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Maxi-alleanza nelle fiere: fusione Rimini-Vicenza

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Maxi-alleanza nelle fiere: fusione Rimini-Vicenza

È nata ufficialmente ieri dall’integrazione tra Rimini Fiera e Fiera di Vicenza Ieg-Italian exhibition group: la prima società fieristica italiana per numero di manifestazioni dirette e per redditività nonché la seconda, dopo Milano, per volume d’affari. «E siamo anche il primo caso nel Paese di integrazione in questo settore. Speriamo di essere da esempio e da propulsore per altre operazioni analoghe.

Di certo per noi questo è solo il primo passo, l’integrazione non si chiude qui», sono le prime parole di Lorenzo Cagnoni, ex numero uno dell’expo romagnolo, nelle vesti di presidente di Ieg. Lasciando intendere che i tempi sono maturi per ridiscutere assetto e pesi del sistema fieristico unico lungo la via Emilia, con Bologna e Parma, tema in cima all’agenda del governatore Bonaccini.

Una Spa, la neonata Ieg, che parte con un patrimonio netto di 100 milioni di euro, 119 milioni di fatturato, 22,12 milioni di Ebitda (pari al 19%), 270 dipendenti e un portafoglio di 61 prodotti fieristici (al 90% di proprietà, oltre a 200 tra eventi e congressi ospitati) distribuiti su quasi 200mila mq di superfici espositive e due palacongressi. «Numeri frutto di una somma aritmetica destinati a crescere velocemente già dal 2017.

I NUMERI

Abbiamo chiuso un’operazione storica in un pugno di mesi (la firma sulla lettera di intenti è del 9 maggio scorso, ndr), il processo di integrazione vera e propria parte ora – precisa il presidente – e ci porterà a ottenere economie di scala e a una muscolatura più robusta per fare nostri i pochi margini rimasti sul mercato domestico (sofferente per la sovrabbondanza di offerta) e per affrontare, soprattutto, le piazze internazionali più ricche e vivaci, in prima battuta Cina, India e Sudamerica».

L’internazionalità di Ieg è nel nome inglese comprensibile in tutto il mondo, l’italianità nel logo lineare colorato dal verde ecologico di Rimini e dal rosso creativo di Vicenza sulle due cuspidi della “x” di exhibition, che con lo sfondo bianco rimandano alla bandiera nazionale. E la proprietà è aperta, senza confini amministrativi, sottolineano i nuovi vertici. Oggi ad avere il controllo della newco sono, per via diretta o indiretta, gli enti locali emiliano-romagnoli con il 69,77% del capitale; il 19% è in mano a Fiera di Vicenza e l’11,23% è di soci minori (tra cui Gl Events con il 3,49%).

Ma è già in programma la quotazione in Borsa entro la primavera del 2018 , «per rendere più contendibile la società e più rapido il processo di crescita in Italia e all’estero, perché dietro a questa integrazione c’è la volontà di essere al servizio delle filiere del miglior “well done in Italy”, motore della loro internazionalizzazione e marketplace attrattivo per le più importanti aziende del mondo», afferma il vicepresidente Ieg Matteo Marzotto, l’imprenditore tessile di Valdagno, chiamato nel dicembre 2013 dai tre azionisti di Fiera di Vicenza (Provincia, Comune ed ente camerale) a guidare l’expo veneto proprio per imprimere una svolta aziendalistica.

L’ASSETTO SOCIETARIO

Il piano industriale di Ieg è in via di scrittura e inizia con la forte complementarietà dei due business fieristici declinati su filiere territoriali (Vicenza vocata alla gioielleria e al fashion, Rimini più al green, al food, a turismo e wellness) e con la stazza di leader domestico che permette di ambire alla top ten fieristica europea, con un coerente percorso di crescita per linee interne ed esterne. Il direttore generale (vicentino) Corrado Facco ha già annunciato ieri il via a una intensa campagna di shopping, che nelle prossime settimane porterà all’acquisizione di due marchi nel settore food tra Vicenza e Montichiari di Brescia (il pensiero corre alle manifestazioni Cosmofood e Golositalia) per poi «guardare a scenari internazionali, anche attraverso partnership strategiche».

«Rimini e Vicenza sono scese dai loro campanili per mettere assieme una fiera più competitiva nel supportare le loro imprese sui mercati globali. Una fiera che creerà un indotto di oltre 1,2 miliardi di euro sui territori», aggiunge Andrea Gnassi, il sindaco-presidente di Comune e Provincia di Rimini, che oggi è di fatto il primo azionista di Ieg con il 43,2% delle quote (mediate in gran parte da Rimini Congressi, che sulla carta controlla il 57,84% della fiera; la Camera di commercio romagnola ha il 21,75% di Ieg, la Regione il 4,7.

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