internazionalizzazione: aumento dei fondi che l’Ice destina ai Paesi emergenti, e tra questi Asia e Asean sono in prima fila, ai quali negli anni scorsi è stata privilegiata un’azione ad alta intensità nei mercati maturi del Nord America e dell’Europa. L’interscambio è a quota 15 miliardi, ha ricordato Calenda, con un export intorno ai 7 che però cresce molto poco.

QUOTE DI MERCATO DELLE ESPORTAZIONI ITALIANE PER PAESI 2015
(Fonte: elaborazione Ice su dati Fmi-Dots e, per Taiwan, Taiwan Directorate General of Customs)

Negli ultimi anni, mentre nei Paesi maturi il gap tra export effettivo ed export potenziale si riduceva al minimo, in quest’area è stato appena scalfito e nel caso più critico, l’Indonesia, si è addirittura ampliato. «Non possiamo essere soddisfatti» continua Calenda, attribuendo molta importanza alla prossima missione a Giakarta, che dovrà essere «di sistema», e preannunciando un lavoro specifico per crescere soprattutto nei settori dei grandi appalti come infrastrutture, trasporti, energia, chimica dove la promozione effettuata dall’Ice può non bastare, a differenza di quanto accade per settori più specifici come meccanica o beni di largo consumo. Secondo Calenda a questo scopo, coinvolgendo il ministero degli Affari esteri, potrebbe essere utile favorire un progetto di specializzazione, con la formula ad esempio di master brevi, per giovani diplomatici da impiegare sul campo.

Non è un caso che proprio la necessità di un forte supporto politico e diplomatico sia tra i temi evidenziati da Maurizio Ghirga, direttore esecutivo per l’Italia presso l’Adb, in cui il nostro Paese detiene l’1,8% del capitale. «Nel prossimo biennio - dice - dovremmo approvare progetti per 37 miliardi di dollari per l’intera Asia, di cui 7 per l’Asean che rappresenta l’area a più alta crescita del mercato asiatico per i prossimi cinque anni». I numeri illustrati da Adb, che copre finanziamenti sulle infrastrutture ma anche su educazione scolastica, agricoltura, finanza, salute, industria e commercio, descrivono bene il ritardo dell’Italia che nel 2015 ha acquisito nell’area beni, lavori e servizi di consulenza per appena lo 0,22% del totale.

Ha invece un mandato vincolato alle infrastrutture la neonata Asian Infrastructure Investment Bank, in cui l’Italia detiene il 2,57%. Nei suoi pochi mesi di attività l’Aiib - come illustrato da Alberto Cogliati, responsabile delle relazioni con la banca per conto del Mef - ha approvato progetti in Asia con garanzia sovrana per 829 milioni, tra i quali spicca quello per il miglioramento delle periferie in Indonesia (300 milioni).

© Riproduzione riservata