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Vendite ancora in calo nella grande distribuzione

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Vendite ancora in calo nella grande distribuzione

Dopo il black out di agosto neppure a settembre si sono visti gli attesi e tanto evocati segnali di una ripresa della spesa delle famiglie. Il valore delle vendite di iper e supermarket, secondo le rilevazioni Nielsen, nel mese ha segnato un secco -2,28 per cento. Rispetto ad agosto il calo degli acquisti questa volta ha colpito tutti i format della moderna distribuzione, dai grandi iper (-4,13%) ai supermarket(-1,56%) per finire con i discount (-2%). Un deterioramento della situazione rispetto a un paio di mesi fa quando almeno i piccoli market, i cash & carry e negozi specializzati nei prodotti per la cura della casa e della persona avevano il segno più.

Il prolungarsi del calo delle vendite ha così portato, a parità di rete, in terreno negativo il dato dei primi nove mesi per tutte le superfici. Il valore aggregato è di -1,56% ma per le superfici più ampie degli iper si arriva al -4,07% per cento. Una frenata degli acquisti che non ha risparmiato nemmeno i centri commerciali che a settembre hanno visto calare del 3,7% il valore delle vendite che diventa un -3% per i primi nove mesi dell’anno.

IL TREND DELLE VENDITE
Cosa si vende negli Iper oltre agli alimentari

Riescono a mantenere quasi intatta la loro capacità di attrarre visitatori come fa una piazza cittadina ma quando si tratta di fare degli acquisti quasi sempre chi può opta per i prodotti meno costosi. Questi i molti aspetti che emergono dal Barometro mensile delle vendite al dettaglio di Nielsen.

«Non c’è l’atteso recupero dei consumi, circostanza preoccupante durante un ciclo deflattivo - spiega Fulvio Bersanetti, economista di Ref Ricerche - mentre si vedono esaurire gli effetti di ripresa visti nel 2015 grazie al recupero dell’auto e della spesa delle famiglie». Mancano inoltre i segni di aumento della fiducia dei consumatori che, secondo il dato Istat diffuso la scorsa settimana, vede invece il sentiment in discesa per il sesto mese consecutivo. Aumenta, evidenzia l’Istat, invece la propensione al risparmio (+0,9% rispetto al trimestre precedente) che tocca il 9,6%.

IL TREND DELLE VENDITE
Iper e Super. Trend delle vendite al dettaglio a parità di perimetro, var. perc. sull'anno precedente

Da parte loro le insegne della Gdo mettono in atto una profonda rielaborazione delle strategie nel tentativo di contrastare la stagnazione. Si sono quasi azzerate le nuove aperture, tra i più attivi si conferma Esselunga, e il focus si è spostato sulla riqualificazione della rete, con operazioni di rinnovamento e profondo restyling dei punti vendita.

Il libero servizio, per esempio, sta razionalizzando la rete, gli iper cercano di ridurre gli spazi magari trasformandosi in superstore mentre i supermarket aumentano la superficie dando più spazio al fresco, bio e ai prodotti premium.

La conferma arriva ancora una volta dai dati Nielsen: da inizio anno il valore della spesa per frutta e verdura fresca confezionata è cresciuto a due cifre, rispettivamente del 12,2% e dell’11,2%. Bene anche gli acquisti di vino Doc e Docg (+4,3% a 602 milioni), di birra (+1,8% con quasi 1.114 milioni, ma l’olio extravergine, pilastro della dieta mediterranea, segna un -8,4% a quasi 558 milioni.

Negli iper poi le vendite di prodotti freschi e del largo consumo confezionato da gennaio a settembre sono calate rispetto lo stesso periodo del 2015 del 2,5% a poco meno di nove miliardi. Invece i prodotti non food hanno perso quasi sei punti percentuali attestandosi a 2 miliardi. Nelle grandi superfici accusano un calo a due cifre le vendite dei piccoli e grandi elettrodomestici e dei tv, ma a soffrire sono praticamente tutti i segmenti come, per esempio, l’abbigliamento, lo scontrino segna 316 milioni (-5,5%) e gli smartphone, fino a poco tempo fa accusati di drenare tutta la capacità di spesa dei consumatori.

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